mercoledì 3 ottobre 2018

Momento privilegiato è la notte

alla sera del giorno
03.10.2018

Possiamo restare ore e ore immobili a sera, fermi e silenziosi, con lo sguardo perso ai margini della vastità di ciò che ci sta davanti agli occhi, sguardi di noi oltre le pareti della nostra vita, per fissare l’attenzione su noi stessi, su quello che ci ritorna alla mente, su ciò che ci ritroviamo ancora dentro, inqueto e graffiante, ogni nostra emozione al ritmo della corsa dei pensieri più altalenanti.
Sospesi nell’aria sono i respiri, il nostro cercare ganci di presa, per riguadagnare un punto fermo sopra le nostre teste, nuova stabilità di riferimento oltre a quella duplice dei nostri piedi. Abbiamo abbondantemente appreso dal rosario delle nostre esperienze personali che nella vita non si resta in piedi per la consistente solidità dei propri piedi, oppure grazie alla fermezza delle idee, alla caparbietà delle proprie convinzioni personali; neppure non si cade nella vita solo perché c’è qualcuno accanto pronto a sorreggerci nell’istante del nostro vacillare, inciampare, barcollare e cadere.
Ciò che nella vita, più di ogni altro aiuto, ci mantiene in posizione eretta è la nostra volontà di aggrapparci al Cielo sopra di noi. Non c’è nulla di più coraggioso che il nostro vincere la tentazione della non-fede, dell’arrenderci all’inevitabile, del lasciarci andare per sentieri di solitudine, via via consumandoci così dentro il tran tran di giornate fotocopia l’una dell’altra.
È il Cielo sopra di noi, con la varietà delle sue sfumature, con Colui che lo abita da sempre in ogni sua dimensione e che ne fa la dimora là dove tutti attende… è il Cielo a togliere dai nostri respiri qualsiasi tristezza e turbamento, seminati a piene mani in noi da tutte quelle realtà avverse al nostro bene più vero. E, tutto d’un tratto, ci viene spontaneo misurare la distanza tra il sogno, che ci portiamo dentro, e la realtà, che attorno ci avvolge, perché sentiamo che alla sera del giorno conta solo ciò che ci resta nel cuore.
Insegnaci a pregare, Signore, così come solo Tu sai fare, senza che noi ci mettiamo a cercare cose nuove, sostenendo Tu il nostro sforzo di ritornare a sera alle parole sentite dalla tua voce, portate via con noi, gustate al meglio in ogni frammento della nostra vita, udite ogni secondo nuovamente con il cuore.
E il momento privilegiato di questa preghiera è la notte, Signore, quando sei Tu il primo a ridare forma e ordine a tutte le cose che anche a Te sono rimaste dentro. Ed anche noi siamo lì, dentro il tuo cuore, poiché la nostra vita può essere piena di volti ma se manca il tuo… piena di mille voci, ma se non c’è la tua… cuore e mente, pensieri e anima rimangono senza senso se in Te non abbiamo la certezza di uno spazio di cuore, di una consolante carezza del tuo amore.