02 gennaio
Al pozzo della tua vita una dopo l'altra giungono le tante persone che vogliono abitare il tuo tempo e la tua storia.
C'è chi arriva per attingere alla tua profondità qualcosa di vitale che è in te; lentamente poi se ne va via, per non fare mai più ritorno. Ci sono molti, invece, che vogliono dimorare senza fine alla tua fonte e, per egoismo e per opportunismo, vivono solo della bellezza di cui tu sei custode prezioso; ma di costoro avverti solo il fastidio delle mignatte. Infine, ci sono gli ultimi, pochi per numero, immensi nel loro valore, che al pozzo della tua vita parlano, sussurrano, raccontano parole di cuore e sogni di infinito. Sono coloro che non prendono nulla da te, se non per un istante il dono della tua compagnia, ma a te danno in cambio un'emozione d’affettivo e il riflesso sullo specchio della tua acqua della luce accesa sui loro volti, la luce del Cielo.
Sì, il tuo pozzo interiore è popolato dal ricordo dei primi, ai quali hai donato con gioia qualcosa di te; dal fastidio dei secondi, che con egoismo e violenza t’impoveriscono ogni giorno; e dalla malinconia degli ultimi, perché con il loro passaggio hanno disegnato sul tuo pozzo il cielo della nostalgia per l’Infinito.
Così come te, così come tutti, anche il Cristo ha fatto egli stesso l’esperienza del pozzo: ma mai ci consente di erigerci a giudici gli uni degli altri. La sua luce guida le nostre vite e nel suo Vangelo c’insegna come restare attenti al valore di ciò che custodiamo nelle nostre profondità, per amare secondo il bisogno di ciascuno e per esprimere il nostro slancio di cuore con il dono della vita che è in noi.