giovedì 9 aprile 2015

La tua vocazione nella Chiesa, oltre la Chiesa

09 aprile
 
Non è mai successo che Dio abbia scelto e chiamato una persona a sé, per una sua speciale consacrazione di vita, senza prima mettere dentro a quella scelta e a quella chiamata la sua emozione, la sua passionalità divina.
Ogni essere umano è il risultato di una vibrazione emotiva e affettiva di Dio. Dai moti danzanti della gioia, appena Dio intuisce giungere sul davanzale della labbra della persona da lui vocata un accenno di risposta affermativa alla sua proposta vocazionale, fino ai lenti e sofferti respiri di preoccupazione, di fronte al torpore, alla titubanza o all’angoscia nel non rispondere della persona da lui scelta, Dio partecipa con tutto se stesso alla gestazione e alla realizzazione, passo dopo passo, della storia di una vocazione.
 
Non esiste da parte di Dio un chiamare le persone in modo freddo, meccanico e distaccato, quasi si trattasse di automi senza mente, senza cuore. Proprio perché da lui scelte, le persone rientrano pur sempre all’interno di un grande sogno, grande anche per passione, per emozione, e per partecipazione. E concependo per ogni uomo e per ogni donna un progetto personalissimo, Dio si commuove più di tutti e più di ogni altro, poiché nella sua sapienza infinita già egli vede nella risposta della persona da lui chiamata la possibilità concreta della realizzazione del suo amore, la via di costruzione qui in terra, cioè, di un altro pezzo del regno dei cieli.

Inizio e compimento di una storia di vocazione sono, dunque, rinvenibili e leggibili nelle pieghe del palmo delle mani di Dio. E nonostante non siano concepite da essa e ad essa finalizzate, nella Chiesa tutte le vocazioni hanno modo di giungere alla loro graduale maturazione spirituale, intellettuale ed operativa. Resta, infatti, pur sempre innegabile che tutto di una vocazione trova inizio e compimento nella volontà immensamente più grande di Dio. Da parte sua, con evangelica umiltà, la Chiesa tutta intera si sottomette alla volontà dello Spirito di Dio e accoglie, e sostiene, e incoraggia e accompagna lungo il corso della sua vita ogni germe, ogni storia di vocazione, sapendo benissimo che i progetti di Dio sono certamente più grandi dei confini a lei imposti dai popoli, dalle lingue e dalle culture presenti in essa.

I pensieri che Dio volge su una vocazione sono certamente pensieri più grandi di quelli formulati dalla Chiesa; e quest’ultima, benché tutta impegnata ad abbracciarli, a comprenderli, a farli propri, a rivestirsene delicatamente, essa avverte la sua limitatezza, poiché il tutto di Dio è immensamente più infinito del poco o del niente della singola Comunità di fede con cui Dio non disdegna mai di entrare pur sempre in relazione con amore e misericordia.

Ogni vocazione dunque, se da una parte respira di Chiesa, essa va ben oltre i confini della Chiesa, poiché essa è fatta di comunione infinita con Dio e con il cielo già all’opera nella vita di tanti fratelli e di tante sorelle di Vangelo e di buona volontà.

Se, nella semplicità della tua fede, tu potessi comprendere che il Risorto è, più di ogni altra esperienza, una storia di comunione di te con te stesso, di te con lui; di lui con te, di te con il mondo intero, al tempo stesso comprenderesti come la sua chiamata è un invito affinché tu muova i tuoi passi con piena fiducia oltre ogni tuo limite umano; oltre ogni mistero di comunione, fosse anche quello della Chiesa, poiché lui è oltre il tutto che ti avvolge.
Se anche tu comprendessi che sei chiamato a diventare testimone appassionato dell’amore infinito di Dio, gli occhi della gioia non temerebbero di corteggiare giorno e notte il tuo cuore!