alla sera del giorno
08.03.2018
Vedere, guardare, fissare, scrutare e contemplare non sono solo alcuni tra i verbi che guidano e spiegano le funzioni visive dei nostri occhi. C’è dietro qualcosa di molto più importante, di molto più grande, che coinvolge il senso ultimo della realtà delle cose che si vedono e di chi le sta guardando, legando ad esse il tutto della sua storia personale.
Dall’atto del vedere qualcosa, in senso universale e generico, si passa a guardare a una cosa in particolare, per poi fissare su di essa la propria attenzione e la più intelligente curiosità, il tutto per tuffarsi dentro la realtà che quella cosa misteriosa racchiude e cela allo sguardo dei più superficiali, fino a intravedere in essa con occhi educati al nuovo l’invisibile delle realtà di Dio.
Anche nella vita spirituale avviene la stessa cosa, gli stessi passaggi di quelle che possiamo definire le funzioni visive del proprio spirito: da un vedere a un guardare le cose di Dio, da un fissare i propri occhi su qualcosa, rispetto alla quale noi stiamo fuori, ad un entrare in essa, nelle profondità e nelle pieghe di un mistero immenso, tutto da scandagliare. Da qui in poi tutto cambia, ogni cosa è vista e compresa alla luce di Dio, con lo sguardo luminoso di Colui che conosce il senso di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che è frutto del suo pensiero creativo e ricreativo, generativo e rigenerante dell’animo umano.
Abbiamo imparato da te, Signore, l’arte del guardare, dell’osservare come la vita della natura si srotoli giorno dopo giorno e si vada formando secondo un tuo sapiente disegno. Contemplando nella natura che ci circonda il passaggio della tua mano, apprendiamo un insegnamento legato alla magnificenza della tua opera creativa. E la capacità contemplativa del guardare la natura, il mondo, le persone ce la doni solo tu, Signore, poiché solo tu sai arrivare con i tuoi occhi là dove noi non riusciremmo ad arrivare neppure nello slancio della nostra più guizzante fantasia. Il tuo sguardo contemplativo ci insegna a vedere nella fede quello che un giorno sarà in pienezza di tutti noi, un’opera meravigliosa del tuo amore.