sabato 24 febbraio 2018

Digerire bene è prova di buona salute

alla sera del giorno
24.02.2018

Senza ridicolizzare le cose, l’uomo è un essere digerente. Come ogni altro essere vivente, egli mangia di tutto e, normalmente, digerisce tutto.
Talvolta ci sono delle complicazioni, per la quantità di cibo ingerito, per la qualità di ciò che è passato per la bocca della golosità degli occhi, per la pericolosità di un alimento inghiottito scioccamente mentre era meglio lasciarlo là dove era stato colto.
Parafrasando l’idea, l’uomo si alimenta esistenzialmente di moltissime cose: pensieri e parole, nozioni, relazioni, emozioni e sentimenti, idee e sogni, e molto altro ancora. E ogni cosa, una volta digerita grazie alla propria forza vitale, concorre a far sì che ciascuna esperienza risulti gustosa al palato, gradevole alla vista e all’olfatto della vita.
Anche qui, però, non tutto è buono, non tutto giova alla propria salute psichico-spirituale. Nella propria storia personale ci sono passaggi, momenti esperienziali, disgrazie imprevedibili che causano problemi di digestione esistenziale: molte situazioni chiedono tempo e aiuto per essere accettate e smaltite, trasformate in occasione di alimentazione esistenziale, in energia di vita.
Alla fine, ecco la regola che, usando la bilancia della saggezza e del buon senso, non sono le tante cose che saziano, ma l’intensità di esse. In altre parole, non c’è poi molto bisogno di avere alle spalle un grandissimo numero di esperienze fatte, per essere certi di avere trovato il senso della propria vita, semmai il bisogno che tutto ciò che è stato vissuto un tempo sia stato vissuto intensamente, in prima persona, scoprendo in ogni cosa quelle vibrazioni di senso e di eternità che alimentano l’umana bramosia di Infinito.
Può risultarti sfacciato, Signore, azzardare l’idea di volere consumare anche te, la tua sostanza di eterna divinità. Può sembrarti una presunzione umana, quella di sfamarci dell’infinito; ma è l’unico modo che abbiamo per accogliere dentro il limitato esistere della nostra vita l’infinito esistere della tua. Non avviene forse così, ogni volta che riceviamo in dono un pezzo di pane e qualche goccia di vino, Corpo e Sangue, di Colui che ha detto un giorno “mangiatemi…”, “bevetemi…”?
E a questa mensa ci sediamo con gioia e con riconoscenza infinita, poiché sappiamo bene che un giorno vivremo di ciò che ora gustiamo con emozionante trasporto, te. Tu oggi dentro di noi, per sempre domani noi dentro di te.