giovedì 22 marzo 2018

Oltretutto, ormai non ci stupiamo più di niente

alla sera del giorno
22.03.2018

È una frase terribile, quella che sempre più spesso spunta sulle nostre labbra, quella che puntualmente ritorna a fare da sigillo a notizie e fatti che mai avremmo immaginato di sentire, di vedere, di trovarci dentro, con il subbuglio della sorpresa e delle emozioni.
Le cose perfette, che abbiamo emotivamente vissuto ieri, pensiamo che così perfette lo debbano essere anche domani. E nel momento in cui ci accorgiamo che per davvero i rapporti tra le persone cambiano a volte così velocemente da prendere in poco tempo strade impensabili, ecco che solo allora facciamo la concreta esperienza che nessuna cosa targata ieri sarà ugualmente così targata oggi e anche domani.
Lo stupore sta proprio qui, nel capire e nell’accettare che dentro la storia personale di ciascuno molte cose sono cambiate ancor prima che ce ne siamo realmente accorti, tante situazioni sono nate molti giorni prima rispetto al giorno del nostro risveglio incredulo alla verità dei fatti. Non è fragilità umana la nostra, è solo l’istinto a credere che il male è limitato nella sua potenza, che ci sono i supereroi nella vita, ai quali non potrà accadere nulla di irrimediabile. Invece…
La consapevolezza delle proprie fragilità, la certezza che nessuno è immune dalle ferite della vita, il fatto che siamo tutti facilmente vulnerabili, soprattutto nelle avventure del cuore, ecco, tutto ci insegna il valore dell’umiltà, la postura corretta di stare sempre a piedi nudi per terra, risvegliando dentro di noi l’impellente necessità a fare riferimento e ad affidarci giorno e notte alla luce del Bene.
Insegnaci, Signore un secondo stupore, quelle delle tue parole e delle tue opere per noi. Il tuo passarci accanto, il tuo intrattenerti amichevolmente con la nostra storia, l’amorevolezza della tua presenza accanto e dentro di noi, questo è uno stupore nuovo, che continuamente deve risvegliare la nostra anima.
Come restare desti alla stupenda magnificenza della tua prossimità? Come riversare nei giorni del nostro calendario il dono di grazia con cui vuoi rendere piena la nostra stessa vita? Insegnaci la scaltrezza del Vangelo, la capacità di vedere la verità delle persone oltre le apparenze, nostre e altrui, ad avere verso tutti sguardi di misericordia e verso noi stessi, secondo la legge del tuo amore, l’umiltà di ricomporre alla fine le nostre menti e i nostri cuori.