giovedì 19 marzo 2015

E alla fine non sappiamo come

19 marzo

Quando si guarda a una comunità cristiana, più precisamente alla propria esperienza religiosa di Dio e dei fratelli e delle sorelle, ci sono diversi punti di vista, diversi modi per osservare il tutto, per scrutare l’orizzonte della fede.
Più di ogni altra cosa, ci si pone di fronte a questa realtà spirituale in modo attento e investigatore, per imparare a scoprire, a raccogliere e a custodire le mille cose preziose che si possono trovare al suo interno; soprattutto un ventaglio di significati, da prendere in seria considerazione nella propria storia personale, che offrono l’opportunità felice per formulare e per motivare nuove scelte di vita in sintonia con le proposte del Vangelo.

Ma più che sui particolari e sugli aspetti preziosi che si possono esperire all’interno della storia del proprio cammino di fede e di comunità, la curiosità più grande è volta a scoprire il segreto di ciò che muove il tutto. Che cosa, cioè, rende oggi ancora viva e palpitante l’avventura del Vangelo? Perché dopo secoli e secoli di storia universale la persona di Gesù affascina ancora ed attira a sé milioni di persone? Migliaia e migliaia di anni alle spalle potrebbero essere la causa di un cammino e di una storia della comunità cristiana obsoleti e indigesti, seriamente pesanti, e, invece, magicamente ci si trova davanti a un sempre nuovo inizio, quotidiano ed inarrestabile, della stessa avventura del Vangelo; perché? Che cosa non permette alla comunità cristiana di invecchiare e, quindi, di morire e, infine, di uscire definitivamente dalla scena di questo mondo?

A suscitare e a garantire il buon stato di salute della comunità di coloro che oggi cercano di vivere il Vangelo non è l’opera dei singoli credenti, neppure il numero dei risultati raggiunti dallo sforzo dell’intera comunità di fede, tanto meno il frutto gustoso di chissà quale magica capacità di tirare in gioco una non ben precisata divinità. È la presenza trasformante dello Spirito santo ad accendere, riscaldare, infuocare, stemperare, forgiare ed accompagnare il cuore e la mente dei singoli fedeli, così come motivare, donare vigore e smuovere i passi dell’intera comunità dei credenti.

Presenza di luce e di fuoco, fonte inesauribile di comunione e di amore, lo Spirito del Risorto opera nel segreto delle persone e, gradualmente, le conduce dalla dispersione alla forza dell’unità e alla pienezza della vita eterna. Con viva sorpresa la comunità intera raccoglie i frutti della sua opera e nello stupore della fede riconosce che ancora una volta non sa come egli abbia operato il miracolo di Dio in tutti i suoi fratelli e, attraverso tutti, nella vita del mondo intero.