alla sera del giorno
28.03.2019
Per quanto una persona possa far girare all’impazzata su se stessa la sfera del mappamondo, per andarvi a cercare un luogo geografico diverso, migliore rispetto a quello in cui ha in quel momento i suoi piedi, non ci riuscirà mai, quel puntino di terra non lo troverà mai. Non c’è luogo più felice di quello in cui si vive, per essere ciò che si vuole essere veramente nella vita.
La tentazione che ciclicamente ritorna è di pensare che esista nel mondo un angolo eccezionale, fantastico, in cui poter essere più buoni, più amanti di se stessi e degli altri, migliori rispetto a ciò che pensiamo di essere in questo preciso istante. Non esiste luogo migliore per vivere, per pensare, per amare, per essere operosi nel cuore e nella mente rispetto a quello in cui la vita ci ha praticamente condotti. Infatti, non esiste una stanza più confortevole di questa, una casa più bella, una via più tranquilla, un paese più idilliaco, un… ammenoché non si voglia proprio cambiare pelle, cioè vita. Ma così facendo dovremmo allora accettare di non essere più noi stessi, bensì un’altra persona.
Se facessimo derivare il senso e il valore della nostra storia personale unicamente dal luogo in cui viviamo, sarebbe un vero disastro, la distruzione di ogni possibilità di trasformazione di ciascun angolo del mondo. Se una persona vuole lavorare per l’armonia, la pace, la riconciliazione tra gli uomini, il ritorno del sorriso sulle labbra di molti, qualsiasi luogo è il luogo migliore dove poter mettere mano alla trasformazione del tutto; e, quindi, perché non iniziare o continuare a farlo proprio qui, dove già siamo?
Tu ce ne hai dato l’esempio, Signore, quando volutamente hai scelto di restare là dove la volontà del Cielo ti aveva condotto, là dove sei stato ispirato a parlare, a fare, a essere un segno dell’amore verso tutti. Per te, Signore, era uguale essere a Nazareth, o a Cafarnao, o a Betania, o lungo la più sperduta strada della Palestina. Non era poi così importante per te dove eri, ma con chi eri, a chi parlavi, a chi stavi donando la gioia della tua presenza.
Con pazienza, Signore, insegnaci il rispetto del luogo dove ci troviamo a vivere, la delicatezza con le persone che incontriamo ogni giorno. Dacci la costanza di restare anche noi al centro dell’incrocio tra loro di mille storie di vita, dentro quella trama preziosa di relazioni, di emozioni, di sentimenti con cui ci piace avvolgerci a sera.
Se tu non smetti di abitare il luogo della nostra vita, non avremo pretese egoistiche, ma ci impegneremo a stare bene ovunque, per fare a tutti un gran bene.