alla sera del giorno
12.03.2018
Chi tra noi, come fanno tutti, non porta dentro di sé un ricordo, un affetto speciale per un oggetto, un giocattolo di un tempo, con noi diventato anch’esso grande, proprio con il passare degli anni? Nonostante che il viaggio della vita conosca un variegare di mete e di strade, un succedersi d’imprevisti o di riconferme di senso, qualcosa resta sempre con noi, dentro di noi, un legame che ci accompagna in ogni dove e non si sa fino a quando.
I ricordi non sono annodati solo a quello che fu un tempo, ma fra tutti certi ricordi abitano le mensole del presente e, senza chiedere il permesso, nel presente essi occupano spazzi che potrebbero invece essere sgomberati per abbracciare in essi nuovi significati e arpeggi fantastici di creatività.
Non tutti sono inclini a rinunciare ai pezzi preziosi del proprio museo interiore. Ben poche persone hanno la forza necessaria per impugnare con decisione e abbassare fino in fondo il freno a mano della propria vita, per muoversi lungo i sentieri della generosità di sé. La tentazione è quella di tenersi tutto, se proprio impossibile almeno uno dei giochi del passato, il gatto di gomma, anche se usurato dal tempo, sporco, completamente vecchio, ma pur sempre il proprio giocattolo, l’ultimo amico d’infanzia.
Se da una parte la vita avanza le sue richieste di generosità, e chiede a ciascuno la totale disponibilità a spogliarsi di tutto, per essere finalmente libero da ogni forma di possesso, la stessa vita è pronta a offrire in dono la totalità di nuove occasioni di crescita profonda in umanità e in spiritualità. Ma a questo punto, per afferrare il nuovo di noi, occorre avere le mani libere dal vecchio di noi. È questione di saper cogliere l’occasione d’oro che a un certo punto la vita offre a tutti.
Anche questa sera, Signore, ci dici di mettere da parte il nostro giocattolo, perché nello spazio e nella quiete della tua sera non c’è posto per nulla che non sia la nostra pelle. Niente giochi a letto, niente gatti di gomma, più nulla con noi di ciò che potremmo ancora pretendere di tenere ben stretto in mano, solo per compagnia, pena i capricci e i bronci di un tempo.
La totalità della nostra generosità è il coraggio di non rifiutarti nulla, Signore, neppure il vuoto delle nostre mani, accettando che tu possa chiederci proprio tutto, anche la totalità del vuoto, senza la scusa di un freno ben tirato, ma disposti a sgranare gli occhi di fronte allo stupore di un tuo nuovo dono. E il gatto di gomma sparirà, e la sorpresa di qualcosa di nuovo arriverà ben presto.