lunedì 6 aprile 2015

Nella tua preghiera i sogni di Dio respirano l’infinito

06 aprile
 
Nel succedersi dei giorni il cammino di una vocazione è ritmato dal battito della preghiera. Non si tratta solo della preghiera liturgica, preziosa per parole e gesti, simboli e riti, scansione di tempi e ore condivise; preghiera fatta insieme, che può esprimere la fede gioiosa di una comunità.
Essendo il battito della preghiera frutto soprattutto della relazione intima e dialogica della persona scelta da Dio con il Dio della sua risposta, per quello che ti riguarda, la tua risposta alla chiamata di Dio la inizi a vivere anzitutto nella ricerca di uno spazio segreto e fedele di dialogo con lui, poi, e solo dopo, nel numero dei passi da te compiuti per lui e in mezzo agli altri tuoi compagni di viaggio.



C’è un qualcosa di assolutamente originale nella tua preghiera, nello sforzo del tuo dialogo intimo e diuturno con Dio, che non puoi dare per scontato o non utile, non necessario, è la tua vibrazione interiore.
Nella pulsazione della preghiera personale, più che mille parole e pensieri, oltre il limite di tante frasi più o meno ecclesiasticamente corrette, tutto si gioca nel graduale sforzo di abitare con armonia il proprio spazio interiore di infinito. Sì, abitare l’infinito di Dio in te stesso, questo è il cammino trasformante della tua preghiera, perché le dimensioni di Dio abitano l’interiorità di tutte le persone da lui amate, e per sua volontà, in modo speciale, le persone da lui scelte, con le quali egli non smette di sognare e di realizzare nel tempo un particolare progetto di cielo.


Essere presente a te stesso e, di conseguenza a Dio, fare attenzione ai movimenti interiori del tuo cuore e della tua mente, non lasciarti trascinare fuori da te stesso da quanti non ti appartengono affettivamente, è la sfida che devi fronteggiare con grande senso di fiducia nella vicinanza di Dio. Molto spesso i ladri della notte non cercano altro che fare bottino delle preziosità altrui. A loro non pare vero di potere allungare le mani su quei doni speciali che abitano l’infinito degli amici di Dio e, come falsi amici, nottetempo tradire, strappare e portare via i sogni di amore e di autorealizzazione che alcune persone sentono all’origine della loro storia vocazionale. I ladri della notte, più di ogni altra cosa, sono i ladri dei sogni di Dio, quelli che lui ha amorevolmente seminato dentro di te.


Essere presente a te stesso equivale a imparare a valorizzare, ad amare e a difendere la singolarità della tua persona, l’unicità della tua personalissima amicizia con Dio, la preziosità della tua risposta al suo amore e alla sua volontà di futuro e di gioia per te, tu che hai deciso nel tuo cuore di iniziare il santo viaggio e di seguire Dio ogni giorno della tua vita.


E come molto spesso accade per tanti altri aspetti della vita, anche nei giorni di una storia vocazionale le parole umane non riescono ad esprimere fedelmente quanto una persona avverte dentro se stessa. C’è sempre una grande distanza tra mondo interiore e mondo esteriore; e non è detto che le lingue usate da uno o dall’altro siano pensate, parlate e ascoltate da entrambi allo stesso modo.


Anche la preghiera di una persona tutta intenta nel viaggio della sua vocazione può soffrire a volte di un linguaggio umano incapace a esprimere bene quello che ciascuno avverte essere vivo e presente dentro se stesso. Alla tentazione di iniziare a dubitare della positività delle vibrazioni del tuo cuore e della tua mente, alla tua perdita di ascolto e di fiducia nei riguardi della voce di Dio, bisogna che fin da subito impari come nella storia della tua vocazione anche il silenzio può acquistare un valore affettivo senza pari.


Al di là dei tuoi pensieri e delle tante parole che tu sei abituato ad usare all’interno della tua preghiera, nel dialogo personalissimo con il Dio della tua chiamata c’è spazio anche per il tempo del silenzio, spazio non di mutismo o di incapacità a parlare la lingua di Dio, ma momento particolarmente privilegiato di infinita intimità con lui. Nella tua preghiera, fatta anche di silenzio, tu ti riposi in Dio, e nel riposo dell’amore trovano ristoro il tuo corpo, la tua anima e il tuo spirito. E intanto nel silenzio i sogni di Dio riprendono fiato.