lunedì 30 aprile 2018

Preghiera, solitudine ed equilibrio mentale

alla sera del giorno
30.04.2018

Quella che pensiamo essere nella vita di tutti i giorni l’esperienza più svantaggiosa e sofferta che ci possa cadere addosso, nella preghiera invece la solitudine è una situazione quanto mai positiva e, il più delle volte, necessaria per aiutarci a rigenerare, fino nel profondo di noi stessi, il nostro intimissimo equilibrio mentale e affettivo.
Armonizzare il nostro spirito, neutralizzare il groviglio dei pensieri e delle tensioni, quietare l’andirivieni delle parole, raffreddare il ribollire interiore ed esteriore delle battaglie in corso, così come prenderci cura delle nostre paure, delle angosce, delle sofferenze e delle inquietudini è proprio il risultato di un ritrovato e benedetto dialogo con noi stessi e con la dimensione spirituale del nostro esistere.
Certo, un tempo adeguato alla nostra preghiera in solitudine è da cercare tra le mille cose del giorno, uno spazio personale da dedicare con coraggio al raccoglimento di noi stessi in un luogo tranquillo, silenzioso, evocativo di quella che è la via dello Spirito tracciata sulla pelle di ogni essere umano, in coloro che ci hanno preceduto, in chi ora è nostro compagno di strada, in chi un giorno seguirà le nostre orme.
Senza escludere l’importanza della preghiera comunitaria, condivisa dentro un’esperienza fraterna e allargata di Chiesa, è necessario che la solitudine, di cui avvertiamo il bisogno rigenerante, sia orientata ed educata secondo la dimensione del Cielo, così come Gesù ce ne ha dato più volte l’esempio suo personale.
Per pregare da soli non basta mettere in atto una serie di tecniche di rilassamento corporeo e mentale, un rallentamento calcolato dei battiti del cuore e della vita, una forza di respingimento di qualsiasi pensiero disordinato, la tenace e costante determinazione a fare in modo che le preoccupazioni non invadano anche la nostra relazione con Dio. Per pregare da soli occorre trovarsi proprio da soli dinanzi a Dio, a colui che ha sempre fatto della solitudine dell’uomo e della donna lo spazio e il tempo della sua presenza.
Mettendoci in preghiera davanti a te, Signore, sentiamo crescere in noi l’amore per la nostra intima solitudine che in questo momento ci circonda esteriormente e che interiormente, se abitata da te, ci libera dai mille impacci della vita. Sciolti dalle catene di ogni umana prigione, eccoci disposti ad abbracciare un atteggiamento molto più ricettivo di te e del tuo respiro in noi, Signore, fino a contemplare in modo estasiato il luminoso emergere da noi stessi dei sentimenti più puri del nostro abbandono confidente a te.
Senza imporre nulla al cuore e alla mente, lasciando che in noi i pensieri fluiscano sereni a te, Signore, tutto in te diventa per noi prova di consolazione, di ritrovata passione per il tuo amore per noi, di delicata certezza che la tua gioia è gioia di presenza e di compagnia, la tua per sempre in noi.