alla luce del giorno
01.10.2018
Al giungere della sera tra un sospiro e l’altro ci viene spontaneo, in modo del tutto naturale, cancellare molte cose di noi stessi e di quello che è stato di noi e in noi lungo le ore del giorno. Secondi e minuti si ricongiungono insieme per ritrovare il senso di un vissuto e la colorazione finale dei sentimenti lungo il cammino di un giorno.
Silenziosamente, molte cose si dileguano una dopo l’altra; altre cose, quelle che meglio di altre hanno risvegliato l’attenzione a se stessi, si trasformano nel bello di sé, da tenere, da non smarrire, da custodire dentro il proprio mondo sotto pelle, come l’aggiunta di un tratto in più alla traccia importante di tutta la propria esistenza.
Senza una particolare, appassionata attenzione al proprio mondo interiore, a quello che ritma la relazione con se stessi e con coloro che ci camminano accanto, davvero corriamo il pericolo di vivere sdoppiati in molte dimensioni della nostra personalità. Non solo in un giorno, ma dentro un considerevole arco di tempo, rischiamo di non essere realmente noi stessi, bensì un ruolo, un compito, una funzione solo per gli altri. Esistiamo sì, ma soprattutto per rispondere ai desiderata altrui, non per noi stessi; fino ad arrivare a scoprirci considerati e voluti solo per quello che gli altri pretendono da noi, e non più quello che noi siamo realmente e desidereremmo concretamente essere o diventare giorno dopo giorno.
È vero, di solito noi siamo la risposta alle richieste avanzate da chi quotidianamente entra in contatto con la nostra storia personale, ma in verità noi abbiamo bisogno di essere molto di più, un volto nuovo, una vita nuova, un respiro che faccia nuove tutte le cose. E come non mai nella vita, viene spontaneo a ciascuno domandare a se stesso “dove sei arrivato oggi?”, non per dubitare a priori della bontà delle scelte fatte e delle azioni compiute, ma per capire se i traguardi raggiunti alla fine del giorno sono davvero il proprio bene.
Il modo in cui le persone parlano del domani, Signore, il modo in cui esse fanno di tutto per condividerlo con l’universo intero, alla luce della tua verità ci fa capire che i nostri domani sono diversi da tutti i loro domani. Scegliendo di addormentarci tra le tue braccia, Signore, è sempre in te che scegliamo di risvegliarci al nuovo giorno.
Grazie al tuo amore abbiamo compreso che in molte persone i pensieri sono confusi, le emozioni sovrapposte le une alle altre, come una radio che passa da una stazione all’altra senza lasciar capire molto di sé, senza lasciare qualcosa di sé, delle tracce di senso in chi ad essa tende il suo orecchio. E gioiamo, Signore, perché riconosciamo di non essere più uditori di confusione ma del delicato riecheggiare della tua voce in noi.
Più ci rimani dentro, Signore, e più ci conosci; più ci racconti la bellezza del tuo domani con noi e la nota positiva è che nel profondo del nostro domani ci saranno i ricordi di quello che siamo stati oggi, noi, un frammento del tuo amore.