venerdì 9 febbraio 2018

Nell’eco della tua parola c’è un respiro in più

alla sera del giorno
09.02.2018

Nei frangenti di sospensione attorno dell’eco del vociare del mondo è possibile ritrovare in noi istanti di presenza a se stessi, spazi del proprio io interiore, ciò che di noi ci prendiamo cura lungo l’arco del giorno, ciò che a sera di noi, con particolare affetto, stiamo attenti a preservare per quel poco di viaggio che affronteremo ancora, al sorgere di un nuovo sole.
Con naturale trasporto ci ritroviamo a sera dentro infiniti saliscendi di pensieri, di emozioni e di sentimenti. Le dimensioni più lontane delle nostre storie personali cercano ora un punto di ritrovo, un luogo d’incontro e di rasserenata unità. È il tempo degli abbracci, tra ciò che ci ha rallegrato il cuore e quanto, invece, è stato motivo per riversare lacrime di vita dai nostri occhi.
È per recuperare un luogo di riconciliazione con il nostro vissuto, uno scorrere di ore in serenità e in armonia con noi stessi, che ti chiediamo, Signore, di sederti ai bordi della nostra notte e restare a noi vicino. Sotto la coperta dei tuoi occhi riabbracciamo non più le dissonanze del nostro esistere, ma l’ascendere del tutto di noi stessi alle altezze dei tuoi respiri; e nel silenzio della notte l’eco della tua parola ci dona la possibilità di una salvezza, una carezza di misericordia, ancora un respiro, un respiro in più, un respiro di te.