alla sera del giorno
15.01.2018
Non è malvagia come idea, quella di paragonare l’io personale di ciascuno di noi alla figura e al ruolo di un re, che dall’interno del suo palazzo governa il mondo dentro e il mondo attorno. È cosa normale che al re tutti prestino ascolto, ossequio, doverosa obbedienza, riconoscendo a lui il primato sui sudditi del suo regno.
Non avviene così anche nelle profondità di noi stessi, là dove c’è una voce che ci dice cosa è bene e cosa è male per noi stessi e per le mille situazioni attorno? E come avviene in ogni regno, la più grande difficoltà per il nostro re interiore non è quella di comandare, bensì quella di fronteggiare, contrastare e vincere l’assalto interiore dei suoi nemici, quelli che più di ogni altra forza avversa sono sempre contro le nostre capacità e criticano e tentano di frenare e si sforzano di bloccare la creatività, il volo dell’anima e il respiro dei nostri pensieri.
Non basta neppure giungere alle porte della sera per trovare nelle ore della notte una tregua, un meritato riposo, perché se non da te, Signore, da chi possiamo avere quella pace interiore, quella tranquillità dell’anima che solo tu ci doni con generosità prossimità?
Certo, in noi abita la figura di un re alle prese con la diuturna forza avversa dei suoi nemici, ma poco più sopra, nella volta stellata del Cielo ci sei tu, o Signore, e le immense schiere della tua divinità paternità. È da lì, dalla gloria celeste che il nostro io, il nostro re interiore, attende l’arrivo di un soccorso di salvezza, uno sperato assedio d’amore, uno squillo di risurrezione per un impeto di riscossa, affinché tutti possiamo ritrovare in noi il vigore per vincere ancora una volta i nostri nemici interiori e ritrovare soprattutto il sorriso della Vita alla brezza di un nuovo mattino.