giovedì 30 aprile 2015

Nell’oltre c’è lo stupore di un amore

30 aprile 

Andare oltre è segno d’intelligenza, è impronta di sopravvivenza, pur restando ancora per un poco avvolti dal buio di ciò che per il momento non si ha modo di conoscere bene. Non è mancanza di fiducia nel valore del presente, una sorta di tradimento dell’importanza dell’adesso. 
Andare oltre è il segno di una volontà che varca in uscita le porte di ciò che è scontato e che non permette a nessuno di restare fermo, paralizzato, quasi ancorato al frangente del suo esistere. Andare oltre è soprattutto togliere le ancore dal recente passato per volgere sguardo e passi al prossimo futuro. 

Eppure, nell’oltre non tutti hanno il coraggio di darsi appuntamento, di incontrarsi, perché ad esso si giunge dopo avere lasciato ciascuno alle proprie spalle frammenti di vita che, per conto loro, erano già destinati all’oblio. Pur essendo una traguardo inevitabile, ad alcuni l’oltre fa paura, mette ansia: in esso è contenuto il mistero risolutivo della propria storia personale. Eppure l’oltre attende tutti, indistintamente ciascuno, affinché ognuno abbia modo di trovare senso e valore nel suo presente. 

Lungo il cammino della vita a tutti è offerta la possibilità di cavalcare l’avventura dell’andare oltre, un po’ più in là rispetto alla punta del proprio naso; e tre sono i passi da compiere, suggeriti ciascuno dallo Spirito, per non liquefarsi e smarrirsi nell’aldiquà della vita. 
Anzitutto, riguardo al dove si sono venuti a fermare i propri piedi, andare oltre con lo sguardo è il primo passo da muovere, vale a dire abbracciare la capacità di costruirsi interiormente una visione di se stessi e del mondo in cui sia possibile vivere ogni giorno intercettando luci capaci di illuminare il tutto di se stessi e il tutto degli altri. 
Un secondo passo è dettato dal cuore quando, attraversando in mille modi gli spazi immensi dei sentimenti e delle emozioni intense, esso tenta di raggiungere l’oltre dell’amore. È questione di tesoro – disse un giorno Colui che varcò in entrata e in uscita l’oltre di Dio –, ciò che lega il cuore al luogo preciso dove si trovano le cose più preziose della propria vita. E per raggiungere un tesoro si è disposti a varcare infiniti oltre di terra e di cielo, perché là dove c’è il proprio tesoro, prima o poi, arriverà anche il proprio cuore. 
Infine, il terzo e ultimo passo dell’andare oltre è possibile compierlo con le scelte di tutta una vita. Non è solo questione di bivio, scegliere di andare semplicemente per di qua o per di là. Ogni scelta, invece, è volontà di senso: vivere i verbi del proprio esistere infondendo in essi il senso ultimo della propria gioia, felicità, armonia, pace, verità... Senza senso, senza un significato di eternità, ogni scelta di vita terminerebbe già al suo inizio e nessuna esperienza personale si trasformerebbe in possibilità di infinito. 

Alcuni vivono già in anticipo il loro oltre. Per loro l’oltre si chiama oltre, per tutti gli altri si chiama futuro; ma il futuro degli altri a volte si scopre non essere altro che il loro passato. Del resto è sempre stato così, sono stati i pionieri ad avere aperto nel tempo e nello spazio nuovi sentieri di senso e di vita che, in seguito, gli altri avrebbero trasformato in strade percorribili da tutti, giorno e notte, a velocità personalizzate. 

Nella chiamata delle persone da lui scelte Dio inserisce l’inquietudine dell’oltre, il bisogno esistenziale di volgere ad esso lo sguardo, la necessità di camminare passo dopo passo verso il suo raggiungimento. Nell’oltre Dio pone la radice della gioia, la sorgente della linfa dello spirito, il senso pieno e realizzante di ogni esistenza. E per quanto strani possano risultare sul palcoscenico del mondo coloro che Dio chiama, divenuti suoi collaboratori essi sono i pionieri del futuro, di mondi e di spazi spirituali ancora non raggiunti e abitati dall’universalità del popolo dei credenti. 
Per questo motivo, chiamati da Dio, i pionieri dell’oltre sono coloro che in ogni situazione di vita sentono forte nel proprio respiro l’imperativo di non fermasi al di qua dell’infinito, ma con cuore e scelte coraggiose proseguire e anticipare ciò che un giorno sarà per sempre nell’eternità. 

Anche per te, per quanto la tua risposta affermativa alla chiamata di Dio stia ancora passando attraverso prove di verifica e di coraggio, il tuo bisogno di andare oltre lo scontato di ogni giorno ti dà la prova di essere stato scelto e chiamato da lui per qualcosa di più grande che il semplice superamento di un ostacolo, un muro, un confine imposto dai limiti umani. Il tuo oltre è lo spazio all’interno del quale si gioca la tua risposta alla chiamata di Dio, il punto di partenza per un diverso modo di abitare la Chiesa, così come suggerisce, e talvolta impone, lo Spirito santo. 

Di fronte alla scelta di abbracciare il tuo oltre anche tu puoi avvertire profondo in te la presenza di un certo incupimento della tua mente e del tuo cuore. Quanto prima ti sembra luminoso, pieno di senso e di vita, presentimento di una felicità già a portata di mano, ora sembra svanito e difficile da recuperare. Eppure che cosa può contagiare il tuo cuore? Forse la negatività degli altri, la loro mediocrità? Oppure, forse il pessimismo, l’ansia ad ogni passo, la perdita del controllo della tua vita? Senza un tuo atto di fiducia in Dio, nella verità della sua chiamata, corri il rischio di abbandonare un passo più avanti, oltre la punta del tuo naso, il più grande tesoro custodito dal Vangelo: lo stupore dell’amore.