lunedì 19 febbraio 2018

Abbandonati da Gesù che sale al cielo?

ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa


Milano, 18.02.2018

INCONTRO - 004
Lectio divina su At 1,9-11




LA SACRA PAGINA
At 1,9-11
9 Detto questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più.
10 Mentre avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11 e dissero: «Uomini di Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù, che vi ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire».


ALLA SCUOLA DI LUCA
Il commento qui di seguito ti potrà aiutare a capire la situazione e l’ambiente in cui si svolge il fatto narrato e il perché della scelta delle parole in esso riportate.

L'ultimo incontro tra Gesù e i suoi Apostoli (At 1,6-8) termina con un avvenimento importantissimo: quello che siamo soliti chiamare «l'ascensione del Signore». Essa ci viene presentata come un fatto di una veridicità inconfutabile che anche nel Vangelo di Luca trova conferma, nonostante che il modo di descriverlo non sia del tutto uguale (cfr. Lc 24,50ss). Viceversa, su questo aspetto del Risorto gli altri testimoni del Nuovo Testamento si direbbero più riservati.
Restando, dunque, all'interno del racconto lucano, poniamoci la domanda come intenda Luca l'ascensione di Gesù? È un avvenimento a sé stante, che appare accanto alla risurrezione, o ne costituisce il completamento e il coronamento?
Chi osserva attentamente l'avvenimento dell'ascensione di Gesù, in ogni racconto che ne viene fatto, scopre l'esistenza di un legame strettissimo col mistero della risurrezione. A conferma di ciò basterebbe ricordare il dialogo avvenuto tra Gesù risorto e i due discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35). Quello che si sono detti può essere inteso soltanto come una rivelazione del Signore ormai glorificato e assunto negli splendori della maestà divina. Infatti, le parole del Risorto sono di una chiarezza estrema: «Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare così nella sua gloria?» (Lc 24,26). Ed ancora, anche i discorsi e le istruzioni date dal Risorto agli Apostoli, contenute in Luca (Lc 24,44-49) e soprattutto negli Atti degli Apostoli (At 1,1-8), ci risulterebbero incomprensibili se non sapessimo che queste parole sono uscite dalla bocca del Signore (Kyrios), glorificato e insignito della divina onnipotenza.
Queste manifestazioni di una gloria ormai raggiunta, resa evidente e comprovata dalle numerose apparizioni del Risorto, dovevano rinvigorire e rendere più profonda la fede degli apostoli, come pure la testimonianza che erano chiamati a dare in seguito. Anche l'ascensione di Gesù narrata dagli Atti altro non è se non una manifestazione della glorificazione del Signore, che nell'opera di Luca (Vangeli e Atti) riceve perciò un significato tutto speciale, perché conclude la serie delle apparizioni del Risorto agli Apostoli dopo i grandi eventi della sua passione e della sua morte; e, mediante il visibile elevarsi verso il cielo, dà ora allegoricamente il via alla testimonianza dei discepoli e al primo inizio della vita e della storia della Chiesa.

v. 9
Di per sé, il Risorto avrebbe potuto ritirarsi visibilmente verso il cielo al termine di ciascuna delle sue apparizioni; tuttavia, il fatto che egli abbia scelto di salire alla gloria del Padre con una tale solennità di gesti e di parole ci spinge a collegare questo evento dell'ascensione al cielo di Cristo con un altro evento di rilevanza fondamentale per la nostra fede: la sua trasfigurazione gloriosa sul monte Tabor (cfr. Lc 9,28-36). Anche su questo monte siamo posti dinanzi alla visione della gloria di Dio così come c’è possibile comprenderla nella persona di Gesù, una gloria di Dio che è possibile fare nostra solo con gli occhi della fede e nella progressiva dimensione contemplativa della vita.
L'ascensione di Gesù al cielo riceve così il significato tutto speciale di una solenne rivelazione, quale evidente segno della gloria e della potenza acquistate dal Signore mediante la passione e la risurrezione; quel Signore, che d'ora in poi risulta essere invisibile, è pur sempre operante nella comunità da lui fondata e in primo luogo nei suoi apostoli.
Infatti ora incomincia l'era della Chiesa, che avrà il suo suggello con la discesa dello Spirito Santo, dopo le decisive rivelazioni e i vitali insegnamenti ricevuti mediante gli incontri di Gesù coi suoi apostoli durante i quaranta giorni che seguirono la Pasqua.
Come abbiamo avuto modo di vedere, il cammino della Chiesa, passando attraverso le apparizioni pasquali, si porta sulle orme del Redentore, per proseguire l'opera da lui compiuta mentre essa vive ancora sulla terra. Così intesa, la narrazione dell'Ascensione manifesta davanti ai nostri occhi il Cristo assunto alla gloria della sua divinità e conferma, in questo nuovo incontro col mistero della sua risurrezione, la nostra fede mediante l'evidenza del racconto storico.
Gesù si stacca da terra e incomincia a salire al cielo, gli Apostoli restano inchiodati a terra; il Risorto è in movimento verso la gloria del Padre, gli Undici lo possono seguire solo con i loro occhi umani; una nube avvolge il Risorto è lo sottrae ad ogni visione umana, gli Apostoli restano con gli occhi fissi al cielo.

v. 10
Proprio all'interno di questo racconto circa l'ascensione di Gesù prendono la parola alcuni personaggi celesti, da noi chiamati «angeli». Come ci insegna la Sacra Scrittura, gli angeli sono degli esseri spirituali, posti in una condizione particolarmente vicina a Dio, che appaiono agli uomini per comunicare e significare loro l'azione di Dio. Così l'evangelista Luca vede proprio in essi la figura di alcune creature divine, incaricate di una missione importante, quella di rivolgere agli Apostoli una parola che desse pace a tutte quelle domande che essi avevano precedentemente rivolto al loro Maestro e che ora restano ammutolite di fronte alla visibile scomparsa del Risorto.
Bisogna comprendere quest'atteggiamento del «restare con gli occhi fissi al cielo» degli Undici, mettendolo in relazione con tutti gli interrogativi e le speranze che avevano commosso gli animi degli Apostoli mentre seguivano Gesù nel tempo che precedette quella memorabile Pasqua. A ogni pagina del Vangelo, del resto, ci è dato d'intravedere la tensione suscitata nell'animo dei discepoli dal contrasto tra le loro troppo umane e terrene aspettative e il comportamento di Gesù, il quale agiva in maniera del tutto opposta alle speranze da essi riposte in lui. Per convincerci di questa mancata intesa tra Gesù e i suoi Apostoli basta ricordare il racconto dei vari annunci che Gesù fa della sua passione e l'incomprensione manifestata dai Dodici; oppure il racconto dei due discepoli di Emmaus, in cui quest'ultima tensione appare chiaramente.
Sia questi due discepoli di Emmaus che gli apostoli, i quali ora sgranano i loro occhi dietro al Cristo ormai scomparso verso il cielo, ci sembrano simboleggiare tutti quegli uomini che nelle difficoltà terrene, illuminati dalla sola luce della fede, guardano dinanzi a sé il cammino percorso da Gesù, recando in cuore il peso insopprimibile di innumerevoli domande.
Il racconto dell'ascensione, poi, vuole in definitiva rispondere a un interrogativo proprio di tutte le generazioni cristiane: l'uomo che non ha visto Gesù, come può farne l'esperienza e appropriarsi in modo personale e irripetibile della carica di salvezza presente nel contatto fisico con lui?
Ciò è possibile, accettando di accettare la testimonianza di chi ne ha condiviso la vita, che si prolunga nella tradizione della Chiesa ed è resa viva dalla presenza dello Spirito. Dopo aver colto il significato fondamentale dell'episodio, restano secondarie le questioni sul tempo e sul modo dell'ascensione, sulla presenza o meno della nube, che possono comunque avere una risposta solo alla luce di altri testi biblici che parlano di tale evento. Ognuno di essi infatti presenta un aspetto particolare dell'inscrutabile mistero di Cristo elevato.

v. 11
Ciò che è fondamentale per la nostra fede è comprendere bene quanto è stato annunciato ai discepoli presenti al fatto dell'ascensione di Gesù. Come loro, anche noi, fissando la nostra attenzione al contenuto delle parole pronunciate dai due «uomini» venuti dal cielo dobbiamo domandarci di quale rivelazione sono portatori? Essa sta tutta nell'affermazione che «questo Gesù un giorno ritornerà». La fede nel ritorno del Signore appartiene direttamente al messaggio del Vangelo, come viene anche proclamato nelle lettere di san Paolo e nelle testimonianze di tutto il Nuovo Testamento. Ora, le parole con cui Gesù si era accomiatato dai discepoli (At 1,8) trovano il loro necessario coronamento in questa stupenda rivelazione: Cristo tornerà.
Finalmente gli apostoli, che avevano ansiosamente interrogato Gesù circa la restaurazione del Regno d'Israele, ricevono una risposta piena d'incoraggiamento e di conforto. Infatti, se colui che appena adesso li ha lasciati dovrà fare ritorno quaggiù, egli verrà però «dal cielo», in cui è trionfalmente entrato, e ciò significa che allora il Regno di Dio raggiungerà il suo pieno compimento.
Ai discepoli del Risorto ora è affidato il compito di incarnarsi a pieno ritmo nel corso della storia, di vivere in pienezza gli avvenimenti che caratterizzano la loro vita di uomini e di donne, di inserire nel tempo che stanno vivendo l'eternità di Dio, affinché tutta la creazione possa ritornare al suo Creatore attratta dal grido della vita: Cristo è risorto e vive nella gloria del Padre.

!!!
Con l'ascensione di Gesù al Padre i discepoli sono, dunque, invitati ad aprire i loro occhi sul Signore che se ne va, ma che discenderà nuovamente dal cielo anticipatamente col dono dello Spirito Santo. Essi sono chiamati a dare inizio così al tempo della Chiesa, la quale è consapevole che il Signore è risorto ed è glorificato, ed ugualmente è certa essa stessa di essere in cammino lungo un sentiero in fondo al quale, una volta superate le strettezze e le difficoltà di quaggiù, incontrerà il Signore nella gloria.


MEDITAZIONE
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.

Spunti per la riflessione personale

1.
L'ultimo incontro tra Gesù e i suoi Apostoli termina con l'ascensione del Signore al cielo. Questo evento si ripete ogniqualvolta io esco da un intenso clima di preghiera, poiché sono consapevoli di una nuova ascensione del Signore, cioè il fatto che percepisco viva in me l'invisibilità del Risorto. Come vinco l’apparente abbandono del Signore Gesù? Come ogni giorno mantengo viva in me la presenza del Risorto?

2.
Sull'esempio dell'Evangelista Luca, come io intendo l'ascensione di Gesù? Perché una volta risorto Gesù si è nascosto dalla scena di questo mondo? Perché non è rimasto con i suoi discepoli e così dare inizio al Regno dei figli di Dio?

3.
Mediante il visibile elevarsi verso il cielo, Gesù dà ora allegoricamente il via alla testimonianza dei discepoli e al primo inizio della vita e della storia della Chiesa. Come rendo attuale nella mia vita questa testimonianza a partire dall'ascensione del Signore? In che modo testimonio agli altri Dio, se Dio è invisibile ai miei occhi? Come rendo la mia vita il segno della presenza di Dio nel luogo in cui vivo io e le persone che mi camminano accanto?


Spunti per la riflessione in Famiglia o nel Gruppo

1.
Gli Apostoli assistono quasi inermi alla scomparsa del loro Maestro. Quali sono le situazioni di vita attorno alla nostra Comunità che risultano essere segno dell'assenza di Dio? Come le persone che ci circondano avvertono questa mancanza di Dio nella loro vita? Quale annuncio rechiamo loro?

2.
L'ascensione del Risorto ci manifesta la visione della gloria di Dio, così come ci è possibile comprenderla nella persona di Gesù; una gloria di Dio che è possibile fare nostra solo con gli occhi della fede e nella progressiva dimensione contemplativa della vita. Come viviamo all'interno della nostra Comunità la gloria di Dio? In che modo essa abita in mezzo a noi? Quale livello di "dimensione contemplativa della vita" abbiamo raggiunto come Comunità dei discepoli del Risorto? In che modo possiamo passare da una fede che «resta con gli occhi fissi al cielo» ad una vita che si presenta al mondo come la testimonianza del Risorto, nella certezza che «questo Gesù... un giorno ritornerà»? 

3.
All'interno del racconto dell'ascensione di Gesù prendono la parola alcuni personaggi celesti, da noi chiamati «angeli», i quali comunicano e indicano agli Undici l'azione di Dio e per spronare i discepoli del Risorto a dare inizio alla vita della Chiesa. Anche nella nostra Comunità è presente la forza spirituale degli angeli? Chi sono in mezzo a noi coloro che operano, come angeli, per la pace dei cuori? Chi sono coloro che spronano la nostra Comunità affinché, pur sempre bisognosa del dono rinnovatore dello Spirito Santo, non perda di vista la sua meta: incontrerà il Signore nella gloria?


PREGHIERA
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.

Ci chiedi molto, o Signore,
perché hai fiducia in noi.
Ci chiedi di credere in te,
anche senza vederti,
e di credere nella tua Parola e nell’Eucaristia,
segni e realtà della tua presenza. 

Non ti dimenticare, Signore,
che non sempre ci è facile
credere senza toccare,
amare senza vedere.
Perdonaci,
se talvolta tentenniamo,
se spesso dubitiamo.

Ti chiediamo
di inviarci in dono il tuo santo Spirito,
perché egli guidi i nostri passi,
per la via nuova del Vangelo.

Ti preghiamo
di farci gustare la stessa gioia
con la quale hai riempito
il cuore dei primi discepoli,
e di tutti coloro che,
fidandosi di te solo,
ti seguono ogni giorno della loro vita. Amen.


IMPEGNO DI VITA CRISTIANA
È il momento di metterti in moto, di agire in conseguenza di quanto hai ascoltato, per produrre nella tua vita frutti di Vangelo.

In vista del prossimo appuntamento di questo Cammino dentro il libro degli Atti degli Apostoli, prova a misurare il coraggio della tua fede nella potenza in te dell’opera del Signore risorto, cercando di offrire con umiltà a chi ancora non ha incontrato Gesù nella sua vita la tua testimonianza di amore e di fede in Lui.
Rifletti, prega e ringrazia!


AUDIO DELLA LECTIO DIVINA 
per richiedere l'audio dell'incontro contattare direttamente sergio.carettoni@gmail.com


FLYER INCONTRO