alla sera del giorno
15.02.2018
Non è il gioco dei bambini, il piano segreto da mettere in atto, sussurrato con il dito davanti alle labbra, per conquistare e per giocare con la fontana del paese. Certe cose si fanno a una certa età; più avanti nella vita le cose e i giochi cambiano. Anzi, quello che prima era un gioco, adesso diventa un consiglio tutto per se stessi, e di vitale importanza.
Tappare i buchi della fontana ha ora a che fare con la nostra vita, l’unica che abbiamo tra le mani, una vita intera, fontana questa di giorni e di passioni, di desideri e di emozioni, di energie e di occasioni per buttare fuori da se stessi il meglio che da tempo custodiamo nella profondità del nostro esistere. Tappare i buchi, non per una scelta di chiusura e di egoismo, chiudere uno dopo l’altro tutti i rubinetti che abbiamo aperto, per avere invece un getto d’acqua più potente, più alto, più bello, significativo per sé e per chi fin da lontano lo vuole ammirare.
Se per tanti motivi, in tante situazioni di vita, per generosità o per stupida disattenzione abbiamo aperto e lasciato aperto uno, due, tre… infiniti rubinetti di noi… fino a depotenziare la nostre capacità, a un certo punto l’eroismo è quello di non disperdere oltre le nostre risorse vitali; ottimizzare le forze fisiche, intellettuali, affettive, spirituali, le parti più buone, più belle di noi… sì, ciò che è realmente essenziale.
Ecco perché, questa sera, Signore, ti chiediamo di donarci il coraggio e la capacità di non perdere più il nostro tempo in cose che non meritano l’attenzione dell’essenziale. Come hai fatto tu, insegnaci a concentrare il tempo che abbiamo ancora da vivere su ciò che è necessario per non mortificare, non sciupare scioccamente l’energia che preme in noi; per fare in questa vita le scelte giuste e coraggiose; per chiudere le ferite che ci dissanguano il cuore e la mente, perché le nostre anime siano ricche del tuo amore e diano a suo tempo il frutto migliore di noi.