giovedì 16 gennaio 2014

Il resto lo faccio da solo

[ Mc 1,40-42 ]

Un lebbroso venne verso Gesù, si buttò in ginocchio e gli chiese di aiutarlo. Diceva: “Se vuoi, tu puoi guarirmi”. Gesù ebbe compassione di lui, lo toccò con la mano e gli disse: “Sì, lo voglio: guarisci!”. E subito la lebbra sparì e quell'uomo si trovò guarito.


Mi basta un tuo tocco di mano, Gesù, e il resto lo faccio da solo!

Anche se tutto ha inizio dalla mia invocazione - “guariscimi, se vuoi!” -, sei sempre Tu a rispondermi coi fatti.

Non mi respingi, non hai schifo di me e dei brandelli di pelle della mia storia passata; al contrario! Tu tocchi con trasporto, con partecipazione, il mio dolore; con voglia di lasciare sulla mia pelle un nuovo, sano brivido di vita.

martedì 14 gennaio 2014

Così come hai vissuto Tu

[ Mc 1,29.32-34 ]

Subito dopo, uscirono dalla sinagoga e andarono a casa di Simone e di Andrea, insieme con Giacomo e Giovanni. Verso sera dopo il tramonto del sole, la gente portò a Gesù tutti quelli che erano malati e posseduti dal demonio. Tutti gli abitanti della città si erano radunati davanti alla porta della casa. Gesù guarì molti di loro che soffrivano di varie malattie e scacciò molti demòni. E poiché i demòni sapevano chi era Gesù, egli non li lasciava parlare.


Come Simon Pietro, molte volte anch’io ti seguo, Gesù, tra la gioia e lo stupore per quello che vedo e che sento. Non sono distratto, e mi rendo benissimo conto di ciò che tu vai facendo nella vita di tante persone. Chi ti incrocia sulla tua strada non può restare indifferente al tuo sguardo, alle tue parole. Men che meno, raggiunto dalle tue mani, può fare finta di niente; anche se poi ciascuno organizza nel silenzio del suo cuore il modo suo personalissimo di risponderti o di azzittirti per sempre.

Tu sei la strada invisibile di tutte le cose create

[ Mc 1,21-22 ]

Gesù e i suoi discepoli giunsero intanto alla città di Cafàrnao e quando fu sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. La gente che ascoltava era meravigliata del suo insegnamento: Gesù era diverso dai maestri della Legge, perché insegnava loro come uno che ha piena autorità.



Ne sono sempre più convinto, Gesù, che c'è in tutte le cose visibili che mi circondano una invisibile fecondità, la tua.

Anche quel piede, che ha varcato un giorno la soglia della sinagoga di Cafarnao, è lo stesso tuo piede che varca stasera, in modo invisibile, la soglia della mia intimità.

A me Tu rivolgi parole feconde, le sole che riescano ad accendermi dentro, fino a farmi sentire vivo negli angoli più nascosti del cuore. Ma a differenza del fiume di parole che mi avvolge ogni giorno nello scorrere delle sue ore, le tue parole, Gesù, hanno un non so che di unico e di singolare.
La gentilezza delle parole che Tu pensi, scegli e sussurri a me ha il solo scopo di riscaldare quel luogo di santità, la Chiesa, dove le persone, che ancora si siedono insieme l'una davanti all'altra, trovano la forza di guardarsi di nuovo negli occhi, per parlare tra loro finalmente di Dio.

sabato 11 gennaio 2014

"Io ti amo fino a sporcarmi di te!"

[ Mt 3,13-15 ]

Dalla Galilea Gesù venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui. Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: «Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me?». Ma Gesù rispose: «Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo». Allora Giovanni accettò.


Non è semplice, Gesù, accettare che Tu metta piede nella mia vita, ritmata come quella di tutti dalle pozzanghere del peccato. Non fa piacere scoprire che Tu accetti la volontà del Padre tuo e ti decidi di sporcarti con il negativo che scorre nelle acque del mio corso.

Come Giovanni il Battezzatore anch'io sento forte in me un senso di vergogna per l'umiliazione che ti procuro a motivo dei miei errori. Vorrei bloccare il tuo piede. Farti desistere da un proposito così poco da Figlio di Dio.

E Tu, invece, che fai?
Delicatamente, risoluto, ti immergi nelle acque del mio corso di peccati: pieghi la testa ed accetti che scorrano ora sul tuo capo, ora sul tuo volto, ora tra le pieghe della tua veste rivoli di acqua malsana, la mia. Di fronte a questo tuo slancio di amore verso di me, resto impietrito. Non ho parole, Gesù! Non ho parole!

Sei Tu il respiro del mio pregare

[ Lc 5,12-13.16 ]

Mentre Gesù si trovava in un villaggio, un uomo tutto coperto di lebbra gli venne incontro. Appena vide Gesù si gettò ai suoi piedi e lo supplicò: "Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi". Gesù lo toccò con la mano e gli disse: "Sì, lo voglio: guarisci!". E subito la lebbra sparì. E Gesù si ritirava in luoghi isolati per pregare.


Più che con le parole che mi rivolgi è quando mi tocchi, Gesù, che sento dentro di me rinascere la gioia della vita.

Tu prima tocchi la mia storia in modo creativo; poi mi parli, a tal punto che in ogni piega della mia persona risplende la luce della tua Pasqua. Dalla solitudine alla compagnia, dalla separazione all'unità, dall'indifferenza alla comunione fraterna: tutto esplode di luce al semplice tuo interessarti di me e delle situazioni sofferenti della mia vita.

Tutto diventa possibile, Gesù, a un solo tuo tocco; e tutto diventa motivo di lode e di ringraziamento per così tanto amore alla lebbra della mia storia.

venerdì 10 gennaio 2014

Io abito il tuo oggi, Gesù

[ Lc 4,20-22 ]

Quando ebbe finito di leggere, Gesù chiuse il libro, lo restituì all'inserviente e si sedette. La gente che era nella sinagoga di Nazareth teneva gli occhi fissi su Gesù. Allora egli cominciò a dire: "Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia". La gente, sorpresa per le cose meravigliose che diceva, gli dava ragione ma si chiedeva: "Non è lui il figlio di Giuseppe?".

Come nella sinagoga di Nazareth, così anche nella mia ferialità Tu annunci, Gesù, un tempo di salvezza e di liberazione da ogni forma di giogo e di male.

Anche a me Tu parli di un "oggi", il tuo, bello, radioso e pieno di tenerezza; un oggi che adesso può diventare mio, e che sento essere portatore di speranza e di voglia di trovare in me sentieri di luce e di pace.