24 febbraio
Affannati, travagliati, a volte persino feriti dalle difficoltà presenti nella loro storia d’amore, spesso molte coppie cominciano il nuovo giorno riaprendo con dolore le finestre della loro afflizione. Eppure nessuno, in modo particolare chi è coinvolto in una semplice e buona avventura del cuore, nessuno vuole sperimentare il peso dell’angoscia interiore. Sono sempre i problemi, le difficoltà serrate, non i sogni, ad affaticare l’incedere dei passi nel cammino della propria vita.
Recando in dono la luce della fede, come sulla via di Emmaus, Gesù, il Cristo risorto, non si separa da quanti hanno riposto in lui, e nella buona notizia del suo Vangelo, la loro speranza.
Nella preghiera del cuore, là dove si arresta il fiume in piena dei pensieri vorticosi e negativi, le emozioni e le vibrazioni del proprio animo possono giungere sin nel profondo del dolore umano.
È qui, nel punto cieco delle sofferenze nascoste ma presenti anche in una storia di coppia, che Gesù rivela di essere il Signore della vita. Egli non resta in silenzio all’interno della dimora delle angosce che ciascuno reca quotidianamente con sé, ma al tutto di ciascuno parla, su tutto rivolge il suo sguardo, tutto rischiara con il bagliore della sua parola.
E dalle braccia del buio della fede e della disperazione gradualmente i cuori dei due amanti ritrovano la via di una luce di risurrezione, quella del Cristo, il quale è ben felice di deporre nel cuore di chi non ha rinunciato alla speranza dell’amore la consolazione degli animi, dono del suo Spirito. Riprende, così, la vita, quella dell’amore vissuto e consumato in due, quando il soffio della voce del Signore delicatamente allontana l’addensarsi delle nubi minacciose dai cieli dei nostri cuori.