alla sera del giorno
02.03.2018
È dentro spazi dalle dimensioni incalcolabili, là dove lo sguardo si perde molto prima del suo raggiungere la linea dell’orizzonte, là dove i suoni arrivano sì alle nostre orecchie ma deboli e fievoli perché stanchi di avere percorso lungo distanze; è dentro lo spazio infinito di tutto ciò che esiste, che dolcemente iniziamo a muovere i nostri passi, uno dopo l’altro, uno più in alto rispetto al precedente, perché il viaggio è un’ascensione di corpo, di mente, di cuore, di spirito a realtà con cui non abbiamo una grande dimestichezza, non certo astruse per la nostra vita, ma inaspettate, mai vagheggiate, mai sognate prima, perché esse sono solo e immensamente arte di Te.
Seguire i tuoi passi, Signore, non è solo per raggiungere qualcosa che via via inizia ad appartenerci perché da sempre lo sentiamo prevedibile, ora possibile sulla stessa linea del nostro umano orizzonte; bensì, seguire i tuoi piedi è un entrare gradualmente dentro le sfumature di una luce, di una vita, di un amore che solo e immensamente tu abiti in pienezza.
Seguire i tuoi passi, Signore, benché tremolanti noi come la fiammella di una candela ai passaggi della polvere del vento, rincuorati dalla bellezza che via via ci circonda e avvolge ogni nostro piccolo eco di vita, ad un tratto restiamo a bocca aperta, affascinati, rapiti, stupiti dall’iride dei tuoi occhi, sfumature di cielo, di terra e di mare, sfumature in esso di ciascuno di noi, questa sera, tuffati tutti infinitamente dentro il tuo Cielo, dentro te.