martedì 27 febbraio 2018

Quattro passi alla porta del cuore

alla sera del giorno
27.02.2018

Una storia a due può avere mille sfumature emotive, altrettante sfumature d’intensità e di senso, in quello che è il dono reciproco di sé all’altra persona. Più che mettersi insieme per un semplice lasciarsi andare dentro le braccia di chi dice di essersi perdutamente innamorato di noi, giungendo alla porta del cuore di una persona, ci sono gli ultimi quattro passi che fanno la differenza.
Anzitutto, il quartultimo passo è quello legato al valore della gentilezza affettiva. Grazie ad una presenza amorevole nella vita dell’altro, tutto si gioca nello sforzo di offrire sincera felicità, non smettendo mai di guardare negli occhi e di dialogare con chi si sta amando, per rendere questa persona positivamente sostenuta dal tratto gentile di se stessi. È certo che in amore non si nasce imparati, neppure si può vivere solo di un insensato copia e incolla, piuttosto di un umile apprendistato di quella che fra tutte è l’arte più difficile, il dono del cuore.
Il terzultimo passo è legato al valore della compassione, l’impegno diuturno cioè di togliere dalla vita della persona amata ogni forma di negatività, di sofferenza e di dolore. Non si tratta solo di impegnarsi a non essere la causa del male altrui, bensì il sostegno in ogni suo processo di crescita e di guarigione. Scoperto il tipo di sofferenza che fa sanguinare la vita, una volta che la persona amata si sente compresa e sostenuta, ecco che essa stessa trova tutto il coraggio necessario per affrontare più facilmente le difficoltà del suo percorso. Tutto questo è possibile, perché spesso le persone riemergono dagli abissi del male solo quando avvertono la presenza positiva di chi le ama, di chi ha scelto di stare ogni giorno dalla loro parte.
Il penultimo passo alla porta del cuore è determinato dallo stile della gioia, quel qualcosa che non ha nulla a che vedere con la superficialità in amore, una vacua felicità delle cose, piuttosto la gioia per la stagione della raccolta dei frutti di una relazione amorevole e feconda. E di gioia profonda ogni storia d’amore ne è affamata e assetata assai.
L’ultimo passo alla porta del cuore è, infine, quello della libertà, non tanto di fare quello che ciascuno vuole, incurante dei contorni di contenimento delle proprie idee e delle proprie scelte affettive; piuttosto quel tipo di libertà che si manifesta come la consapevole donazione alla persona amata dei propri spazi vitali, la condivisione della direzione e del cammino della propria esistenza. Nella libertà avviene il dono più grande di se stessi, la delicatezza di aprire la porta del cuore della persona amata e di varcare rispettosamente la soglia della sua vita.
Ce lo hai dimostrato tu, Signore, cosa voglia dire amare per davvero, intensamente, una persona, nella gentilezza amorevole, nella compassione del suo vissuto, nella dimensione della gioia piena per ciascuno, perché il tuo amore rende tutti liberi di amare a loro volta la vita degli altri. E nell’amore anche noi ritroviamo la via della libertà da noi stessi e da tutto ciò che ci lascia fuori dalla porta del cuore di abita il nostro cuore.