martedì 24 marzo 2015

E la fede ci insegna ad amarci in eterno

24 marzo

Non c’è gioia più profonda e più grande nella vita spirituale che avere modo di rendere partecipi le altre persone nell’avventura della propria fede.
La gioia raggiunge il massimo della sua danza quando la condivisione del proprio e personalissimo sentire religioso avviene all’interno di un’importante storia di amore; quando, cioè, si riconosce che ciò che lega due persone è molto di più che una cascata di pensieri, di sentimenti e di emozioni quotidiane, dimensioni condivise tutte nell’amore per l’altra persona, dimensioni scandite a loro volta dal tempo e dai suoi imprevisti.

Quando, per un frutto maturo dalla reciproca fede in Dio, l’alleanza dei cuori diventa capace di trascendere il tempo e lo spazio all’interno dei quali si vive, ecco che gradualmente la stessa fede introduce le persone, che immensamente si amano, nella dimensione dell’eterno.

In questa fase della propria storia personale, nei mesi e negli anni in cui l’amore ha incominciato a riempiere e a saziare di sé ogni fame e sete di vita, la speranza che colora il cammino di entrambi diventa una speranza posseduta, condivisa appieno, partecipata, come un pane spezzato, perché a ciascuno degli amanti sia dato modo di respirare con serenità e fiducia il proprio futuro.

Percorrendo, così, non più da soli ma in due i sentieri del Vangelo, la gioia, frutto e conseguenza di una scelta nella vita fatta sempre di positività e di bene, comincia ad impreziosire ancora di più la bellezza delle storie personali di entrambi. Andando incontro all’amore del Cristo Risorto, per opera dello Spirito e secondo quanto deciso nel profondo del proprio cuore da ciascuno dei due amanti, l’amore umano si riveste sempre più di quella sacralità che lo eleva all’altezza degli occhi di Dio.

Attraversato dall’amore e dal cuore di Dio, l’amore tra un uomo e una donna da amore umano diventa un amore sacramentale, diventa matrimonio, quando in esso scocca la scintilla di una volontà di legame duraturo con Dio stesso: è questo l’anticipo dell’eternità in amore.

Molto prima che arrivi la fine di ogni cammino esistenziale in questo mondo, l’eternità del proprio amore è gustata già in anticipo, in modo intenso e inenarrabile, da quanti hanno iniziato a camminare nella direzione di ciò in cui hanno sempre creduto insieme, il regno di Dio.

La scelta della fede nella stagione dell’amore si riconosce, alla fine, come una scelta soprattutto di fiducia nella presenza e nel coinvolgimento di Dio all’interno della propria capacità di amare, sostenuti entrambi gli sposi dal valore innegabile della propria comunità di fede che, vivificata dall’opera dello Spirito santo, diventa spazio di consolazione e d’incoraggiamento per ciascuno, affinché nessuno si senta solo e si arrenda di fronte alle difficoltà e agli ostacoli della sua vita di coppia. Fede e amore si incontrano così per l’eternità!