sabato 21 marzo 2015

C’è un oltre alla nostra valle di lacrime!

21 marzo

Quanto valore contiene in sé una lacrima? E due, e tre e…? Non hanno numero le lacrime che ci è capitato di versare nella nostra vita, neppure è possibile misurare il loro preciso valore.
Sia per quantità, sia per valore, esse sono comunque entrate a fare parte di quella zona intima di noi che, come un tesoro sudato a fatica, custodiamo tutti con particolare cura, perché è la pelle interiore della nostra intimità.


Anche nella vita di una comunità di fede si riproduce in modo molto più amplificato quanto abbiamo già provato a livello di singole persone. La vita fraterna comprende in sé esperienze di gioia ed esperienze di sofferenza e di dolore, le prime e le seconde condivise entrambe in nome della carità più sincera degli uni con gli altri. Quanti scambievoli abbracci sono siglati nella loro intensità dalle lacrime versate insieme, senza l’uso di troppe parole, senza bisogno di spiegare a voce quanto l’ebbrezza della Spirito sta soffiando nell’intima vita di ciascuno.

Visibili o invisibili che siano, anche nella fede personale di ciascuno le lacrime acquistano un senso ed un valore inenarrabile, quando esse stesse si lasciano incontrare dall’amore di Dio. Nelle sue lacrime, quelle che ha versato in più occasioni e che il racconto dei vangeli ce ne dà testimonianza certa, Gesù stesso ci ha insegnato come anche nell’esperienza amara di trovarsi immersi in una valle di lacrime è possibile, secondo la logica di Dio, trasformare il tutto in un luogo di sorgente di vita. C’è per Gesù un oltre anche al tempo delle lacrime, un luogo abitato dalla novità di Dio stesso che trasfigura e trasforma la felicità terrena in una gioia di cielo, la sofferenza terrena in una gloria di cielo.

Abitati dalla forza santificante dello Spirito santo, oltre la valle delle nostre lacrime a nostra volta possiamo giungere alla terra della nostra libertà, dove scoprirci sciolti da ogni impaccio della vita; capaci di avere uno sguardo poetico sulle persone e sulle cose che ci circondano; liberi, soprattutto, di scorgere in anticipo già sulla terra di cui siamo fatti, l’alba di una vita nuova che non consocerà mai la sua fine perché adagiata sul palmo delle mani di Dio.

Nella gioia, o nei momenti di dolore, quando l’intensità delle emozioni smuovono ogni nostro aspetto, scopriamo di essere sempre accompagnati da un tempo ritmato dalle lacrime. Non è segno di debolezza lasciare che dai nostri occhi sbordino giù per le guance gocce di gioia o di dolore, perché esse sono necessariamente legate alla verità del mondo delle nostre relazioni umane: lacrime per la gioia provata nell’incontro avvenuto nel profondo di noi stessi con un’altra persona; lacrime di dolore per cercare di ammorbidire da durezza del male ricevuto gratuitamente dalla cattiveria altrui o per il rimorso che nel silenzio proviamo per essere stati proprio noi la causa della sofferenza di chi confidava serenamente nella nostra persona.