alla sera del giorno
29.01.2018
Sicuramente ci aggrappiamo a una stella per avere in pugno, ben oltre la fragilità di noi stessi, la concretezza di una speranza, là dove avvertiamo che le cose potrebbero andare meglio di come stiano andando proprio in questo momento.
A nostre spese, è certo che abbiamo imparato dalla vita molte lezioni e, ancor di più, che su ogni viaggio in corso c’è pur sempre in cielo una stella che brilla, su ciascuno la propria stella, perché tutti siano facilitati ad orientare i loro passi verso il verso giusto della vita.
A una sola, a cento, a mille stelle siamo soliti aggrappare non solo qualcosa, alcuni addirittura un po’ di tutto, ma molto di più di quello che ci passa per la mente e per il cuore. Anzi, a quella che sentiamo essere la nostra stella guida aggrappiamo il tutto di noi stessi, l’unicità dei nostri respiri e delle nostre emozioni, la nostra stessa vita. Grazie alla nostra stella ci viene offerta la meravigliosa possibilità di elevarci, ben oltre la dimensione orizzontale dell’esistenza, a dimensioni verticali di senso e di pienezza.
Tuttavia, così com’è per tutte le monete della storia, anche le stelle hanno un fronte e un retro, il loro fronte e il loro retro, quello che alcuni vedono di esse e quello che di esse vedono altri. C’è, dunque, un mistero visibile e invisibile in tutti gli astri del cielo, tanto che ciò che risulta essere nascosto ai propri occhi, è invece ben visibile agli occhi di un’altra persona. Per il loro gioco di velare e di svelare la metà di se stesse, le stelle sembrano appartenere a pianeti diversi, da dove le medesime stelle sono contemplate, ammirate e già abitate dal desiderio di chi le sta guardando.
Al contrario, le stelle non appartengono a nessuno, se non a se stesse, al mistero fascinoso che in ciascuna è racchiuso e risplende, origine di luce e di calore, punto di orientamento degli occhi, dei pensieri e dei moti straordinari dei cuori di miliardi di persone. Libere da ogni rivendicazione di proprietà, le stelle diventano il luogo di un appuntamento celeste, quanto mai vero e possibile, per chi scorge in esse un’occasione unica per superare la propria impossibilità di incontrare e di abbracciare un’altra persona in un preciso punto del mondo.
Tu ci insegni, Signore, che le stelle possono essere raggiunte, abitate e condivise nella bellezza di un abbraccio di cuori. Ci insegni a smettere di contemplare le stelle in egoistica solitudine, ciascuno sfruttando la loro luminosità solo per orientare grazie ad esse una personale navigazione sempre più separata dalle altre persone. Al contrario, Signore, tu ci insegni che possiamo tutti darci appuntamento in un preciso punto luminoso del cielo, alle porte di una stella condivisa, e ritrovarci insieme, da là ammirare e là gioire per la danza festosa dei tuoi astri nel tuo e nel nostro Cielo.