giovedì 2 aprile 2015

Basta una lacrima per dire un Sì di gioia

02 aprile 

L’inizio della storia di una vocazione è dato da due cose: l’originalità e la pura iniziativa di Dio. È lui che sceglie chi chiamare; è lui che chiama chi ha scelto per amore; e i modi e i tempi di ogni vocazione li conosce solo lui.
Fin dal primo momento, però, Dio si avvale della collaborazione di tante persone, per spiegare e per fare comprendere alla persona da lui scelta il progetto di una vita donata interamente a lui e agli altri.

Consapevolmente o meno, illuminati dalla fede in Dio o, al contrario, affannati in una vita di peccato perché ancora lontani dal suo amore, tutti concorrono comunque perché l’inizio di una vocazione si sviluppi poi in una vera e propria storia di amore e di impegno per Gesù e per il suo Vangelo.
C’è chi pronunciando una sola parola, detta magari senza un’intenzione voluta, fa vibrare in chi l’ha ascoltata una corda interiore, particolarmente sensibile. C’è chi, condividendo una sua particolare esperienza spirituale, appare come un esempio da seguire di amore e di fiducia in Gesù. Altre persone, per quello che fanno nella vita e per come vivono il Vangelo e la fraternità nella fede, sono riconosciute come dei testimoni di Dio e, da quel momento in poi, vengono scelte come maestri di vita interiore. Non si può dimenticare chi contribuisce invisibilmente alla nascita e all’accompagnamento iniziale di una vocazione con la sua preghiera silenziosa, costante, nascosta, gratuita, affinché lo Spirito di Dio susciti e sostenga la risposta di chi è stato chiamato.

In ultimo, c’è chi resta in silenzio di fronte a chi è stato scelto e chiamato da Dio: una scelta di silenzio non per indifferenza o per voglia di abbandono di chi è giunto al bivio della sua vita, ma per adorare con stupore e con meraviglia quanto lo Spirito di Dio sta compiendo nella vita di una persona amica.
Se di fronte all’inizio di una vocazione molte persone restassero in amichevole, ossequioso e rispettoso silenzio, senza troppe curiosità e commenti, invadenze e distrazioni, quante sofferenze sarebbero risparmiate, quanti ritardi sarebbero evitati a chi è chiamato a trovare in sé e in Dio il coraggio del suo Sì.

Fin dall’inizio della storia della tua vocazione, però, bisogna mettere in conto il rischio di una tentazione pericolosa, che molti non avvertono tale, ma che può causare addirittura la morte del seme della tua chiamata: il pericolo della superficialità. O per vanagloria, o per orgoglio, oppure per superiorità rispetto agli altri compagni di viaggio, o per ricerca del sensazionale, o per il gusto di buttare subito in piazza le sue novità di vita, c’è chi tratta il germe della sua vocazione con incostanza e faciloneria, senza proteggere il dono di Dio dalle insidie del male.

Ancora più rischioso durante i primi passi della tua storia vocazionale è quando, per bontà d’animo e per semplicità di cuore, inizi a condividere con le persone a te vicine quanto sta accadendo nella tua vita, senza fare sufficiente attenzione al fatto che chi sta ascoltando il sogno di Dio è proprio chi non capisce nulla delle cose di Dio, poiché è tutto affannato a percorrere un’altra strada di vita. Cercare segni di conferma alla propria chiamata in chi non pensa, in chi non ama le cose di Dio, rende molto faticoso il lavoro di discernimento e di costruzione del proprio Sì di risposta. Eppure Dio si serve anche di queste persone a lui lontane per temprare, con pazienza, le persone da lui scelte.

Incredibile al solo pensarsi, anche Dio può perdere di fronte alla libertà della persona da lui chiamata, quando essa, non trovando il sostegno adatto o non avendoci messo una buona dose di serietà e di equilibrio, decide di tergiversare sulla risposta, di prendersi del tempo facendo del frattempo una scusa diplomatica per non decidere subito. Pur standoci dentro un male infinito, la voglia di non faticare nel coraggio e nel cuore, giorno dopo giorno, conduce all’inevitabile conseguenza del lasciarsi andare al non senso. Piuttosto che tirare fuori la grinta per non mollare la prese del proprio timone, cioè la guida responsabile della propria vita, c’è chi si lascia condurre dagli eventi, uno dopo l’altro, uno sopra l’altro, fino a lasciarsi frastornare la mente da tutto ciò che può riempire proprio quello spazio vuoto interiore che Dio aveva preparato per depositarvi dentro il seme della sua chiamata.
E Dio? Vedendo occupato il posto che lui aveva preparato, Dio che fa? Rispetta la libertà di chi sceglie di sostituire il tutto della sua proposta d’amore con il niente di una vita giocata tutta nel fare le cose senza senso, senza la prospettiva di un futuro.

C’è, però, una prova, bella, delicatissima, segreta a tutti, che più di ogni altra prova può dare un’indicazione interiore di certezza che stai per imboccare nella tua vita la scelta giusta, la scelta di una profonda felicità, la gioia e la pace del cuore, è la prova delle tue lacrime.
Al contrario della paura, del dubbio, dell’inquietudine e dell’ansia, della tentazione di credere che si tratti tutto di una passeggera illusione oppure il frutto di un condizionamento esterno, situazioni che possono condurre fino al punto di distruggere la certezza della propria fede in Dio, la prova del nove della tua vocazione, della verità della chiamata di Dio, sta nella gioia delle tue lacrime.

Moltissime persone, se non proprio tutte, nel momento in cui comprendono che Dio le sta chiamando al dono a lui della loro vita, inondano le loro giornate di una gioia incontenibile, di un amore per Dio e per tutti, senza limiti di contenimento. La notte, nel segreto della propria intimità, le lacrime di gioia diventano compagne di letto, espressione dolcissima di un affetto infinito verso il sogno di Dio, che può essere da ora in poi abbracciato con altrettanto amore.

Così, da questo punto in poi, dall’esperienza della prova delle lacrime di gioia in poi, l’inizio della storia della tua vocazione sarà tutto da proteggere e da difendere, facendo leva sulla forza della tua preghiera. Solo chi prega, solo chi inizia a parlare a lui nell’intimità della propria vita, solo costui salverà dentro di sé i doni che Dio gli ha dato, se così non fosse tutto diventerebbe bottino per i ladri della notte. E di fronte alla tua libera scelta di lasciarti scassinare la casa della tua vita Dio rispetta anche le azioni malvagie dei ladri della notte!