ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa
LA SACRA PAGINA
At 2,29-36
[Nel
giorno di Pentecoste, rivolgendosi alla folla, Pietro continuò a
parlare, dicendo:] «29 Fratelli, devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca
Davide. Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in
mezzo a noi. 30 Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli
aveva promesso con giuramento: “metterò sul tuo trono uno del tuo
sangue”. 31 Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e
queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia: Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti e il suo corpo non è andato in corruzione.
32
Questo Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni.
33 Egli è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo
Spirito Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche
voi potete vedere e udire. 34 Davide infatti non è salito in cielo;
eppure egli dice: Il Signore ha detto al mio Signore: siedi accanto a me 35 finché io porrò i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi.
ALLA SCUOLA DI LUCA
Il
commento qui di seguito ti potrà aiutare a capire la situazione e
l’ambiente in cui si svolge il fatto narrato e il perché della scelta
delle parole in esso riportate.
In questa ultima parte del discorso Pietro focalizza
l’attenzione dei suoi ascoltatori sulla persona di Gesù, ora da lui
presentato come il Cristo, il Risorto. Le parole di Pietro diventeranno
la migliore preparazione alla domanda della folla la quale gli chiederà
in che modo essa possa rimediare al suo peccato di fratricidio (di
Gesù). L’invito al pentimento, alla conversione e al battesimo non si fa
certo mancare e diventa il segno della misericordia del Padre dei
Cieli.
Con l’espressione “Fratelli” inizia la terza parte del discorso
di Pietro. Chi sono questi uomini fratelli? Voi che uccideste, cioè
noi. Cioè Pietro non si dissocia da essi, sono suoi fratelli, perché
Cristo è morto per i peccatori dei quali lui, come Paolo, si riconosce
essere il primo. Paolo dirà: Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per
me. E anche se non l’ho messo in Croce, perché non c’ero, posso sempre
fare come il malfattore e dire: “È qui in Croce per me, per non
lasciarmi solo e per tirarmi fuori”.
Pietro chiama a sostegno delle sue affermazioni sulla
risurrezione di Gesù un testimone eccezionale: il patriarca Davide. Era
comune sentire che l’autore dei Salmi fosse il re Davide, un re secondo
il cuore di Dio, da cui la conseguenza di interpretare i Salmi alla luce
della sua storia e della sua dinastia che prevedeva un erede
identificabile nel Re Messia.
Nel Salmo citato nella precedente parte del discorso, il 15, il
salmista cantava questa speranza in Dio: “Tu non mi abbandonerai nel
mondo dei morti e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.”
Con estrema franchezza Pietro evidenzia che la tomba del re Davide
testimoniava invece il mancato avveramento di questa speranza,
attribuendo nello stesso tempo tale profezia a Gesù: “Dio lo ha fatto
risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni”. Queste le conseguenze per
Gesù: “Innalzato accanto a Dio”; partecipe del dono dello “Spirito Santo
che era stato promesso” col potere di condividerlo con i suoi
discepoli; diversamente da Davide, Gesù “è salito in cielo” affinché Dio
possa fare dei suoi nemici lo “sgabello dei suoi piedi”.
La cosa ancor più inaudita e perciò ancor più inaccettabile
dello scandalo della croce è che “questo Gesù che voi avete crocifisso,
Dio lo ha fatto Signore e Messia”.
Per comprendere bene il senso e le conseguenze di quest’ultima
affermazione, appare necessario riandare al processo di Gesù davanti al
tribunale ebraico e precisamente ad una domanda dei giudici e alla
risposta di Gesù “Dunque, tu sei proprio il Figlio di Dio? Gesù rispose
loro: Voi stessi lo dite! Io lo sono!” con la conseguenza di ritenere la
risposta data da Gesù la prova che lo confermava meritevole di condanna
(cfr Lc 22,70–71).
L’affermazione di Pietro e della Comunità, non solo riafferma
quanto detto da Gesù, con i conseguenti rischi d’essere a loro volta
sottoposti a giudizio col relativo pericolo di vita, ma diventa il
kerigma, l’annuncio fondamentale dell’intero discorso: Gesù “Dio lo ha
fatto Signore e Messia”.
Circa la risurrezione di Gesù Luca introduce il tema della
testimonianza dei suoi discepoli: la fede cristiana e l’esistenza stessa
della chiesa poggiano su di essa. La testimonianza della risurrezione è
il dovere principale degli apostoli (cf. 1,22). Non sono testimoni
della risurrezione, ma testimoni del Cristo risorto che è apparso loro
(1,3). È una testimonianza che non si limita alla garanzia dei bruti
fatti; essa comprende anche l’interpretazione dei fatti alla luce della
fede: il discorso di Pietro ne è un esempio concreto.
L’ultima considerazione che si offre su questa parte del discorso è affermare che Gesù non è proclamato apertamente Dio, ma che è Signore della stessa signoria di Dio; dice Davide “Il Signore ha detto al mio Signore”. L’interpretazione di ieri e di oggi del mondo ebraico di questo versetto non è assolutamente in linea con quella di Gesù e degli Apostoli, tanto che il secondo termine è scritto tutto in minuscolo, signore come se Davide parlasse ad un futuro re col diritto del titolo regale di “signore”.
MEDITAZIONE
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Spunti per la riflessione personale
Trasportato
dalla forza dello Spirito santo l’apostolo Pietro affronta il tema
della risurrezione di Gesù e non esita ad annunciare agli ascoltatori lì
presenti come il Padre dei Cieli abbia confermato l’opera del Figlio
suo attraverso il dono della sua risurrezione.
Che cosa mi colpisce dalla persona di Gesù? So andare al di là dei
suoi miracoli, degli effetti speciali della sua vita, per concentrarmi
sul mistero della sua passione, morte e risurrezione? Metto la mia vita
di fronte all’amore che Cristo ha per me, lui che ha sofferto, è morto
ed è risorto per la mia salvezza? Cerco ogni giorno un contatto con il
Risorto? Di fronte ai fatti della mia vita quotidiana mi lascio
illuminare dalla sua risurrezione? Sento che al di là di ogni limite, di
ogni ostacolo ho una vita nuova in Cristo?
2.
Più
che testimoni della risurrezione di Gesù, Pietro e gli altri discepoli
sono testimoni del loro incontro personale e comunitario con il Signore
Gesù, il Risorto.
Spunti per la riflessione in Famiglia o nel Gruppo
1.
La
testimonianza di fede di Pietro è un invito rivolto a tutti affinché
ciascuno vada oltre le sue parole per fare esplodere la condivisione
fraterna della medesima fede.
Anche se spesso è difficile, in che modo cerchiamo di vivere in
famiglia la nostra fede in Gesù? Parliamo mai in famiglia della fede nel
Signore Risorto? Nei fatti di ogni giorno inseriamo “parole di Vangelo”
tali da infondere nella nostra famiglia serenità, pace, perdono,
fiducia, armonia...? Ci impegniamo a difendere la sacralità e la
bellezza della vita dei nostri cari invocando su di loro la forza dello
Spirito santo?
2.
Abbiamo
mai verificato in che modo – come gruppo – testimoniamo l’amore di Gesù
alle altre persone, in modo particolare alle persone lontane? Superando
i limiti personali di ciascuno, negli incontri del gruppo puntiamo
insieme alla bellezza del condividere la stessa fede nel Risorto? Nei
momenti di preghiera personale e di gruppo ci ricordiamo delle persone
che sono ancora lontane dalla fede in Gesù? Cercando di vincere i
problemi della nostra Comunità parrocchiale, testimoniando anzitutto la
nostra passione per Gesù, per la sua risurrezione, per la bellezza del
Vangelo? Ci sentiamo tutti coinvolti in questa avventura del Risorto?
PREGHIERA
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
Ancora una volta,
Tu ci sorprendi, Gesù!
Quando crediamo
che non c’è più niente da fare,
arrivi Tu a darci la Speranza.
Quando vediamo solo il buio della notte,
arrivi Tu a darci la Luce.
Quando non sappiamo cosa scegliere,
arrivi Tu a indicarci la Via.
Quando siamo soli,
arrivi Tu che sei l’Amico.
Quando siamo pentiti,
arrivi Tu che sei il Perdono.
Quando un sacrificio per un amico costa fatica,
arrivi Tu che sei la Fortezza.
Signore, Tu sei la nostra sorpresa quotidiana:
arrivi sempre a portarci
la parola buona del Vangelo
e l’avere incontrato Te
è tutto il nostro bene.
È
il momento di metterti in moto, di agire in conseguenza di quanto hai
ascoltato, per produrre nella tua vita frutti di Vangelo.
Trova
del tempo per porti da solo di fronte al mistero della risurrezione di
Gesù e lascia interrogare la tua vita dal suo amore per te e per tutti.
Ritrova un contatto vitale e profondo con il Risorto, per essere un
umile e autentico testimone di Gesù.
Durante il prossimo incontro di gruppo prova a fare la tua testimonianza di fede.
Rifletti, prega e ringrazia!
AUDIO DELLA LECTIO DIVINA
per richiedere l'audio dell'incontro contattare direttamente sergio.carettoni@gmail.com