martedì 7 aprile 2015

Parla chiaro, Gesù!

07 aprile

In tutte le lingue del mondo, la grammatica ha la sua importanza. Qualcuno direbbe che la fa da padrona rispetto alla voglia di libertà d’espressione di tante persone. Comunque la si voglia considerare, secondo usi e tradizioni consolidati nel tempo, la grammatica regola e struttura la formulazione corretta dei pensieri e del racconto delle emozioni in corso, facendo in modo che le parole che si stanno per usare occupino ciascuna il proprio posto all’interno di una frase che risulterà agli altri ben composta, ben ordinata.

Anche Dio usa la lingua e la grammatica delle persone, di tutti e di ciascuno in particolare, per entrare in comunicazione con gli uomini e con le donne da sempre ritenuti amici; per farsi comprendere in modo speciale da coloro su cui egli rivolge la creatività dei suoi pensieri e delle sue emozioni di Padre-Madre. Pur di farsi non solo intendere ma, soprattutto, comprendere dall’umanità intera, Dio sceglie di entrare per la porta delle parole umane; abitare la capacità dialogica di ogni essere da lui desiderato e concepito nel suo cuore; lasciarsi conoscere e, a sua volta, conoscere l’altra persona nella libertà del suo linguaggio.

Le parole diventano, così, occasione d’incontro e di amichevole intesa tra le persone e il Dio della loro gioia. In questo spazio condiviso di parole Dio e l’uomo travasano in esse qualcosa di loro stessi, se non tutto se stessi; insieme abitano ogni parola con la loro stessa vita, con valori e progetti di presente e di futuro. Nelle parole condivise Dio e le persone s’incontrano, imparano a conoscersi reciprocamente, iniziano a fidarsi l’uno delle altre, si innamorano e scelgono di legarsi tra loro per sempre.

Contenendo le parole le dimensioni umane del passato, del presente e del futuro di ogni storia personale, come avviene a ogni essere a lui simile, anche Dio mette nelle parole che sceglie di abitare il suo passato, il suo presente e il suo futuro, ma ad una profondità e con una tale energia di positività, di amore e di vita cui non esistono pari.

Come solo a lui è possibile fare, Dio rende le sue parole capaci di camminare verso le persone, raggiungerle e avvolgerle con la loro luminosità e con il loro calore, fino a quando, accolte dalle persone nella mente e nel cuore, esse inizieranno ad accendere il fuoco dell’amore e ad incendiare ogni dimensione dell’esistenza umana. Le parole di Dio sono capaci di infuocare persino i deserti di ghiaccio interiore di tanti uomini e di tante donne, che hanno smesso di credere nel calore e nella positività della loro esistenza.

Facendo uso delle parole, scegliendole e pronunciandole con infinita delicatezza, nella storia di una vocazione Dio cerca di dare inizio a un dialogo d’amore con ogni singola persona, usando il moto dei pensieri che ciascuno sente danzare ogni giorno dentro di sé, pensieri che accompagnano i passi delle persone da lui scelte lungo la loro strada. La vibrazione delle emozioni interiori di chi è chiamato a qualcosa di grande nel regno di Dio diventa la medesima vibrazione delle parole usate da Dio stesso, per incontrare là, nel segreto dell’intimità affettiva di un uomo o di una donna, la bellezza della vita di ciascuno.
 
Anche tu, accarezzato in volto dalla brezza delle parole contenute nel Vangelo, al tempo stesso riscaldato da esse interiormente nella tiepidezza dietro la quale talvolta nascondi diplomaticamente le tue paure, i tuoi timori pur di non lasciarti coinvolgere passionalmente dalla proposta di Gesù, anche tu scopri come le parole umane limitino la tua voglia di conoscenza e di frequentazione dell’infinito di Dio, verso il quale senti di provare fame e sete, fascino e innamoramento.

Attraverso il tuo respirare qualcosa di immensamente grande, mentre stai camminando accanto a persone tutte intente invece alle loro cose, anche se quasi in modo impercettibile avverti come Gesù stia lanciando a te dei segnali di presenza, di vicinanza e di compagnia, invitandoti a non avere paura benché avvolto dalla nebbia della tua confusione. In modo tutto suo, Dio ti chiama a scegliere di stare con lui e lui stesso sceglie di stare a te vicino, annullando ogni tipo di distanza tra voi, ogni tua forma di separazione da lui, invitandoti nella preghiera a scoprire la sua presenza d’incoraggiamento e di sostegno di fronte alle tue prossime scelte di vita.

E quando, scocciato, non riuscendo più a capire che cosa fare della tua vita, tu dici con forza a Gesù: “Parlami chiaro!”, “Dimmi che cosa vuoi da me!” forse è quello il momento in cui lui ti chiede di fare un atto di fiducia piena in lui; di capire che tutto, nella storia di una vocazione, tutto si gioca nella dimensione dell’amore, oblativo, senza chiedere nulla in cambio per sé, ma donando se stessi in un grande atto di amore, pur restando in attesa di una risposta costruttiva di futuro e di presente.
E come risposta Gesù, delicatamente, tace, perché l’amore è fatto così, si fida e basta. Tutto il resto non serve; la risposta più chiara è questa: basta la gioia di sentirsi amati e, quindi, scelti per amare lui e insieme a lui il mondo intero!