venerdì 25 maggio 2018

Il cinguettare orante del cuore

alla sera del giorno
25.05.2018

Alla fin fine, alla fine cioè di tutti i discorsi, i ragionamenti, le spiegazioni e gli esperimenti fatti e in corso sul tema della preghiera, intesa quest’ultima come un rinnovato e continuo dialogo intimissimo con l’amore del Padre, la preghiera del cuore è, e resterà per sempre, la forma di preghiera più bella, la più delicata, confidenziale, sempre allineata al ritmo dei pensieri e dei battiti del proprio cuore; quel qualcosa di unico e di talmente personale che, fra tutte le forme di orazione e di dialogo con Dio, può essere usata anche come un termometro spirituale per misura e per verificare davvero il nostro amore per il Signore.
In qualsiasi situazione esistenziale ci veniamo a trovare, lungo sentieri di serenità o dentro nubi grigie di negatività, anche un piccolo istante può essere vissuto in comunione profonda con Dio, facendo ricorso a una preghiera breve, continua, ripetitiva e semplice, un’invocazione silenziosa e profonda che parte dal cuore, un pensiero ricorrente alla ricerca sempre della luce, del sostegno, della consolazione... dell’amore stesso di Dio, tutto dentro lo srotolarsi della propria storia personale.
Si entra qui nella preghiera delle preghiere, a un livello altissimo e, al tempo stesso, profondissimo del nostro essere capaci di sostare in dialogo con Dio. Con la semplicità della preghiera del cuore si smette finalmente di produrre all’impazzata fiumi di parole, per ancorare i propri piedi spirituali su due o tre convinzioni di fede e iniziare così a lasciarsi rapire dal riverbero della luce stessa di Dio. La più semplice tra le preghiere di una persona, la preghiera del cuore, è frutto di uno spirito di contemplazione, di un amore puro, di una volontà indistruttibile di unità con la vita stessa di Dio. Per questo motivo nessun’altra come la preghiera del cuore è capace di unificare e di pacificare la vita di ciascun credente grazie a quel ripetitivo e prezioso pensiero del cuore rivolto ogni istante a Dio.
Te lo possiamo ripetere all’infinito, Signore, un pensiero, un sentimento, un tintinnio di emozione, un sussurro e un respiro dell’anima; e qualsiasi nostro gemito ogni altra volta suona alle tue orecchie del tutto nuovo, un nostro appassionato invito affinché tu rivolga a noi i tuoi occhi, giusto per guardarci ancora con avvolgente amorevolezza.
Fosse anche il nostro ultimo pensiero, un mormorio divenuto oramai farfugliato dalle nostre labbra immobili, a te non sfugge nulla di ciò che a te è rivolto, di ciò che è preghiera, invocazione giunta alla porta del tuo cuore. E mentre uno dopo l’altro i nostri bisogni profondi ci stimolano a cercare la via per raggiungerti, eccoci a cercare dentro il profumo della nostra preghiera l’invocazione più adatta ad abbracciare in te, Signore, la soluzione ai nostri personali problemi.
Ed è per questo che ti diciamo all’infinito...
«Stammi vicino, Signore».
«Illuminami tu, Signore».
«Io mi fido di te, Gesù».
«Aiutami tu, Signore».
«Restami accanto, Gesù».
«Aiutami a restare con te».
«Non mi abbandonare».
«Sostienimi tu, Gesù».
«Con te in me non ho paura».
«...».