venerdì 6 aprile 2018

Il sentiero della preghiera nella foresta dei bisogni

alla sera del giorno
06.04.2018

Sinuosamente si aggira per le vie della mente e per i sentieri del cuore quella che possiamo chiamare la voce dei bisogni. Una voce e un’eco d’idee e di parole che hanno a che fare con il senso di tutto ciò che sentiamo mancarci nella vita; un incalzare interiore di necessità e di desideri senza fine nelle dimensioni del corpo, dello spirito e dell’anima.
Non sempre, però, i bisogni sono purificati dalla verità e da un senso illuminato della propria vita. Molto spesso è proprio la corsa selvaggia dei bisogni, come se si trattasse di cavalli allo stato brado, a sopraffare il valore dell’intuito spirituale, a spezzare quel fine filo di Cielo presente in noi, fino a portare molte persone a perdere il lume della ragione e la luce della fede.
E incredibilmente sono davvero molti i bisogni dissonanti, grigi, rispetto alla vita cristiana, valori e scelte che vanno in direzione opposta a quella dell’opera dello Spirito di Dio. Anzitutto, il bisogno di umiliazione, cioè di vedere tutto ciò che ci circonda in modo negativo, annientando in noi la positività e la stima di noi stessi; il bisogno di aggressività, quando l’impulsività e la rabbia prendono il sopravvento in molti aspetti della nostra storia; il bisogno di gratificazione sessuale; il bisogno di esibizionismo, lasciando al nostro narcisismo tempo e modo d’imparare l’arte del vantarsi ovunque e per qualsiasi cosa; il bisogno di evitare i pericoli, cioè di evitare l’esposizione e il coinvolgimento di noi stessi e il coraggio della nostra fede; il bisogno di evitare la cattiva fama, difendendo la nostra reputazione anche da quelle che potrebbero essere le più innocenti critiche e osservazioni poste al nostro stile di vita; infine, il bisogno della propria dipendenza affettiva, cioè la spasmodica voglia che altri si prendano cura di noi, giusto per essere coccolati da tutti con una cascata di moine senza più fine.
Una giungla di bisogni, quindi, che se non equilibrati, educati, evangelizzati e battezzati portano chiunque ad arrivare a soffrire la tensione della frustrazione e questo non solo per un momento, ma per molto tempo, quasi per tutta la vita.
Quale cosa migliore, Signore, un vero toccasana della vita se non il tuo intervento? Quale prossimità, la tua, se non quella di entrare tu dentro il nostro vissuto, fermarti al crocevia dei nostri desideri, dei nostri bisogni di terra e di Cielo e lì attendere l’incrocio dei nostri sguardi e l’ascolto della nostra voce che non smette di chiederti di colpire ancora una volta la nostra attenzione, il nostro interesse di te, Signore, e di noi, poiché là dov’è il nostro tesoro, là ci saranno anche i nostri cuori.
E la preghiera altro non farà che guidarci a te, proprio attraverso la giunga dei nostri bisogni.