sabato 14 aprile 2018

Non è evasione ma alito di vita

alla sera del giorno
14.04.2018

Di premesse si vive tutti i giorni e, una volta accolte, grazie ad esse ci si salva con largo anticipo la vita. Darsi due coordinate, anche per ciò che riguarda la propria vita spirituale, non guasta mai, anzi, è più che giusto farlo, soprattutto quando è in gioco la cosa più delicata che umanamente ci portiamo nel cuore: la nostra voglia di parlare con Dio e di stare ogni istante con lui.
La preghiera prende vita e senso se essa viene a collocarsi delicatamente dentro una relazione sincera e carica di affetto tra l’uomo e il suo Dio, fra due persone intelligenti – l’una umana, l’altra divina, con proporzioni diverse ma entrambe fatte di Terra e di Cielo – ; una relazione tra persone libere e capaci di andare ben oltre un lodevole grado di empatia, per tuffarsi reciprocamente in un rapporto di amore vero, intenso, totalmente oblativo.
Più di ogni altro aspetto tipicamente umano, la preghiera si caratterizza per la sua forza e per la sua potenza di condivisione tra il divino e l’umano di sentimenti e di esperienze, di vissuti carichi di passione, ansie, gioie infinite. Così come ci è dato di riuscire a noi uomini, così com’è caratteristico di Dio, nello spazio e nel tempo della preghiera avviene persino quello scambio di doni intimi, personalissimi, unici e irripetibili, confidenze del cuore e della vita, che solo in momenti come questi è possibile donare e ricevere.
È una relazione unica, Signore, la preghiera dentro la quale abbiamo modo di incontrare te e tu noi. L'incrocio dei nostri sguardi, lo svelamento corrisposto dei volti, l’intreccio dei pensieri reciproci, l’annodarsi delle nostre storie affettive non ci fanno evadere dal presente in cui ci troviamo a sostare, ma a ritrovare in esso l’alito caldo della vita.
E la preghiera diventa occasione per imparare ad apprezzare te e noi, Signore, così come tu ti compiaci e gioisci alla sola nostra vista lì, con i volti e le palme delle nostre mani a te rivolti. Nella concretezza e nella fatica della preghiera impariamo la teoria e il senso di ogni cosa che ci sono date di sperimentare, il male per cui chiedere scusa, la richiesta di un consiglio e di un aiuto, il tuo, l’ossequio della nostra fede e l’offerta della nostra fiducia.
Non è evasione la preghiera, ammesso che si tratta di quella vera, non lo potrebbe essere mai, perché in essa avviene il nostro respirare il tuo alito di vita, Signore, in ogni dimensione del nostro esistere, fintantoché ne avremo forza e coraggio, fino a quando non smetteremo di ritornare ad essere ogni giorno sempre di più una cosa sola con te.