lunedì 3 agosto 2015

Che fare al di qua del muro?

03 agosto

Trasportati, come accade ogni giorno, dalla melodia incalzante della vita, non sempre prestiamo la dovuta e fraterna attenzione a quello cui vanno incontro le persone che fino a pochi istanti prima ci camminavano accanto. Eppure, basta la frazione di un semplice e fragile secondo per accorgersi quanto, di colpo, l’inaspettato possa ergersi come un muro incorporeo, eppure pur sempre invalicabile, nel campo delle relazioni umane.

Al di qua e al di là dell’invisibile ciascuno resta abbracciato alla carta da pacco del dono della sua vita. C’è chi si sofferma a ricordare, a trattenere ancora per un istante la vibrazione delle emozioni di un tempo; chi tenta di gettare lo sguardo oltre, per capire e per dare un senso all’inspiegabile; c’è chi usa gli occhi come sorgenti di inarrestabili rivoli di dolore; c’è chi… e c’è chi non è più.

Ai mille monologhi senza più orecchie in ascolto e labbra pronte ad accogliere le sillabe sedute di risposte tutte ancora da prendere il volo, si contrappone una seconda via, quella delle nostre teste appoggiate al muro dell’ignoto.

Ecco cosa si può fare al di qua del muro: appoggiare il proprio orecchio alla parete dell’invisibile e scandagliare l’ignoto in cerca di una risposta alla nostra preghiera: “Ehi, c’è qualcuno in ascolto?”.