martedì 27 marzo 2018

Quando il deserto ci salva per davvero

alla sera del giorno
26.03.2018

Per chi nella vita sa dove voglia andare, una volta imparato ad ascoltare e a seguire nella verità i desideri del suo cuore, anche nel bel mezzo del suo deserto esistenziale egli avverte interiormente come trovare la strada giusta per raggiungere la meta dei suoi sogni.
Nonostante che la maggioranza delle persone ritenga giusto l’esatto contrario, è errato pensare e credere che il deserto sia solo il luogo della perdita, dello smarrimento totale di se stessi, il luogo dove a un certo punto sia quasi inevitabile fare la drammatica esperienza della propria morte. Non solo spiritualmente, ma anche esistenzialmente, si può vivere e abitare interiormente il personalissimo luogo di solitudine, d’intimità estrema, di deserto appunto, come una via di liberazione da se stessi, dagli altri, un luogo unico di salvezza.
Grazie alla luce della fede, anche il più arido deserto esistenziale alla fine può costituire un tempo e uno spazio dove la preghiera schiude dinanzi ai propri occhi sentieri e orizzonti di liberazione e di salvezza da ogni malefica forza avversa.
Proprio la preghiera – momento divino innestato nel nostro deserto quotidiano –, può essere vissuta come un luogo e un tempo dell’intimità con Dio, di distacco dalle mille attività, l’occasione propizia per non correre il pericolo che tante cose diventino i nostri idoli personali, sostitutivi di Dio stesso e del suo primato in noi. Ebbene, anche se non producesse nulla di materiale, alcuna opera miracolosa, la preghiera è di per sé – e resta sempre – una magia in noi di Cielo, perché essa altro non è che un tempo segretamente produttivo per ritrovare noi stessi e la nostra comunione con Dio.
Per un dono della tua sconfinata generosità, Signore, il nostro spirito non smette di stare con te, di parlarti, di vivere nella mente e nel cuore alla tua presenza… tutto questo ci salva e ci aiuta a non smarrirci nella vita. Nell’esperienza della nostra preghiera, quando essa diventa intima, profonda, sentiamo come ogni respiro dell’anima alimenti per davvero la relazione tra noi e te; e tutto nella preghiera diventa il risultato di un vero e sincero incontro tra noi, Signore.
Come avviene all’interno di una ben salda relazione amicale, la prima cosa cui non potremo mai rinunciare è quella di stare fin d’ora l’uno alla presenza dell’altro, tenerci, cioè, reciprocamente compagnia, tu a noi e noi a te.
Sei proprio tu, Signore, a insegnarci che, prima ancora che una quesitone di parole, la preghiera è questione di “sguardo”, porci noi davanti a tuoi occhi amorevoli e permettere che il nostro incontro con te diventi “casa dell’amore”, il tuo nel deserto rifiorito della nostra vita.