I PENSIERI DEL DON - 29.01.
Ah, sì, sì, di artisti è pieno il mondo: poeti e scrittori, musicisti e cantanti, pittori e scultori, giullari e attori; tutti figli del loro tempo, tutti narratori del vissuto di questa o di quella generazione; artisti per un giorno o per un arco di tempo più lungo.
Di artefici, invece, ce ne sono in circolazione davvero pochi. Essi vivono in un quotidiano stato di fuga, non solo da se stessi o da una piega precisa della loro vita, ma da tutti quei posti di blocco del passato e del presente, da ogni tipo di recinto culturale, da ogni vicolo obbligato tra muri di conservatorismo, omologazione e ipocrisia.
Artefice è colui che dà vita, respiro, esplosione ed espansione, storia infinita, a qualcosa di stupefacente, dentro il quale ha soffiato attraverso la o delle sue labbra tangibilmente il talento del suo esistere.
Si tratta, quella dell'artecife, non tanto dell'arte di interpretare il già esistente, quanto di una vera e propria impresa, notevole per mole e per impegno, di creatore, di realizzatore, di abilissimo inventore e di esperto macchinatore del nuovo.
Forzando i bordi dello scontato, spellandosi mani e piedi, per aprire un varco e un passaggio completamente nuovi, l'artefice supera alla grande l'orgoglio narcisita dell'artista e si riveste dell'umiltà dell'artefice.
Del resto, artisti si diventa con studio e dedizione, artefici si nasce per puro dono del Cielo!