ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa
LA SACRA PAGINA
At 2,5-13
5
A Gerusalemme c'erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le
parti del mondo. 6 Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran
folla, e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva
parlare nella propria lingua, 7 per cui erano pieni di meraviglia e di
stupore e dicevano: «Questi uomini che parlano sono tutti Galilei? 8
Come mai allora li sentiamo parlare nella nostra lingua nativa?
9 Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10 dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11 alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto».
12 Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: «Che significato avrà tutto questo?». 13 Altri invece ridevano e dicevano: «Sono completamente ubriachi».
9 Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10 dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11 alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto».
12 Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: «Che significato avrà tutto questo?». 13 Altri invece ridevano e dicevano: «Sono completamente ubriachi».
ALLA SCUOLA DI LUCA
Il
commento qui di seguito ti potrà aiutare a capire la situazione e
l’ambiente in cui si svolge il fatto narrato e il perché della scelta
delle parole in esso riportate.
In
questa seconda parte della narrazione dei segni avvenuti a Gerusalemme
il giorno di Pentecoste affronteremo i vv. 5-13 del capitolo 2 degli
Atti, in cui vengono menzionati dall’evangelista Luca gli atteggiamenti e
i commenti dei testimoni presenti a quegli eventi prodigiosi. Inoltre,
egli induce gradualmente il lettore ad esprimere lo stupore della sua
anima per la triplice interrogazione dei vv. 7.8.12, per l'enumerazione
di tanti popoli diversi (vv. 9-11) e per la notazione ironica finale (v.
13), che prepara per contrasto la serietà dell'annuncio di Pietro (v.
14ss).
v. 5-8 - Attratti dal rumore delle lingue
Il dono di Dio interpella sempre l'uomo, rivelandogli una nuova
insospettata possibilità di autorealizzazione, se la persona si lascia
coinvolgere. Infatti, il «rumore» causato dall’irruzione dello Spirito
(letteralmente la voce, il che ricorda Es 19,16 nella versione dei
Settanta) provoca il raduno di una grande folla. L'insistenza sulla
totalità, sottolineata nei versetti precedenti dalle espressioni
«riuniti nello stesso luogo», «tutta la casa», «tutti riempiti di
Spirito Santo», si prolunga in maniera enfatica, evocando «tutte le
nazioni del mondo» (v. 5), dunque l'universalità del mondo non giudaico.
Del resto, è troppo presto per parlare dell'accoglienza del Vangelo da
parte di «tutte le nazioni». Anche se questo è l'obiettivo del racconto
degli Atti, Luca vuole qui farlo presagire, avendo cura di dire che
quelli che accorrono sono «Giudei devoti» che «si trovavano allora in
Gerusalemme».
Questa traduzione fa supporre che si tratti di devoti Giudei
venuti in pellegrinaggio a Gerusalemme. Si può anche intendere che si
tratti di residenti permanenti, Giudei originari della diaspora venuti a
finire i propri giorni nella città santa, ma che considerano ancora la
lingua del loro paese natio come loro lingua materna. Nella
presentazione di Luca, essi sentono dunque gli apostoli esprimersi in
queste diverse lingue, ciascuno riconoscendo la propria, e ne sono
stupefatti. Nel raccontare degli ascoltatori che provengono da ogni
nazione che si trova sotto il cielo, evidenziando così l'universalità
del messaggio cristiano, l’Evangelista accumula qui i verbi che nel
vangelo esprimono le reazioni della folla davanti ai miracoli di Gesù:
letteralmente, sono «fuori di sé per la meraviglia», nel senso forte che
può assumere il verbo usato (v. 7).
Nell'ipotesi menzionata in cui gli apostoli avrebbero «parlato
in lingue», si può pensare che lo Spirito Santo operi negli ascoltatori
una specie di fenomeno d'interpretazione spontanea: essi hanno la
sensazione di comprendere intimamente, nella propria lingua materna,
questo messaggio che proclama le meraviglie di Dio (cfr. v. 11). In
ambedue le interpretazioni il vero miracolo decisivo, presentato in
maniera diversa, è lo stesso: lo Spirito Santo fa parlare e fa capire.
Pentecoste è anzitutto il miracolo di una comunicazione riuscita.
Ancora una volta si tratta anche qui di qualche cosa che va
oltre l'esatta riproduzione di un quadro storico e si entra con stupore
in una prospettiva teologica di ritrovato dialogo con Dio e tra gli
uomini che credono alla sua incarnazione e redenzione, facendo in tal
modo intravedere l’immenso campo di lavoro che gli apostoli e la Chiesa
dovranno affrontare da ora in poi.
v. 9-11 - La lista dei popoli
Nei versetti che seguono viene precisato come gli ascoltatori provengano da ogni nazione che si trova sotto il cielo.
Al centro del brano biblico Luca pone proprio la lista dei
popoli, cioè l’elenco di tutte le genti che sono destinatarie delle
opere meravigliose di Dio compiute dagli inizi della storia sacra, e
giunte a compimento nella morte e risurrezione di Cristo e con il dono
dello Spirito.
Infatti, le «grandezze di Dio» formano ora il contenuto dei
discorsi pronunciati dai discepoli in questa memorabile solennità di
Pentecoste. Deve essere stata un'esplosione di giubilo, una predicazione
della felicità che Dio offriva al mondo manifestando la salvezza da lui
operata attraverso Gesù Cristo. Era giunta così l'occasione di iniziare
quella testimonianza su Gesù Cristo e la sua grazia, di cui egli aveva
incaricato gli apostoli (cfr. 1,8).
Questa lista (cfr. Gn 10), che risulta essere intenzionalmente
universale, manifesta un espediente dell’Evangelista: essa vuole
rappresentare in maniera vivace e quasi plastica la molteplicità dei
testimoni che assistettero a quella Pentecoste. In tal modo il miracolo
delle lingue chiama i membri del popolo lì convenuti a formare una
comunità, impossibile con la forza o la pianificazione economica e
politica, realizzabile con la potenza interiore dello Spirito che
sviluppa nei rapporti umani la libertà e l'amore. In tal modo si
capovolge la situazione creatasi con la dispersione delle lingue
prodotta dalla superbia umana di volersi «fare un nome» (Gn 11,4): la
Pentecoste è perciò l'anti-Babele. La comunione è possibile solo con un
giusto atteggiamento, di apertura e disponibilità al dono di Dio. Non
solo, ma il testo registra anche due opposte reazioni: di religioso
timore, manifestato nello sbigottimento, nello stupore e nella
meraviglia, e di derisione, che bolla gli apostoli come ubriachi, un
giudizio simile a pazzi, indemoniati o diabolici (cfr. Gv 7,20;
8,48-52). Ci sono tutte le premesse per un intervento chiarificatore di
Pietro, che porrà ai presenti il dilemma, accoglienza o rifiuto,
portando alla fede i ben disposti.
Si riscontra anche qui un modo costante dell'azione di Dio che
pone l'uomo di fronte al suo intervento sbalorditivo poi chiarito dalla
Parola. La rivelazione infatti procede con eventi e parole intimamente
connessi, in modo che queste spieghino il fatto che a sua volta dà
consistenza alla Parola. Senza questa sarebbe difficile per l'uomo
emettere un atto di fede; in mancanza di quello non si conoscerebbe la
vera natura dell'operare divino.
v. 12-13 - Atteggiamenti contrastanti tra stupore e derisione
All’annuncio degli Apostoli, prima rivelazione della «potenza»
dello Spirito Santo che riempie ormai la Chiesa, fa fronte l’accoglienza
oppure il rifiuto della rivelazione da parte degli uomini presenti in
Gerusalemme.
Alcuni, per lo stupore, non sanno che partito prendere; altri
gettano su tutto l'avvenimento un rifiuto sprezzante. Può darsi che per
certe persone, che non furono in grado di afferrare il senso recondito
di quel «dono delle lingue», il fatto di sentir pronunziare parole
presumibilmente straniere suscitasse il sospetto d'avere a che fare con
degli ubriachi. Solo coloro che lo Spirito toccò interiormente poterono
intendere in quelle parole, risonanti ai loro orecchi con il linguaggio
familiare del paese nativo, l'annunzio dell'universale salvezza.
Ma perché mai altri rimasero esclusi dal prodigio? Mancava
forse loro l'interiore disposizione del cuore? Si presenta qui il
misterioso dominio della grazia, ma al tempo stesso anche la colpa e la
connivenza dell'uomo col male. La Chiesa sperimenta fin dai suoi inizi
lo stesso fatto che toccò al Verbo eterno: «La luce splende fra le
tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa» (Gv. 1, 5).
MEDITAZIONE
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Spunti per la riflessione personale
1.
Il giorno di Pentecoste la folla dei presenti è stata attratta dal
rumore delle lingue. Nella mia iniziale esperienza di fede, che cosa mi
ha attratto? Quale “lingua” colpisce il mio mondo d’interessi, tanto da
coinvolgermi esistenzialmente? La pluralità delle voci che mi circondano
in seno alla Chiesa mi arricchisce dei doni di Dio presenti in esse?2.
I presenti al discorso degli apostoli si dividono in due gruppi. Avverto talvolta in me la tentazione di sottovalutare l’annuncio del Vangelo che mi viene rivolto? In quali situazioni di vita sperimento talvolta il rifiuto a motivo della mia fede? Come mi rapporto con coloro che rifiutano il Vangelo di Cristo? E con quanti aderiscono alla salvezza offerta dal Signore Gesù?
Spunti per la riflessione in Famiglia o nel Gruppo
1.
Luca ricorda che gli apostoli annunciavano alla folla le opere
meravigliose di Dio. Qual è la qualità del nostro annuncio? Coloro che
ci ascoltano che cosa capiscono del nostro linguaggio? Come Comunità ci
sforziamo di parlare “lingue nuove” secondo come lo Spirito Santo ci dà
di esprimerci?
2.
Anche nella nostra vita comunitaria è facile sperimentare quel senso di frammentarietà tanto da dare l’impressione di trovarci su opposte sponde. Come viviamo le “fratture” che sono presenti anche nella nostra Comunità? Quali modi di esprimerci sono facilmente travisabili? Come reagiamo alla derisione che subiamo dagli altri a motivo del nostro essere una Comunità di credenti?
2.
Anche nella nostra vita comunitaria è facile sperimentare quel senso di frammentarietà tanto da dare l’impressione di trovarci su opposte sponde. Come viviamo le “fratture” che sono presenti anche nella nostra Comunità? Quali modi di esprimerci sono facilmente travisabili? Come reagiamo alla derisione che subiamo dagli altri a motivo del nostro essere una Comunità di credenti?
PREGHIERA
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
vieni a me e abita il mio cuore.
(invocazione da ripetere più volte al giorno a mo' di litania)
È
il momento di metterti in moto, di agire in conseguenza di quanto hai
ascoltato, per produrre nella tua vita frutti di Vangelo.
Di
fronte alla forza dell’amore di Dio, anche tu fai la tua scelta di
campo: invoca la sua presenza nella tua vita, affinché il suo Spirito
illumini la tua mente e il tuo cuore.
Rifletti, prega e ringrazia!
FLYER INCONTRO
Rifletti, prega e ringrazia!
AUDIO DELLA LECTIO DIVINA
per richiedere l'audio dell'incontro contattare direttamente sergio.carettoni@gmail.com