alla sera del giorno
19.01.2018
Bastasse togliersi i vestiti del giorno e infilarsi un pigiama per ritrovare sulla pelle la delicatezza della propria vita, la tranquillità di una carezza.
C’è invece un lavoro molto più meticoloso da fare, un viaggio dentro le pieghe del tempo, alla ricerca di un senso ultimo e vero ai passi compiuti in una direzione e nel suo inevitabile opposto. E in quell’angolo di tempo, proprio lì, la fatica è quella di rimettere ordine ancora una volta alle cose accadute, alle emozioni confuse, ai graffi ingiustamente subiti e, purtroppo, a quelli stupidamente dati.
A sera non basta cercare un angolo dentro se stessi per chiudere fuori il mondo dai propri occhi, dalla curiosità delle orecchie, ognuno gettando fuori ciò che dentro suo non è oggi e non è mai stato da sempre. A sera c’è bisogno di una coperta di affetto e di amicizia, di misericordia per gli errori commessi, di conforto per le sconfitte subite, d’incoraggiamento per le future battaglie.
A sera c’è bisogno di te, Signore, non certo come di un maggiordomo o di un jolly, che riassetti ogni cosa o ci faccia vincere la partita della vita. C’è bisogno di te per la rassicurazione che tu sei, Signore del tempo e delle nostre storie, delle pieghe e delle piaghe della nostra avventura, delle energie profonde che neppure sappiamo di avere, così come dei respiri di fiducia che speriamo profumino di te.
Oltre le pieghe del tempo a sera c’è bisogno di una sola nota alla quale aggrapparci tutti a credito del tuo amore. E nell’attesa ci ripetiamo l’un l’altro “Perché no?”.