11 aprile
Il dubbio può essere paragonabile ad un tarlo, così insistente, così caparbio, da scavare infiniti spazi vuoti dentro qualsiasi certezza di vita, un lavoro certosino il suo, fino a rendere fragile anche la più forte delle convinzioni personali. Seriamente pericoloso, in molte persone il tarlo del dubbio attacca e polverizza da dentro la solidità di un cammino spirituale e arriva anche al punto di lacerare il delicatissimo tessuto delle relazioni umane.
Tuttavia, esiste anche un viceversa a questo dramma interiore, quando, cioè, il dubbio diventa un’impensabile occasione per qualcosa di totalmente nuovo, di molto positivo, l’attimo in cui, di fronte alla sua presa iniziale, la persona reagisce come quando essa si accorge di avere infilato per errore un tunnel buio e, con uno scatto imprevisto, si dirige verso la luce, verso la sua ritrovata libertà.
Spesso non lo si considera così, eppure il dubbio può trasformarsi addirittura in una forza di bene, non tanto perché metta in guardia chi lo avverte dell’esistenza di un pericolo imminente, quanto piuttosto perché dalle profondità segrete di una persona esso sprigiona la riscossa di una volontà di difesa. Se da una parte alcuni dubbi attaccano la compattezza di una vita, altri dubbi suscitano una reazione talmente forte, determinata, positiva, da salvare la stessa vita di una persona dalla morsa della sua negatività interiore.
Come in una storia affettiva, ritmata da sicurezze e da incertezze d’amore, anche nella storia di una vocazione il dubbio, quello spazio privo di sicurezze di vita, abita insistentemente i primi passi del nuovo cammino di Vangelo. Se lasciato libero di muoversi come ad esso pare e piace, rosicchiando ora questa ora quella dimensione interiore, il dubbio arriva perfino a rendere seriamente incerta la percezione dentro se stessi della vibrazione di Dio. Dio parla ma, indebolita dal vociare e dall’eco dei suoi dubbi, la persona non capisce più il contenuto vitale delle parole a lei rivolta. Anche il labiale di Dio è letto in modo distorto, quando mente e cuore non sono più serenamente pronte ad accogliere il messaggio positivo di Dio.
Giorno dopo giorno, e lo sappiamo per esperienza, lungo il cammino della nostra fede, il dubbio si trasforma in una cascata continua di domande. Le domande si scoprono sempre più affamate di segni inequivocabili di risposta e di conferma che Dio abbia davvero a che fare con la nostra storia personale. I segni della presenza attiva di Dio in noi e attorno a noi sono vagliati dalla lente della verità del cuore. E, investigato dalle emozioni e dai sentimenti suscitati dall’ascolto creativo del Vangelo, progressivamente il cuore a giungere a formulare la sua risposta di fede e di amore, risposta di accettazione o di rifiuto totale delle novità di Dio.
In riferimento alla tua vocazione, a quello che provi notte e giorno nel profondo del tuo respiro, è innegabile che i tuoi dubbi sulla verità o meno della chiamata di Dio siano più che legittimi; al tempo stesso, sono altrettanto legittime e degne di attenzione le risposte che provengono da Dio. Alla voce di Dio che ti chiama tu rispondi sempre mescolando tra loro piccole certezze di fede con altrettanti piccoli dubbi di fede; e tutto questo travaglio ti pone di fronte alla solitudine di una scelta da compiere, alla solitudine di una risposta da dare a Dio e agli altri.
Certo che se una vocazione fosse soltanto frutto di condizionamenti esterni – qualcuno, ad esempio, che senza troppo rispetto dica autoritariamente agli altri come essi debbano giocare la loro vita –, basterebbe fare quattro conti e ciascuno potrebbe imboccare velocemente la prima uscita di sicurezza. Invece non sempre è così, quando dall’altra parte della vocazione c’è Dio in persona.
Infatti! E se fosse Gesù a chiamarti davvero? Se il vero dubbio, il dubbio dei dubbi, fosse proprio questo? Se avverti profondamente che Gesù ti chiede di deciderti per lui è perché egli desidera avvalersi delle tue capacità, delle tue doti interiori, per realizzare insieme a te, grazie a te, un suo progetto d’amore. Chiaro è, che in questa sua scelta, egli ha inserito la concretezza della gioia, quella che tu poi fare tua per la tua vita.
I tuoi dubbi, allora, legittimi e rispettabili fino ad oggi, da oggi in poi che valore hanno? Sono semplici paure, o veri atti di non fede sulla serietà di quello che Gesù ti chiede? Se così fosse, se fosse davvero una questione di mancanza di fede e di fiducia in Gesù, i dubbi che ti arroventano dentro acquistano un valore di positività e di stimolo senza pari. Sono essi che ti provocano nel profondo, affinché tu ti decida a vedere in Gesù il sentiero della serenità e della pace per il tuo cuore e per la tua mente.
E alla fine, tanti dubbi producono una sola certezza, quella del tuo assoluto bisogno dell’amore di Dio!