giovedì 24 dicembre 2015

Gesù è il dono di Dio per te

(Feria prenatalizia – 24 dicembre)

Dal racconto evangelico di Luca

Allora Zaccaria, suo padre, fu riempito di Spirito Santo e si mise a profetare: «Benedetto il Signore, il Dio d'Israele: è venuto incontro al suo popolo, lo ha liberato. Per noi ha fatto sorgere un Salvatore potente tra i discendenti di Davide, suo servo. Da molto tempo lo aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti. Ci ha liberato dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano. Ha avuto misericordia dei nostri padri, è rimasto fedele alla sua alleanza. Ha giurato ad Abramo, nostro padre, di strapparci dalle mani dei nemici. Ora possiamo servirlo senza timore, santi e fedeli a lui per tutta la vita.

mercoledì 23 dicembre 2015

Dai un nome ai doni di Dio

(Feria prenatalizia - 23 dicembre)

Dal racconto evangelico di Luca

Giunse intanto per Elisabetta il tempo di partorire e diede alla luce un bambino. I suoi parenti e i vicini si rallegravano con lei perché avevano sentito dire che il Signore le aveva dato una grande prova della sua bontà. Quando il bambino ebbe otto giorni vennero per il rito della circoncisione. Lo volevano chiamare Zaccaria, che era anche il nome di suo padre. Ma intervenne la madre: «No! - disse - Il suo nome sarà Giovanni». 

martedì 22 dicembre 2015

Lui non tradisce la tua fiducia

(Feria prenatalizia - 22 dicembre)

Dal racconto evangelico di Luca 

Rispondendo a Elisabetta, Maria disse: «Grande è il Signore: lo voglio lodare. Dio è mio salvatore: sono piena di gioia.
Ha guardato a me, alla sua povera serva: tutti, d'ora in poi, mi diranno beata. Dio è potente: ha fatto in me grandi cose, santo è il suo nome.
La sua misericordia resta per sempre con tutti quelli che lo servono. Ha dato prova della sua potenza, ha distrutto i superbi e i loro progetti. Ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra gli oppressi. Ha colmato i poveri di beni, ha rimandato i ricchi a mani vuote.

lunedì 21 dicembre 2015

Tu domani lo imparerai


(Feria prenatalizia – 21 dicembre)

Dal racconto evangelico di Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio e raggiunse in fretta un villaggio che si trovava nella parte montagnosa della Giudea.
Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito, ed essa fu colmata di Spirito Santo e a gran voce esclamò: «Dio ti ha benedetta più di tutte le altre donne, e benedetto è il bambino che avrai! Che grande cosa per me! Perché mai la madre del mio Signore viene a farmi visita? Appena ho sentito il tuo saluto, il bambino si è mosso dentro di me per la gioia. Beata te che hai avuto fiducia nel Signore e hai creduto che egli può compiere ciò che ti ha annunziato».

domenica 20 dicembre 2015

Nel mio viaggio ci sei tu

(Domenica - 4ª di Avvento)

Dal racconto evangelico di Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio e raggiunse in fretta un villaggio che si trovava nella parte montagnosa della Giudea.
Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito, ed essa fu colmata di Spirito Santo e a gran voce esclamò: «Dio ti ha benedetta più di tutte le altre donne, e benedetto è il bambino che avrai! Che grande cosa per me! Perché mai la madre del mio Signore viene a farmi visita? Appena ho sentito il tuo saluto, il bambino si è mosso dentro di me per la gioia. Beata te che hai avuto fiducia nel Signore e hai creduto che egli può compiere ciò che ti ha annunziato».

sabato 19 dicembre 2015

Tu, invece, ci credi davvero

(Feria prenatalizia - 19 dicembre)

Dal racconto evangelico di Luca

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote che si chiamava Zaccaria e apparteneva all'ordine sacerdotale di Abìa. Anche sua moglie, Elisabetta, era di famiglia sacerdotale: discendeva infatti dalla famiglia di Aronne. Essi vivevano rettamente di fronte a Dio, e nessuno poteva dir niente contro di loro perché ubbidivano ai comandamenti e alle leggi del Signore. Erano senza figli perché Elisabetta non poteva averne, e tutti e due ormai erano troppo vecchi.


venerdì 18 dicembre 2015

Le scelte del cuore

(Feria prenatalizia - 18 dicembre)

Dal racconto evangelico di Matteo

Ecco come è nato Gesù Cristo. Maria, sua madre, era fidanzata con Giuseppe; essi non vivevano ancora insieme, ma lo Spirito Santo agì in Maria ed ella si trovò incinta. Ormai Giuseppe stava per sposarla. Egli voleva fare ciò che era giusto, ma non voleva denunziarla di fronte a tutti. Allora decise di rompere il fidanzamento, senza dire niente a nessuno.

giovedì 17 dicembre 2015

Tu sei famiglia di Dio

 (Feria prenatalizia - 17 dicembre)

Dal racconto evangelico di Matteo
 
Gesù Cristo è discendente di Davide, il quale a sua volta è discendente di Abramo. Ecco l'elenco degli antenati della sua famiglia: Abramo fu il padre di Isacco; Isacco di Giacobbe; Giacobbe di Giuda e dei suoi fratelli; Giuda fu il padre di Fares e Zara (loro madre fu Tamar); Fares di Esrom; Esrom di Aram; Aram fu il padre di Aminadàb; Aminadàb di Naassòn; Naassòn di Salmòn: Salmòn fu il padre di Booz (la madre di Booz fu Racab); Booz fu il padre di Obed (la madre di Obed fu Rut); Obed fu il padre di Iesse; Iesse fu il padre di Davide.

mercoledì 16 dicembre 2015

Beato se non perdi la tua fede in me

Mercoeldì - 3ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca
Rinchiuso in carcere, Giovanni il Battista, chiamati due dei suoi discepoli, li mandò dal Signore a chiedergli: «Sei tu quello che deve venire oppure dobbiamo aspettare un altro?». Quando arrivarono da Gesù quegli uomini dissero: «Giovanni il Battezzatore ci ha mandati da te per domandarti se sei tu quello che deve venire o se dobbiamo aspettare un altro».

martedì 15 dicembre 2015

Le tue mani e i sogni di Dio

Matedì - 3ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Poi Gesù disse loro: «Vorrei conoscere il vostro parere. C'era un uomo che aveva due figli. Chiamò il primo e gli disse: “Figlio mio, oggi va' a lavorare nella vigna”. Ma quello rispose: “No, non ne ho voglia”; ma poi cambiò idea e ci andò. Chiamò anche il secondo figlio e gli disse la stessa cosa. Quello rispose: “Sì, padre”, ma poi non ci andò. Ora, ditemi il vostro parere: chi dei due ha fatto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».


lunedì 14 dicembre 2015

Tu hai il permesso, Gesù!

Lunedì - 3ª di Avvento
 
Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù venne di nuovo nel Tempio. Mentre se ne stava là a insegnare, i capi dei sacerdoti e le altre autorità del popolo si avvicinarono a lui e gli domandarono: «Che diritto hai di fare quel che fai? Chi ti ha dato l'autorità di agire così?». Gesù rispose loro: «Voglio farvi anch'io una domanda; se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio queste cose. Dunque, Giovanni, chi lo ha mandato a battezzare? Dio o gli uomini?».


domenica 13 dicembre 2015

E io che cosa devo fare?

Domenica - 3ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca

In quel tempo, tra la folla qualcuno interrogava Giovanni, il Battezzatore, chiedendo: «In fin dei conti che cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispondeva: «Chi possiede due abiti ne dia uno a chi non ne ha, e chi ha dei viveri li distribuisca agli altri».
Anche alcuni agenti delle tasse vennero da Giovanni per farsi battezzare. Gli domandarono: «Maestro, noi che cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispose: «Non prendete niente di più di quanto è stabilito dalla Legge».

sabato 12 dicembre 2015

La pace è possibile sempre

Sabato - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Poi i discepoli fecero una domanda a Gesù: «Perché dunque i maestri della Legge dicono che prima di tutto deve tornare il profeta Elia?».
Egli rispose: «È vero, prima deve venire Elia per mettere in ordine ogni cosa. Vi assicuro però che Elia è già venuto, ma non l'hanno riconosciuto e gli hanno fatto quel che hanno voluto. Allo stesso modo faranno soffrire anche il Figlio dell'uomo». Allora i discepoli capirono che aveva parlato di Giovanni il Battezzatore.

venerdì 11 dicembre 2015

Sei strumento di Dio

Venerdì - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo 

Gesù disse ancora: «A chi posso paragonare la gente d'oggi? Sono come bambini seduti in piazza che gridano gli uni contro gli altri: “Vi abbiamo suonato con il flauto una musica allegra, e non avete ballato; vi abbiamo cantato un canto di dolore, e non vi siete battuti il petto”.
Così avviene oggi. È venuto Giovanni il Battezzatore, il quale non mangia e non beve, e dicono: "È un indemoniato". Poi è venuto il Figlio dell'uomo, il quale mangia e beve, e dicono: "Questo è un mangione e un beone, amico di quelli delle tasse e di altre persone di cattiva reputazione". Eppure la Sapienza di Dio è manifestata dalle sue opere».

giovedì 10 dicembre 2015

Questo è amore infinito!!!

Giovedì - 2ª di Avvento
Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù disse ai suoi discepoli: «Anzi, vi assicuro che tra gli uomini nessuno è mai stato più grande di Giovanni il Battezzatore. Eppure, il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Dal tempo di Giovanni il Battezzatore fino a oggi il regno di Dio incontra opposizione perché i violenti vi si oppongono. Tutti i profeti e tutta la legge di Mosè hanno parlato del regno di Dio, fino al tempo di Giovanni. E se volete credermi, è Giovanni quel profeta Elia che deve tornare. Chi ha orecchi, cerchi di capire!».

mercoledì 9 dicembre 2015

Tu puoi trovare la pace

Mercoledì - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù disse ai suoi discepoli: «Venite con me, tutti voi che siete stanchi e oppressi: io vi farò riposare. Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, perché quel che vi comando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero». 

martedì 8 dicembre 2015

L'amore vuole tutti salvi

Martedì - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù disse: «Provate a pensare: se un tale possiede cento pecore e gli accade che una si perde, che cosa farà? Non lascerà le altre novantanove sui monti per andare a cercare quella pecora che si è perduta?  
E se poi la trova, vi assicuro che sarà più contento per questa pecora, che non per le altre novantanove che non si erano perdute.

lunedì 7 dicembre 2015

Nella bottega di Dio

Lunedì - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca 

Un giorno Gesù stava insegnando. Da molti villaggi della Galilea e della Giudea e da Gerusalemme erano venuti alcuni farisei e maestri della Legge, i quali si erano messi a sedere attorno a Gesù: Dio gli aveva dato il potere di guarire i malati.

Mentre parlava, alcune persone portarono verso Gesù un uomo: era paralitico e giaceva sopra un letto. Volevano farlo passare e metterlo davanti a Gesù, ma non riuscivano a causa della folla. Allora salirono sul tetto di quella casa, levarono delle tegole e fecero scendere il letto con dentro il paralitico proprio nel mezzo dove si trovava Gesù.

domenica 6 dicembre 2015

Il tamburo di una voce

Domenica - 2ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca

Era l'anno quindicesimo del regno dell'imperatore Tiberio. Ponzio Pilato era governatore nella provincia della Giudea. Erode regnava sulla Galilea, suo fratello Filippo sull'Iturèa e sulla Traconìtide, e Lisània governava la provincia dell'Abilène, mentre Anna e Caifa erano sommi sacerdoti. In quel tempo Giovanni, il figlio di Zaccaria, era ancora nel deserto. Là Dio lo chiamò.

sabato 5 dicembre 2015

È un patto di fiducia il tuo

Sabato - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù percorreva città e villaggi, insegnava nelle sinagoghe e annunziava il regno di Dio, guariva tutte le malattie e tutte le sofferenze. Vedendo le folle Gesù ne ebbe compassione, perché erano stanche e scoraggiate, come pecore che non hanno un pastore. Allora disse ai discepoli: «La messe da raccogliere è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone del campo perché mandi operai a raccogliere la sua messe».

venerdì 4 dicembre 2015

Ce n'è per tutti

Venerdì - 1ª di Avvento
 
Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù passava di là, e due ciechi si misero a seguirlo gridando: «Pietà di noi, Figlio di Davide!». Quando arrivò a casa, i ciechi gli andarono vicino e Gesù domandò: «Credete che io possa fare quello che mi chiedete?». Essi risposero: «Sì, Signore». Allora egli toccò i loro occhi e disse: «Come avete creduto, così avvenga!».
 E i loro occhi cominciarono a vedere. Poi Gesù, parlando severamente, disse loro: «Ascoltatemi bene: fate in modo che nessuno lo sappia!». Ma quelli, appena usciti, parlarono di lui in tutta la regione.

giovedì 3 dicembre 2015

Nella palestra della Parola

Giovedì - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Gesù disse ai suoi discepoli: «Non tutti quelli che dicono: 'Signore, Signore!' entreranno nel regno di Dio. Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è in cielo.
Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo intelligente che ha costruito la sua casa sulla roccia. È venuta la pioggia, i fiumi sono straripati, i venti hanno soffiato con violenza contro quella casa, ma essa non è crollata, perché le sue fondamenta erano sulla roccia.

mercoledì 2 dicembre 2015

In silenzio Lui cammina con te

Mercoledì - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Poi Gesù andò verso il lago di Galilea, salì sopra una collina e si sedette. Molta gente venne da lui portando zoppi, storpi, ciechi, muti e molti altri malati. Li mettevano a terra, vicino ai suoi piedi, ed egli li guariva. La gente era piena di meraviglia perché vedeva che i muti incominciavano a parlare, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano bene e i ciechi riacquistavano la vista. Allora tutti lodavano il Dio d'Israele.

martedì 1 dicembre 2015

Lui sceglie sempre te

Martedì - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca 

In quella stessa ora Gesù fu pieno di gioia per opera dello Spirito Santo e disse: «Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra; perché tu hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli. Sì, Padre, così tu hai voluto».
E disse ancora: «Il Padre mio ha messo tutto nelle mie mani. Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre; così pure nessuno sa chi è il Padre se non il Figlio e quelli ai quali il Figlio lo vuoi rivelare».

lunedì 30 novembre 2015

Un dono speciale tra le mani

Lunedì - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Quando Gesù entrò nella città di Cafàrnao, gli si avvicinò un ufficiale dell'esercito romano e si mise a chiedergli aiuto: «Signore, il mio servitore è a casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma l'ufficiale rispose: «No, Signore, io non sono degno che tu entri in casa mia. Basta che tu dica soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io ho i miei superiori e ho dei soldati ai miei ordini. Se dico a uno: Va', egli va; se dico a un altro: Vieni, quello viene; se dico al mio servitore: Fa' questo!, egli lo fa».

domenica 29 novembre 2015

La gioia per la liberazione

Domenica - 1ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ci saranno anche strani fenomeni nel sole, nella luna e nelle stelle. Sulla terra i popoli saranno presi dall'angoscia e dallo spavento per il fragore del mare in tempesta. Gli abitanti della terra moriranno per la paura e per il presentimento di ciò che dovrà accadere. Infatti le forze del cielo saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra una nube, con grande potenza e splendore! Quando queste cose cominceranno a succedere, alzatevi e state sicuri, perché è vicino il tempo della vostra liberazione.

domenica 27 settembre 2015

Chi non è contro di noi è con noi

[ Mc 9,38-40 ] 

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto un uomo che usava il tuo nome per scacciare i demòni, e noi abbiamo cercato di farlo smettere perché non è uno dei nostri». Ma Gesù disse: «Lasciatelo fare. Perché non c'è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio, e poi subito si metta a parlar male di me. Chi non è contro di noi è con noi». 

Pensare che solo all’interno di certe mura, dentro una data esperienza di fede e di chiesa, sia possibile produrre e fare il bene alle persone non è altro che un vero e proprio peccato di superbia e di presunzione.
Anche Giovanni, il discepolo prediletto dal Signore, ci cade in pieno in questa mancanza di apertura mentale: non solo egli pensa che altri non si debbano permettere di operare il bene, ma addirittura allunga la mano per bloccare chi, proprio perché fuori dal gruppo, si è preso la libertà di fare il bene usando il nome di Dio. Per Giovanni impedire ogni forma di abuso, che il bene, opera taumaturgica di Dio, resti cioè sotto controllo, è questione di garanzia e di sua fedeltà alla missione del Nazareno. Un po’ come se Giovanni dicesse: “Se per caso non te ne sei accorto, Gesù, ci penso io a difendere i tuoi interessi”.

domenica 20 settembre 2015

Il Signore sostiene la mia vita

[ Mc 9,30-37 ]

Poi se ne andarono via di là e attraversarono il territorio della Galilea. Gesù non voleva che si sapesse dove erano. Infatti preparava i suoi discepoli insegnando loro: «Il Figlio dell'uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini ed essi lo uccideranno; ma egli risorgerà dopo tre giorni». Ma i discepoli non capivano queste parole e avevano paura di interrogare Gesù.
Intanto arrivarono a Cafàrnao. Quando Gesù fu in casa domandò ai discepoli: «Di che cosa stavate discutendo per strada?». Ma essi non rispondevano. Per strada infatti avevano discusso tra di loro chi fosse il più grande.
Allora Gesù, sedutosi, chiamò i dodici discepoli e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». Poi prese un bambino, e lo portò in mezzo a loro, lo tenne in braccio e disse: «Chi accoglie uno di questi bambini per amor mio accoglie me. E chi accoglie me accoglie anche il Padre che mi ha mandato».

Di un punto d'appoggio ne abbiamo bisogno un po’ tutti. Chi più chi meno sentiamo molto forte dentro di noi il bisogno di una certezza, di una roccia ferma, solida, una convinzione su cui radicare tutto noi stessi.
Sciocco è colui che non cambia idea quando attorno a lui cambia il contorno della sua vita. Tuttavia, molto stupido è colui che cambia le sue convinzioni, i suoi principi, i valori su cui poggiano i suoi piedi, solo perché diminuisce il consenso alla sua persona.

sabato 8 agosto 2015

La paura può essere la forza dei coraggiosi

08 agosto
 
Non c’è altra via d’uscita da un problema legato alla perdita di una persona se non quella di vincere la paura dell’ignoto, di quello cioè che non si conosce abbastanza e che, di conseguenza, genera in se stessi ansia e turbamento. È possibile affrontare e imbrigliare la paura, facendo ricorso a vie già sperimentate e frequentate più volte quali il tatto, la vista, l’udito… – insomma, le vie vitali dei cinque sensi.

Di fronte alla perdita di una persona importante, che a maggior ragione si dice cara, solo il ricorso all’arte dei cinque sensi ci dà la prova ultima che quella persona d’ora in poi non si vedrà più, non si potrà più udire, toccare… frequentare come prima. La scomparsa in una preziosa relazione interpersonale del come prima getta tutti nello spavento del momento presente e futuro. “E adesso cosa faccio?” – normalmente ci si domanda –, per chiedersi con cruda concretezza che cosa in una relazione è cambiato per sempre e che cosa, per logica conseguenza, dovrà cambiare da ora in poi.

La reazione emotiva e di difesa di fronte a una perdita e a un’assenza ormai certa e definitiva di una persona dall’orizzonte della propria vita, più che motivo di scoraggiamento e di senso di abbandono può diventare stimolo ed occasione per superare la paura dell’oltre. È un atto di volontà, se non proprio razionale almeno affettivo, questo aggirare l’ostacolo dell’immobilismo di una persona morta che, di riflesso, blocca i propri processi di movimento interiore: l’altra persona non è più un moto a e da luogo di relazione, la destinazione e la provenienza corrisposta di attenzioni reciproche. Tutto rischia di rimanere sospeso nel vuoto e nell’impossibilità di continuare come pochi istanti prima a colorare ancora l’intreccio delle proprie storie di vita.

Ipotizzare un oltre vita, pensare e abitare un al di qua, ammettendo la possibilità di un oltre, diventa questione di coraggio affettivo, quando nessun pensiero, nessun pregiudizio sul dopo vita, insieme ad altro ancora, sono capaci di toglierci la forza del desiderio e del dialogo interiore, profondo, con chi ci ha lasciato. La paura dell’impossibile frequentazione dell’oltre vita può solo generare coraggio di cuore, quando prendiamo atto che l’amore per una persona non smette di pulsare sia al di qua sia al di là del muro, cercando nuove vie di incontro e di abbracci oltre
 

venerdì 7 agosto 2015

O il nulla, oppure il diverso

07 agosto
 
Alla fine non resta altra possibilità che accettare l’inaccettabile: la morte, cioè, di una persona per noi importante, così come quella di una persona che, anche se prima ad essa non ci sentivamo legati con il cuore, eppure puntualmente ci ritorna ora in mente, senza comprendere appieno il perché del suo ricordo.
 
Ma accettare l’inaccettabile, ricordare il ricordabile non basta. Per quanto uno si possa opporre con tuto se stesso all’evidenza della perdita di una persona, alla fine non resta altro che quella perdita, con cui fare i conti, e la sensazione profonda di una porta chiusa per sempre, di fronte alla quale improvvisamente scopriamo di essere rimasti al di qua della sua chiave.
 
La perdita di una persona fa male, certo che fa male, eccome, ma ancora di più fa un male diverso, paralizzante, profondo, l’impossibilità di continuare con chi se ne è andato via per sempre un rapporto, una relazione, che ora abbiamo capito essere importante e di cui sentiamo di avere davvero bisogno.
 
Che fare? Accettare supinamente l’inevitabilità di perdersi l’un l’altro? Non accettarla? Ribellarsi? Ma a chi e per che cosa? È un bel problema!
 
E giusto per complicare quanto facile non è già di suo, eccoci di fronte al bivio dentro: o il nulla o il diverso. O consegnare al nulla la persona che sta oltre la porta della nostra vita, o ipotizzare che la sua perdita ci indichi un diverso dal presente, una dimensione che in questo momento non consociamo a sufficienza, ma che possiamo pensare essere l’anticipazione di un nuovo modo di vivere oltre questa esperienza materiale.
 
Perché no? O il nulla, oppure il diverso per sempre.

 

martedì 4 agosto 2015

E intanto il silenzio parla

04 agosto

Proprio quando non udiamo più parole di risposta, proprio quando le nostre domande restano tali e non più raccolte, proprio quando ci rendiamo conto che non c’è più un tu in stato di comunicazione con noi, proprio allora il silenzio fuori di noi si mette in dialogo con il silenzio dentro di noi.

Prima ci accorgiamo che al di qua del muro siamo rimasti noi, con solo noi stessi, prima scopriamo quanto il silenzio abbia in sé la forza di trasformare la perdita di una persona nel guadagno di quella persona. Sembra assurdo, eppure è proprio così: quando rientriamo in contatto con il profondo della nostra verità esistenziale proprio allora ritroviamo il senso e il valore irripetibile ed unico della nostra relazione con gli altri.

E così il silenzio al di là del muro fa il suo lavoro in collaborazione con il silenzio al di qua del muro: da una parte ci aiuta ad ascoltare il tintinnio delle nostre emozioni, viceversa ci aiuta a ritrovare il ritmo dei nostri respiri di vita; in un senso ci aiuta a guardarci alle spalle per misurare il valore delle esperienze passate, quelle più vere, nell’altro senso ci aiuta a misurare noi stessi nel momento presente, all’interno delle attuali esperienze di vita in corso; infine, ritroviamo in noi la certezza della fine e l’imperativo di un nuovo inizio, quando accettiamo di non poter più modificare il passato, ma ci disponiamo a vivere il presente con uno stile relazionale decisamente diverso da prima.

E dopo il rumore delle parole, alla fine il silenzio parla, certo che parla, di noi stessi a noi stessi, alla nostra coscienza, alla nostra intelligenza, al nostro cuore e a ciascuno spiega come l’infinito precede, avvolge e segue le parentesi di vita di tutte le persone; di una in particolare che, oltre il muro, già ha fatto sua ed abita un’altra dimensione, pur restando inspiegabilmente sempre in contatto con noi, come nostra mentore: una perdita prima, un guadagno ora non da poco!

lunedì 3 agosto 2015

Che fare al di qua del muro?

03 agosto

Trasportati, come accade ogni giorno, dalla melodia incalzante della vita, non sempre prestiamo la dovuta e fraterna attenzione a quello cui vanno incontro le persone che fino a pochi istanti prima ci camminavano accanto. Eppure, basta la frazione di un semplice e fragile secondo per accorgersi quanto, di colpo, l’inaspettato possa ergersi come un muro incorporeo, eppure pur sempre invalicabile, nel campo delle relazioni umane.

Al di qua e al di là dell’invisibile ciascuno resta abbracciato alla carta da pacco del dono della sua vita. C’è chi si sofferma a ricordare, a trattenere ancora per un istante la vibrazione delle emozioni di un tempo; chi tenta di gettare lo sguardo oltre, per capire e per dare un senso all’inspiegabile; c’è chi usa gli occhi come sorgenti di inarrestabili rivoli di dolore; c’è chi… e c’è chi non è più.

Ai mille monologhi senza più orecchie in ascolto e labbra pronte ad accogliere le sillabe sedute di risposte tutte ancora da prendere il volo, si contrappone una seconda via, quella delle nostre teste appoggiate al muro dell’ignoto.

Ecco cosa si può fare al di qua del muro: appoggiare il proprio orecchio alla parete dell’invisibile e scandagliare l’ignoto in cerca di una risposta alla nostra preghiera: “Ehi, c’è qualcuno in ascolto?”.

domenica 2 agosto 2015

Un passo di troppo e ci si perde per sempre

02 agosto
 
I nostri passi sono misurati, ogni minuto, ogni giorno. Un tanto di passi al mese, un buon quantitativo in un anno. Un preciso e calcolabile numero di passi compiuti nell’arco di un’esistenza.
E all’interno di questi passi ci sta la vita di ciascuna persona: le nostre storie, i nostri sogni, le speranze e gli amori, la nostra operosità e in ognuno, immancabili, le piccole o grandi ferite interiori.
 
Ma quando una persona smette di condividere i suoi passi con gli altri compagni di viaggio cosa succede? Quando, rispetto a loro, ne fa uno in più, oltre il limite del tempo e dello spazio che è dato di vivere - un passo oltre il respiro della vita – cosa accade?

Un passo di troppo crea distanza, uno spazio umanamente incolmabile, poiché esso risulta già oltre la soglia delle capacità di chi è rimasto al di qua. Basta un passo di troppo e ci si perde per sempre, senza possibilità di ritorno o di recupero.

Una persona dopo l’altra, a suo tempo e suo malgrado, compie il passo dell’oltre, dando a tutti la certezza di un perdersi per sempre.
 

sabato 1 agosto 2015

Saluta con gratitudine anche gli addii mai ricevuti

01 agosto

Lungo il sentiero della propria vita inaspettatamente arriva la sera in cui, facendo il bilancio della giornata, ci si accorge che un compagno di strada, una persona quanto mai cara, ora non è più, come sempre, seduta al nostro al fianco: ha smesso di camminare con noi e, benché giunti insieme a uno dei tanti bivi della vita, liberamente ha scelto di incamminarsi per un’altra strada.


Se fino a quel momento nessuno se ne era accorto, alla conta della sera, la verità dell’intenzione dei cuori è più che mai manifesta a tutti.

Nel silenzio, via via avvolgente della notte, restano sveglie e chiacchierone tra loro inarrestabili domande sul "perché?” di quella scelta, altra rispetto al cammino compiuto fino ad allora. E la falce delle domande, illuminata dalle stelle, volteggiando sopra la fioritura di mille pensieri, un passaggio dopo l’altro miete i ricordi più belli, affidandoli alla custodia del cuore.

Che dire, Signore? Nulla. Cosa fare, Signore? Nulla, se non quello che hai fatto tu: hai rispettato la libertà di tutti e, pur misurando dentro di te il peso del vuoto lasciato da altri, hai proseguito il tuo cammino, portandoti però nel cuore il colore degli occhi delle persone che, nonostante tutto, hai amato davvero e che da quel momento in poi, con riconoscenza infinita per quello che esse sono state per te, hai affidato alla brezza di un nuovo mattino, il loro.

giovedì 30 aprile 2015

Nell’oltre c’è lo stupore di un amore

30 aprile 

Andare oltre è segno d’intelligenza, è impronta di sopravvivenza, pur restando ancora per un poco avvolti dal buio di ciò che per il momento non si ha modo di conoscere bene. Non è mancanza di fiducia nel valore del presente, una sorta di tradimento dell’importanza dell’adesso. 
Andare oltre è il segno di una volontà che varca in uscita le porte di ciò che è scontato e che non permette a nessuno di restare fermo, paralizzato, quasi ancorato al frangente del suo esistere. Andare oltre è soprattutto togliere le ancore dal recente passato per volgere sguardo e passi al prossimo futuro. 

mercoledì 29 aprile 2015

Dentro di te ti ricorderai che più forte è l’amore

29 aprile

Per quanto possa risultare bello ed emozionante, nel percorso della fede non si vive di sola passione, di innamoramenti spirituali, quasi in balia di un evento emotivo dopo l’altro, sempre alla ricerca di qualcosa che possa durare comunque il più a lungo possibile.
Un percorso di fede, affannato dal bisogno di continui effetti speciali, ammesso che ce ne siano così in abbondanza, è destinato a creare, più che risolvere, sete d’infinto.

giovedì 23 aprile 2015

Afferrare i sogni di Dio è imparare a volare

23 aprile 

Ci sono persone che quando spiccano il volo nella loro vita dimostrano di non essere paragonabili a piccoli passerotti o a rondini di primavera, ma ad aquile di affascinante bellezza e di incalcolabile potenza. 
Guardare alle insicurezze, alla titubanza, all’ansia e alle paure di chi abbiamo di fronte o accanto nella vita, spesso ci porta a definire quella persona per ciò che gli manca – volontà, coraggio, forza –, piuttosto che per quello che potrebbe essere in futuro, se solo fosse messa nella condizione favorevole per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Il giudizio che abbiamo e facciamo sulle mancanze, pur sempre presenti in tutte le persone, spessissimo non è mai aperto alla positività e alla speranza del cambiamento, ma alla tentazione di raggruppare e rinchiudere ciascuno in recinti di pregiudizio ben definiti.

domenica 19 aprile 2015

E in una frazione di secondo tutto prende fuoco

19 aprile 

Dio si rende presente nella vita delle persone in diversi momenti del loro incedere, in diverse occasioni e fasi del loro esistere; tante e quante volte solo a lui è dato di sapere e alle singole persone di scoprire quando meno se lo aspettano. 
In un modo del tutto speciale, così come solo Dio è capace di fare, egli entra in contatto con la parte più intima di un uomo e di una donna, in quella stanza segreta dell’animo di cui nessuno possiede la chiave della porta. Lungo il sentiero della delicatezza e della discrezione, mentre si rivela gradualmente a tutti, con alcuni Dio non esita ad essere particolarmente generoso di sé. È una sua scelta, quella di oltrepassare le porte chiuse, quella di costruire insieme ad alcune persone una storia di bene e di salvezza per loro e, grazie al dono generoso della loro vita, per il bene e per la salvezza di tutti gli altri. 

venerdì 17 aprile 2015

Cammin facendo, Tu ti fidanzi con la mia gioia

17 aprile

Per quanto si possa sforzare, o per come esso voglia spiegare a chi non intende come stanno realmente le cose, il mondo non riuscirà mai a penetrare in profondità che cosa accade di fantastico nella vita di una persona quando essa incrocia con il suo sguardo quello di Dio.
Per quanto esso sia vasto e immenso, rispetto alla piccolezza e alla fragilità dell’umanità che lo abita provvisoriamente, il mondo non potrà mai riempire la vastità del cuore e della mente di una singola persona.

giovedì 16 aprile 2015

Ti prego, Gesù, riprendi in mano la corda!

16 aprile

Non è sempre facile ammetterlo, eppure talvolta ci viene quasi spontaneo scegliere di sfidare Dio al gioco del tiro alla fune.
Ci sono cose di lui, del suo modo di pensare e di esprimersi, del suo modo di intersecare le nostre storie personali che vanno oltre i limiti della nostra comprensione, della nostra capacità di fidarci di lui. E allora lo sfidiamo a viso aperto, giusto per vedere chi avrà la meglio.
Da che mondo è mondo, è sempre stato così: avere a che fare con Dio è questione di coraggio; una buona dose di coraggio, che non è impossibile riuscire a coltivare, a raccogliere e a custodire con cura dentro lo zaino della propria vita.

sabato 11 aprile 2015

Ma tu, Signore, ami davvero anche i miei dubbi?

11 aprile

Il dubbio può essere paragonabile ad un tarlo, così insistente, così caparbio, da scavare infiniti spazi vuoti dentro qualsiasi certezza di vita, un lavoro certosino il suo, fino a rendere fragile anche la più forte delle convinzioni personali. Seriamente pericoloso, in molte persone il tarlo del dubbio attacca e polverizza da dentro la solidità di un cammino spirituale e arriva anche al punto di lacerare il delicatissimo tessuto delle relazioni umane.

giovedì 9 aprile 2015

La tua vocazione nella Chiesa, oltre la Chiesa

09 aprile
 
Non è mai successo che Dio abbia scelto e chiamato una persona a sé, per una sua speciale consacrazione di vita, senza prima mettere dentro a quella scelta e a quella chiamata la sua emozione, la sua passionalità divina.
Ogni essere umano è il risultato di una vibrazione emotiva e affettiva di Dio. Dai moti danzanti della gioia, appena Dio intuisce giungere sul davanzale della labbra della persona da lui vocata un accenno di risposta affermativa alla sua proposta vocazionale, fino ai lenti e sofferti respiri di preoccupazione, di fronte al torpore, alla titubanza o all’angoscia nel non rispondere della persona da lui scelta, Dio partecipa con tutto se stesso alla gestazione e alla realizzazione, passo dopo passo, della storia di una vocazione.

martedì 7 aprile 2015

Parla chiaro, Gesù!

07 aprile

In tutte le lingue del mondo, la grammatica ha la sua importanza. Qualcuno direbbe che la fa da padrona rispetto alla voglia di libertà d’espressione di tante persone. Comunque la si voglia considerare, secondo usi e tradizioni consolidati nel tempo, la grammatica regola e struttura la formulazione corretta dei pensieri e del racconto delle emozioni in corso, facendo in modo che le parole che si stanno per usare occupino ciascuna il proprio posto all’interno di una frase che risulterà agli altri ben composta, ben ordinata.

lunedì 6 aprile 2015

Nella tua preghiera i sogni di Dio respirano l’infinito

06 aprile
 
Nel succedersi dei giorni il cammino di una vocazione è ritmato dal battito della preghiera. Non si tratta solo della preghiera liturgica, preziosa per parole e gesti, simboli e riti, scansione di tempi e ore condivise; preghiera fatta insieme, che può esprimere la fede gioiosa di una comunità.
Essendo il battito della preghiera frutto soprattutto della relazione intima e dialogica della persona scelta da Dio con il Dio della sua risposta, per quello che ti riguarda, la tua risposta alla chiamata di Dio la inizi a vivere anzitutto nella ricerca di uno spazio segreto e fedele di dialogo con lui, poi, e solo dopo, nel numero dei passi da te compiuti per lui e in mezzo agli altri tuoi compagni di viaggio.

giovedì 2 aprile 2015

Basta una lacrima per dire un Sì di gioia

02 aprile 

L’inizio della storia di una vocazione è dato da due cose: l’originalità e la pura iniziativa di Dio. È lui che sceglie chi chiamare; è lui che chiama chi ha scelto per amore; e i modi e i tempi di ogni vocazione li conosce solo lui.
Fin dal primo momento, però, Dio si avvale della collaborazione di tante persone, per spiegare e per fare comprendere alla persona da lui scelta il progetto di una vita donata interamente a lui e agli altri.

mercoledì 1 aprile 2015

Per Dio ogni vocazione è un’opera d’arte

01 aprile

Come uno scultore che abilmente con martello e scalpello sa colpire nel punto esatto un blocco di marmo dal quale vuole tirare fuori la sua opera d’arte, così Dio entra in contatto con la vita di una persona per tirare fuori da essa la bellezza di un sogno, il suo.
A regola d’arte, Dio usa la legge della sottrazione, per togliere via dalla massa informe della tua vita tutto ciò che copre, nasconde e ai più rende inimmaginabile la bellezza della tua storia personale. Sono le tante situazioni della vita, le molte esperienze e le infinite cose, ora dentro ora fuori a una persona, che preoccupano l’arte scultoria di Dio. Eppure, pur di raggiungere l’esplosione della bellezza di ciascuno, Dio non ha paura di metterci tutta la sua fatica, il suo impegno in prima persona.

sabato 28 marzo 2015

Anche un neonato sa parlare alla maternità di Dio

28 marzo 

Senza ombra di dubbio lo Spirito santo agisce instancabilmente nella vita di ogni credente, e in eguale misura nella vita di una comunità cristiana, in modo che solo lui sa. 
A tratti, invisibilmente e senza clamore, senza attirare l’attenzione dei curiosi, lo Spirito santo entra in azione con somma sensibilità là dove è atteso e invocato nella preghiera. Per prima cosa, anche se esso si rende presente alla soglia della vita di tutti e delicatamente bussa alla porta della libertà di ciascuno, ogni tipo di intervento gratuito del Cielo è possibile solo se allo Spirito di Dio si concede la possibilità di entrare in relazione con la concretezza della storia personale di una persona, così come di una comunità di fratelli e di sorelle nella medesima fede.

venerdì 27 marzo 2015

Adulti nella vita e nella fede è possibile ancora

27 marzo

Lungo il cammino della vita spirituale la tentazione più viscida che un credente possa incontrare è quella di permettere sì a Gesù di liberarlo dai suoi limiti, dalle sue difficoltà e dai suoi vecchi problemi, ma di non permettere a se stessi di uscire e di liberarsi dalla memoria della cose passate.
È una vita nuova nello Spirito, certo, quella iniziata e portata avanti con fatica, ma una vita spirituale accolta e vissuta a metà, senza la rottura con il passato, senza avere preso la decisione di spezzare una volta per tutte le catene e di fuggire da ogni forma di condizionamento e di incaglio della coscienza.

giovedì 26 marzo 2015

Anche il deserto può diventare una strada

26 marzo


Età di mezzo, o meglio, in una terra di mezzo, quella della vita, tra l’essere stati adolescenti e, due gradini più avanti, l’essere non ancora del tutto diventati adulti, il mondo dei giovani si arricchisce di un nuovo gruppo di personaggi quasi misteriosi, i giovani adulti.
È una fase della vita, quella di un giovane adulto, in cui la persona non ha ancora assunto appieno il suo posto, il suo ruolo, in generale in seno alla società, in particolare nella storia del proprio paese. Certo non per colpa loro. Comunque sia, per non si sa quale mistero, i giovani adulti si trovano bloccati al centro del crocevia della confusione delle relazioni: là dove sono considerati sempre troppo giovani dal mondo degli adulti; là dove, dall’opposto mondo dei ragazzi, sono visti già grandi, “già vecchi”.

mercoledì 25 marzo 2015

Dai piedi alla testa, siamo percorsi dal sogno di Dio

25 marzo
 
L’importanza e il valore di una comunità cristiana, soprattutto nel momento in cui un suo giovane è tutto impegnato a pensare e a formulare il proprio progetto di vita, importanza e valore stanno nella sua fedeltà a Dio e nella sua fedeltà all’uomo. 
Se non fosse fedele a Dio, cioè se non vivesse una relazione sincera con lui, secondo la dimensione dell’ascolto comunitario della Parola di Dio e della preghiera fraterna in Spirito santo e verità, quella comunità tradirebbe la sua identità di segno visibile della presenza di Dio all’interno della storia dell’umanità.