alla sera del giorno
29.04.2018
Fosse solo questione di ottimismo e di pessimismo, di fiducia e di sfiducia, di entusiasmo e di allegria, di un numero interminabile di sinonimi e dei loro prestabiliti contrari per imparare a prendere bene le misure con la temperatura della Terra e con la leggerezza del Cielo che insieme convivono ogni giorno dentro di noi.
A piedi nudi, così come ad anime nude, giusto per sentire l’autenticità di tutte le vibrazioni che riaccendono in noi il senso della vita, ci basta un secondo per rientrare in contatto con la pelle del cuore e con quella, ancora più tenue, della mente.
Là dove i pensieri e le emozioni possono dondolare sull’altalena della più candida euforia, così come del catastrofismo in cui talvolta ricadiamo, il vento dei giorni che passano ci fa avvertire il trascorrere con esso dell’intera nostra esistenza.
Può sparire ogni cosa nella vita, quello che seminiamo e raccogliamo giorno dopo giorno, possono scolorire le più belle emozioni che abbiamo attraversato per anni, possono svanire anche i sogni e i desideri che da molto tempo accarezziamo e coccoliamo nel segreto di noi stessi.
Soprattutto, possono uscire dalla scena della nostra vita proprio quelle persone che, fra tutti coloro che abbiamo incrociato per via, abbiamo permesso loro di abitare le stanze della nostra interiorità, e con esse svanire la memoria del cuore e i colori delle loro immagini nella nostra mente.
Non c’è vera poesia senza la compagnia delle lacrime, senza l’emozione profonda di un pensiero, senza il rintocco ovattato della campana della nostalgia... e la commozione diventa intensa quando alla poesia, a una lacrima, a un’emozione, alla nostalgia associamo un volto, un nome, un pezzo del nostro cuore, ora in tasca a una persona che non è più qui con noi.
Eppure... la vita può restare ancora viva in noi, anche se più povera, anche se ora nuda e sola di giorni non più condivisi come un tempo con altre persone; una vita avvolta tuttavia dal mistero di una vita ancora più grande, che Qualcuno ci offre amorevolmente e che tutto in essa possiamo raccoglie di quanto di più umano è rimasto ancora in noi.
Se da una parte è presente in noi l’essenza profonda di te, il tuo amore, Signore, ora accresci in noi la consapevolezza che il mondo in cui viviamo è un riflesso buono della tua perfezione e della tua sapienza di creatore. Se tu ne sei coinvolto anche l’insieme delle nostre storie personali può uscire dal groviglio degli avvenimenti accidentali ed essere l’interazione provvidenziale tra il tuo progetto e la nostra libertà umana. Solo così potremo recuperare la coscienza che davvero noi siamo la tua immagine vivente, Signore, persone capaci di stare a dialogare con te pur nella libertà del nostro pensare e del nostro amare.
Nel ritmo della nostra preghiera non possiamo non fare memoria, non possiamo non ringraziarti per il dono che tu ci hai offerto di dignità e di grandezza, le nostre Signore, proprio attraverso la tua incarnazione, il tuo esserti fatto cioè uno di noi; non possiamo non elevarti la nostra lode per il tuo avere attraversato per noi il varco della passione, della morte e della risurrezione.
Aiutaci a mantenere costantemente in noi la certezza che la tua risurrezione costituisce il trionfo assoluto del positivo tuo e nostro su qualsiasi realtà negativa, a te e a noi avversa, per te e per noi esperienza di smarrimento e di morte.
Donaci un secondo solo, Signore, uno solo, davvero ce ne basta anche solo uno, per essere certi che la memoria dei nostri cuori non sbaglia a ricordare il colore degli occhi delle persone che abbiamo amato e che tu già stringi a te, vivi con te, così come vivi sono dentro e accanto a noi, perché non ci sentiamo soli in questo viaggio della vita.