02 febbraio
Come una normalissima storia di amicizia, in modo ancora più speciale una storia d’amore tra due persone è fatta anche di parole. Non bastano soltanto le emozioni, i sentimenti, le scelte e i reciproci gesti di affetto quotidiano per rivelare le motivazioni e i valori che colorano un cammino di vita fatto insieme. Occorrono anche le parole – quelle che i due amanti si scambiano a vicenda ogni giorno nell’intimità della loro casa, così come nell’intreccio delle amicizie di famiglia – per mantenere vivo l’amore. Indispensabili, affinché l’uno possa narrare all’altro la propria storia interiore, è grazie alle parole donate che il primo può ascoltare e comprendere il vissuto segreto della persona amata.
Seppure importanti e vitali, le parole che reciprocamente i due si scambiano tra loro vanno ben oltre i gesti quotidiani che i due si donano abitualmente: sono le parole che mantengono vivi nella bellezza i nostri sentimenti affettivi. E mentre con le parole l’uno abita la vita dell’altro, a sua volta l’altra persona entra e prende dimora nella persona amata, grazie proprio alle parole che di lei ha fatto sue. Abitare reciprocamente le parole dell’altro è la forma più dialogica dell’amore scambievole.
Mi piace qui paragonare le parole che usano due persone innamorate a dei pezzi di lega, pronti per essere bruciati al momento giusto nel camino della loro relazione affettiva. Ogni parola è un pezzo di legno; mentre una sola è la fiamma che li consuma tutti, quella dell’amore oblativo.
Come la legna, che mentre arde si consuma, così le parole nel loro consumarsi riscaldano ed illuminano chi si accosta alla fiamma gagliarda dell’amore. Le parole riscaldano i volti, certo, come le mani e l’intero essere della persona amata; al tempo stesso, le parole illuminano gli occhi e le labbra di chi le ascolta, di chi le assapora nella gustosità di quanto esse contengono: la dolcezza di un messaggio di cuore, da abbracciare con tutto se stessi.
Bando, dunque, in una storia di amore all’uso delle parole, questa volta imbevute di negatività: si possono paragonare a quei pezzi di legna che, essendo impregnati di sostanze nocive, bruciando rilasceranno per ogni dove insopportabili e cattivi odori. Bando, soprattutto, alle parole non mature, non ancora pronte ad essere pronunciate ed ascoltate: sono le parole acerbe che, come quei pezzi di legna ancora verdi, non sono ancora pronte a prendere fuoco e, nemmeno, a bruciare senza produrre un fumo fastidioso ed accecante.
Buona è la legna, invece, che con lo scorrere del tempo ha raggiunto il suo giusto livello di essiccazione, così come buone sono le parole che nel corso degli anni si sono lasciate temprare dalla intelligenza e dalla passione oblativa dell’amore. Su queste ultime parole, sulle parole buone e ricche di vita donata, Dio posa il suo sguardo e la sua paterna benedizione, affinché i cuori delle persone legate dall’amore non si sentano mai poveri di eternità, semmai abitati dallo Spirito del Risorto che, dopo aver posato il suo sguardo sulle nostre fragilità, ci ha insegnato la misura di ogni autentico amore: il dono della propria vita per la gioia dell’altro. E Dio non può fare altro che benedire ogni amore aperto alla vita, soprattutto a quella del Cielo.
Seppure importanti e vitali, le parole che reciprocamente i due si scambiano tra loro vanno ben oltre i gesti quotidiani che i due si donano abitualmente: sono le parole che mantengono vivi nella bellezza i nostri sentimenti affettivi. E mentre con le parole l’uno abita la vita dell’altro, a sua volta l’altra persona entra e prende dimora nella persona amata, grazie proprio alle parole che di lei ha fatto sue. Abitare reciprocamente le parole dell’altro è la forma più dialogica dell’amore scambievole.
Mi piace qui paragonare le parole che usano due persone innamorate a dei pezzi di lega, pronti per essere bruciati al momento giusto nel camino della loro relazione affettiva. Ogni parola è un pezzo di legno; mentre una sola è la fiamma che li consuma tutti, quella dell’amore oblativo.
Come la legna, che mentre arde si consuma, così le parole nel loro consumarsi riscaldano ed illuminano chi si accosta alla fiamma gagliarda dell’amore. Le parole riscaldano i volti, certo, come le mani e l’intero essere della persona amata; al tempo stesso, le parole illuminano gli occhi e le labbra di chi le ascolta, di chi le assapora nella gustosità di quanto esse contengono: la dolcezza di un messaggio di cuore, da abbracciare con tutto se stessi.
Bando, dunque, in una storia di amore all’uso delle parole, questa volta imbevute di negatività: si possono paragonare a quei pezzi di legna che, essendo impregnati di sostanze nocive, bruciando rilasceranno per ogni dove insopportabili e cattivi odori. Bando, soprattutto, alle parole non mature, non ancora pronte ad essere pronunciate ed ascoltate: sono le parole acerbe che, come quei pezzi di legna ancora verdi, non sono ancora pronte a prendere fuoco e, nemmeno, a bruciare senza produrre un fumo fastidioso ed accecante.
Buona è la legna, invece, che con lo scorrere del tempo ha raggiunto il suo giusto livello di essiccazione, così come buone sono le parole che nel corso degli anni si sono lasciate temprare dalla intelligenza e dalla passione oblativa dell’amore. Su queste ultime parole, sulle parole buone e ricche di vita donata, Dio posa il suo sguardo e la sua paterna benedizione, affinché i cuori delle persone legate dall’amore non si sentano mai poveri di eternità, semmai abitati dallo Spirito del Risorto che, dopo aver posato il suo sguardo sulle nostre fragilità, ci ha insegnato la misura di ogni autentico amore: il dono della propria vita per la gioia dell’altro. E Dio non può fare altro che benedire ogni amore aperto alla vita, soprattutto a quella del Cielo.