venerdì 12 ottobre 2018

Unione nella e per la dispersione

alla sera del giorno
12.10.2019

È un titolo bizzarro, quanto bizzarra e originale è l’idea che sta alla base di un discorso del genere; eppure è un’intuizione singolarissima e intrigante da fare propria e da mettere in pratica alla prima occasione.
Fagocitiamo di tutto nella vita, un po’ per fame, un po’ perché siamo diventati bulimici di qualsiasi realtà che vogliamo fare nostra senza rispettare i tempi iniziali e graduali di una relazione. A una velocità impressionante, mangiamo, o meglio divoriamo idee, sentimenti, emozioni nostre ed altrui, tanto che siamo sempre protesi a ciò che tra qualche minuto diventerà nostra preda, dimenticandoci abbondantemente di quello che è stato e che abbiamo vissuto qualche ora prima, la mattina o la sera precedente. E come avviene nella patologia della bulimia – quando cioè tutto ciò che non viene correttamente ingerito e digerito rischia di essere rapidamente rigettato –, così, anche a livello di relazioni interpersonali, si passa da grandi abbuffate di persone, i primi a farne le spese sono gli amici, a veri e propri periodi di rifiuto, di digiuno e di astinenza da ogni contatto sociale.
Più che un inglobare gli altri nella propria vita, assimilando in se stessi ogni loro potenzialità e dimensione personale, la positività e l’utilità di una mutua relazione amicale sta assolutamente nella capacità di ciascuno di uscire da se stesso, da qualsiasi trincerata visione e difesa del proprio mondo individuale, ed andare verso gli spazi esistenziali delle altre persone. Lo stesso uscire dai propri confini, verso nuovi orizzonti culturali e relazionali, è anche il coraggio di quella comunità di persone che guarda positivamente al suo futuro, poiché ha già dentro se stessa un sereno e riconciliato modo di vivere il suo passato e il suo presente.
Non è certo nella frammentarietà della propria storia personale che le persone trovano la loro forza d’animo per affrontare le infinite sfide della vita; semmai, è grazie al loro certosino lavoro di riunificazione interiore di ogni personale esperienza di vita che le stesse persone imparano l’arte di affrontare le future sfide esistenziali, interiori o esteriori che siano, con maggiore positività.
Si iniziano così a tradurre in scelte e in fatti di vita le parole che più ci stanno a cuore, quelle che meglio di altre ci rimettono ogni volta in moto: sono le parole a prenderci per mano e a condurci incontro alla vita con nel profondo di noi stessi un coraggioso senso di armonia e di serenità interiore.
È sempre lo stesso dinamismo, Signore, che ci motiva nel nostro cammino incontro a te. Quello che viviamo nello spirito e che poi concretizziamo nell’operosità di ogni giorno ci costituisce una cosa sola attorno a te, tutti insieme secondo il valore impareggiabile dell’unità.
È da qui, Signore, dallo Spirito che ci fonde nella preziosità di una cosa sola che diventiamo poi tuoi compagni di vita e di strada, uniti dentro la tua amicizia, ancora uniti lungo la dispersione aggrovigliata delle strade del mondo.
E benché ciascuno si ritrova impegnato nel suo viaggio esistenziale, ti chiediamo, Signore, di essere Tu colui che ci rende un solo corpo, una sola Chiesa nel mondo, una sola esperienza di fraternità dentro la vastità dell’umanità, perché la forza centrifuga del tuo Spirito continui a inviarci missionari nel mondo, con la forza e con la delicatezza del tuo amore.