alla sera del giorno
08.10.2018
Avere un diavolo per capello è cosa del tutto diversa da avere un diavolo in corpo, dentro, tra mente e cuore, negli infiniti angoli della propria anima.
Per quanto brutta possa essere, una cosa è avere a che fare con i mali che colpiscono i muri esterni della nostra vita ma, se non li lasciamo entrare, quei mali fuori restano e fuori sono destinati a morire. Cosa del tutto diversa è combattere invece con il male che è dentro di noi, presente in modo inspiegabile nelle più diverse dimensioni del nostro esistere.
Nessun uomo, nessuna donna va in cerca del suo male, nessuno si mette in amicizia con una brigata di diavoli, eppure non ci mancano esperienze segnate ciascheduna da tutto ciò che alla fine possiamo definire la nostra negatività. Distratti, cioè superficiali, in quella che dovrebbe essere ogni giorno la protezione ad oltranza di tutto quello che per noi è estremamente importante, la difesa del valore di quello che noi siamo e delle realtà che stiamo vivendo, è più che evidente che siamo proprio noi i primi a rinunciare in noi stessi alla via del bene e della bellezza della nostra vita. Basta un attimo, la frazione di un istante, per lasciarci prendere la mano dal male, osare un passo oltre il confine tra bene e male, un passo divenuto poi irrimediabile per se stessi e per gli altri; un solo secondo in più ieri, per un oggi e un domani inchiodati dai propri rimorsi di coscienza.
Se non si cerca, se non si ritrova in se stessi il coraggio di alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti, gettare l’ancora della fiducia oltre il muro dei propri errori, è difficile ritrovare la via del proprio riscatto, quasi impossibile la riemersione dagli abissi del proprio io.
Diventa più che mai vitale il bisogno di consolazione, non della consolazione umana, Signore, ma quella che solo Tu poi spalmare come balsamo sulle nostre anime. Non si tratta di un colpo si spugna, di un semplice cancellare, negare quanto è stato, piuttosto, il tuo tentativo di spronare ciascuno a riprendere il cammino della sua vita, scegliendo questa volta anzitutto la via del bene.
La tua consolazione, Signore, in noi diventa ispirazione di mente, di cuore e di anima, perché un vento vero e non artificiale, non un vento di testa, ritorni a rendere gagliarde le vele della nostra navigazione.
Insegnaci Tu, Signore, a vivere della tua consolazione, a lasciarci ispirare da Te in ogni dimensione del nostro esistere, a vivere costantemente nel discernimento di noi stessi, nel controllo illuminato della nostra mente, del nostro cuore e di tutto ciò che possiamo essere e fare. Conferma Tu la nostra anima, affinché ogni giorno essa sia presente a se stessa in ciò che vede, in ciò che sceglie e in ciò che fa per il bene del mondo intero.