martedì 9 ottobre 2018

Certe voglie arrivano a sera

alla sera del giorno
09.10.2018

Magari fosse solo una questione di golosità o un qualcosa di più compromettente. Magari fosse soltanto una semplice voglia di dolce o di salato, oppure quel qualcosa di molto più ricercato, una sensazione in più, particolare e capricciosa, da collazionare nell’album delle vibrazioni della propria anima. Non si tratta neppure di un guizzo in testa, il parto di una nuova idea bizzarra e a lungo attesa, l’ultima ispirazione originale da intrecciarsi, a mo’ di matrimonio, con i colori del proprio esistere.
Sì, certe voglie arrivano a sera, quando meno ce le aspettiamo, quando, senza preavviso, se non quello di un tremolio legato alla musica della memoria, alla fine ci accorgiamo che in noi è schioccato il desiderio improvviso per quel qualcosa che sentiamo mancarci dentro. E se mentre recitiamo da una parte che ci va tutto bene, che nella vita non ci manca proprio nulla, viceversa quel bisogno, quella voglia, inizia a scavarci dentro, colpo dopo colpo, respiro dopo respiro, fino a crearsi dentro di noi uno spazio tutto suo, il posto in noi da tempo rimasto vuoto.
Prima che fuori le persone ci mancano dentro, quando proprio dentro di noi abbiamo raggiunto la comprensione che alcune persone ci hanno lasciato in dono la certezza della loro assenza; quando, ritornando a loro con il pensiero, i nostri respiri restano a metà, in attesa che magicamente si annullino le reciproche distanze e, chissà mai, sia possibile ritornare anche per un solo istante a gustare un sorriso, una parola, un gesto, un’idea, una passione… che avevamo condiviso insieme, proprio con loro.
All’appello dei desideri ci fa piacere, invece, quando abbiamo modo di non rivedere più certe persone, anzi, ringraziamo il Cielo perché non ne sentiamo più alcuna mancanza. Sono le persone per le quali nutriamo la speranza che le distanze tra loro e noi restino tali, l’assicurazione di una difesa dalla loro influenza negativa, anche perché la memoria nostra è più che certa della necessità di auto proteggerci da loro.
Al contrario, certe conversazioni spirituali, con tutti coloro che hanno contribuito a una buona formazione di noi stessi, giustamente non le vorremmo terminare mai. Facciamo difficoltà a chiudere nei cassetti del passato quelle persone che sentiamo ancora oggi vive e importanti dentro di noi, anche se le distanze sono tali da non riuscire più a raggiungerle per un rinnovato incontro, per uno scambio di reciproci stimoli di vita, per un abbraccio, unico e speciale, dentro un’edificante storia amicale e affettiva a lungo coltivata.
È la voglia delle persone per noi importanti, Signore, che talvolta a sera sentiamo crescere più che mai in noi. Al di là di tutto quello che ci attraversa da mattino a sera, dentro le pieghe della notte avvertiamo il bisogno di non sentirci soli, di raggiungere all’altro capo del mondo chi da sempre condivide con noi le medesime vibrazioni di Te.
E forse il gioco sta proprio qui, il tuo Signore, quando per vincere la nostra tentazione all’autosufficienza, all’egocentrismo, al nostro bastare solo a noi stessi, in noi innesti la voglia degli altri, il bisogno della compagnia degli altri, la necessità di ritrovare lungo un sentiero condiviso di vita l’armonia di tutto ciò che vibra nel cuore, nella mente e nell’anima nostra e di tutti gli altri.
A custodia di una sera condivisa con tutti i tuoi amici metti Tu un tuo angelo, Signore, perché al trillo di una nota di Cielo ciascuno si senta richiamato al segreto dell’esperienza spirituale: articolare la propria vita al plurale di Te, Signore.