mercoledì 31 gennaio 2018

E anche gli angeli sanno andare per mare

alla sera del giorno
31.01.2018

Ma mica stanno solo in cielo, gli angeli sono ovunque; e, talvolta, addirittura per mare. A loro è stato insegnato a navigare con ogni condizione di tempo, incuranti della volubile e della variopinta diversità delle acque: cristalline o tenebrose, dolci o sferzanti, tranquille o agitate dalla furia della natura.
Nessuno se lo poteva mai immaginare, eppure proprio gli angeli hanno conseguito il loro sudato brevetto nautico, prendendo parte alla scuola di Colui che sulle acque si è dimostrato addirittura capace di camminare, e in situazioni più che avverse, come quelle dentro una tempesta. Niente male, però, avere un istruttore di tale maestria!?!
Senza puntare a così alte acrobazie, non essendo però soliti lasciarsi condizionare dagli umori e dai capricci del mare, gli angeli hanno piuttosto sviluppato l’eccezionale capacità di scrutare l’orizzonte alla ricerca dell’ultimo naufrago.
Per quello che ne sono venuto a sapere, per mare gli angeli ci vanno proprio per questo, per soccorrere coloro che, seppure esperti oppure solo alle prime esperienze, hanno comunque subito la perdita della loro imbarcazione esistenziale, quasi sempre non per cause accidentali.
Come vecchi lupi di mare, ecco gli angeli buttare i remi in acqua per raggiungere velocemente quanti corrono il serio pericolo di smettere di nuotare e, quindi, di affondare, di colare a picco e di annegare dentro la profondità delle acque della morte.
Se non è la tua mano, Signore, ad afferrarci prontamente; se non sono le mani dei tuoi angeli a trattenere in superficie la nostra vita, chi mai ci potrà soccorrere, chi riuscirà a salvarci per davvero da un sicuro inabissamento?
Tu ci spieghi che gli angeli non sono solo quelli muniti di ali, anch’essi con un brevetto che li ha abilitati alle acrobazie celesti; gli angeli sono tutte quelle persone, vicine o lontane, che in silenzio, senza apparire, senza sostituirsi agli altri, prontamente intervengono nella diuturna necessità di chiunque e, a chi vuole conoscere i loro nomi, eccoli riconoscibili per la delicatezza del loro sorriso, quello che portano segretamente nel loro cuore.
Benedici, allora, Signore, tutti gli angeli in circolazione, quelli del cielo, della terra e del mare; e benedici il sorriso dei nostri cuori, anche stasera educati da te al valore della mutua e della reciproca fraternità.

martedì 30 gennaio 2018

La salvezza sta proprio tra l’incudine e il martello

alla sera del giorno
30.01.2018

Nel suo cadere dal cielo, abbattendosi impetuosamente nel punto preciso del suo giungere, ecco che il martello tutto colpisce, tutto via via converte a una nuova forma. Per forza di cose, ogni metallo cede sotto il vigore di uno, due, tre… cento colpi, assestati a regola d’arte, con la precisa volontà di trasformare proprio in arte quanto il fabbro pensa di potere prima o poi creare con soddisfatto sudore.
Quando si tratta, invece, di una persona, di qualsiasi persona, è solo con occhi di compassione e di sincero trasporto che restiamo ammutoliti a guardare lo straziante spettacolo di tutti coloro che, malcapitati di turno, loro malgrado si trovano a subire la violenza di un martello esistenziale, tirato giù con forza, sul freddo letto di un incudine.
Ed è proprio tra incudine e martello che nessuno vuole trovarsi. È il desiderio di un non volere mai stare nel bel mezzo di un luogo di sofferenza, là dove nessuno pensa mai di transitare, sostare, fermarsi a lungo. La velocità da impiegare è quella della fuga da un’esperienza del tutto disumana. Eppure, in alcune particolari situazioni della vita il passaggio tra incudine e martello è del tutto obbligato; lo stare lì, nel mezzo di una prova di sofferenza, di vita e di fede sembra essere il finale scelto da un oscuro destino che nessuno vuole mai abbracciare.
Spesso non capiamo, Signore, il senso di un martello, che brutalmente ci colpisce, e del suo incudine, che impietoso ci blocca, ci lega a sé, e ci risuona dentro nel gelo del suo accoglierci inermi e indifesi. Quanto ci è difficile costruire con te, Signore, una relazione di fiducia, di abbandono filiale, di consolazione, credendo ancora alla promessa della tua prossimità, proprio quando ci sentiamo assediati da strumenti di violenza e di inarrestabile aggressività.
Nel tempo sospeso, che cerchiamo di vivere con occhi anelanti te, nello spazio di un fermo insopportabile, in attesa di mille possibilità di riscatto e di liberazione, di una cosa siamo certi, Signore: nonostante la veemenza del male cercheremo di essere e di restare noi stessi, anche senza la poesia di un vasaio che ci plasma. Noi stessi, anche sotto i colpi di un fabbro tutto affannato a forgiarci dentro e fuori, a temprare le volontà di ciascuno, a corroborare tutti al valore, non di un martello o di un incudine, bensì del tuo amore, il solo che ci insegna come stare ad equa distanza tra le graffianti forze del male, per riconquistare il punto centrale da dove amare te, Signore, nella libertà della gioia, dell’equilibrio e della serenità per questa vita e per la vita che meravigliosamente già tu ci lasci contemplare con gli occhi della nostra fede. 

Testimoni del Risorto oltre il Regno d'Israele

ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa


Milano, 28.01.2018

INCONTRO - 003
Lectio divina su At 1,6-8



LA SACRA PAGINA
At 1,6-8
6 Allora quelli che si trovavano (a cena) con Gesù gli domandarono: «Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?». 7 Gesù rispose: «Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo. 8 Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo».

lunedì 29 gennaio 2018

Vietato possedere da soli una stella

alla sera del giorno
29.01.2018

Per quale motivo ci aggrappiamo a una stella in cielo se non per dare una direzione di viaggio a quello che è il nostro sogno segreto, il desiderio profondo che ancora ci fa vivere d’intense vibrazioni questa storia personale?
Sicuramente ci aggrappiamo a una stella per avere in pugno, ben oltre la fragilità di noi stessi, la concretezza di una speranza, là dove avvertiamo che le cose potrebbero andare meglio di come stiano andando proprio in questo momento.
A nostre spese, è certo che abbiamo imparato dalla vita molte lezioni e, ancor di più, che su ogni viaggio in corso c’è pur sempre in cielo una stella che brilla, su ciascuno la propria stella, perché tutti siano facilitati ad orientare i loro passi verso il verso giusto della vita.
A una sola, a cento, a mille stelle siamo soliti aggrappare non solo qualcosa, alcuni addirittura un po’ di tutto, ma molto di più di quello che ci passa per la mente e per il cuore. Anzi, a quella che sentiamo essere la nostra stella guida aggrappiamo il tutto di noi stessi, l’unicità dei nostri respiri e delle nostre emozioni, la nostra stessa vita. Grazie alla nostra stella ci viene offerta la meravigliosa possibilità di elevarci, ben oltre la dimensione orizzontale dell’esistenza, a dimensioni verticali di senso e di pienezza.
Tuttavia, così com’è per tutte le monete della storia, anche le stelle hanno un fronte e un retro, il loro fronte e il loro retro, quello che alcuni vedono di esse e quello che di esse vedono altri. C’è, dunque, un mistero visibile e invisibile in tutti gli astri del cielo, tanto che ciò che risulta essere nascosto ai propri occhi, è invece ben visibile agli occhi di un’altra persona. Per il loro gioco di velare e di svelare la metà di se stesse, le stelle sembrano appartenere a pianeti diversi, da dove le medesime stelle sono contemplate, ammirate e già abitate dal desiderio di chi le sta guardando.
Al contrario, le stelle non appartengono a nessuno, se non a se stesse, al mistero fascinoso che in ciascuna è racchiuso e risplende, origine di luce e di calore, punto di orientamento degli occhi, dei pensieri e dei moti straordinari dei cuori di miliardi di persone. Libere da ogni rivendicazione di proprietà, le stelle diventano il luogo di un appuntamento celeste, quanto mai vero e possibile, per chi scorge in esse un’occasione unica per superare la propria impossibilità di incontrare e di abbracciare un’altra persona in un preciso punto del mondo.
Tu ci insegni, Signore, che le stelle possono essere raggiunte, abitate e condivise nella bellezza di un abbraccio di cuori. Ci insegni a smettere di contemplare le stelle in egoistica solitudine, ciascuno sfruttando la loro luminosità solo per orientare grazie ad esse una personale navigazione sempre più separata dalle altre persone. Al contrario, Signore, tu ci insegni che possiamo tutti darci appuntamento in un preciso punto luminoso del cielo, alle porte di una stella condivisa, e ritrovarci insieme, da là ammirare e là gioire per la danza festosa dei tuoi astri nel tuo e nel nostro Cielo.

domenica 28 gennaio 2018

Alla fine… vince sempre il bene!

alla sera del giorno
28.01.2018

Talvolta ce ne accorgiamo quando rischiamo di arrivare a capire troppo tardi, ma ci sono persone accanto a noi che godono alla vista delle nostre sofferenze; soprattutto le persone che non riescono a contenere le loro fregole di gelosia quando si trovano di fronte alla bellezza delle nostre storie di amicizia, di stima e di affetto. Fanno di tutto per entravi in gioco, per mettersi di traverso, e per tentare di imporre la regola delle loro sinuose danze narcisistiche. Più che unire dividono e, molto spesso, hanno gioco facile in luoghi dove, per buonismo e per carità cristiana, si è soliti perdonare molte cose.
Passato un po’ di tempo, però, a bocce ferme, quando ognuno ha modo di acquisire una maggiore capacità di discernimento, ogni cosa viene alla luce; e alla fine prevale sempre su tutto il bene e quel senso grande di affetto sincero e puro che abbraccia le persone tra loro. Alla fine è ancora possibile guarire dall’abuso narcisistico di alcuni, orchestrato magistralmente da chi, recitando ad arte il ruolo della vittima, per scelta e per opportunismo ha cercato tutti i modi per stare al centro del cerchio, per determinare le vite attorno.
Per grazia di Dio, si può guarire completamente dalle relazioni tossiche, dagli effetti negativi che esse possono avere sulla nostra vita. È possibile riprendersi in mano la propria storia di amicizia, completamente, non in modo parziale, e ritornare a essere persone libere, piene di amore e illuminate dai propri valori di riferimento. Sorridere dall’alto delle proprie idee e ritornare a sorridere alla propria vita affettiva è la prova del nove di una guarigione avvenuta con successo.
Aiutaci tu, Signore, a difendere le nostre storie di amicizia, di stima, di affetto fraterno dall’assedio dei narcisisti; a non lasciarci imbrigliare nei lacci sinuosi di quanti ogni giorno cercano solo il possesso delle persone, più che la gioia per la riguadagnata capacità degli altri di volare più in alto, sempre più su.
Benedici ancora, Signore, il ritrovato sguardo degli occhi, la condivisione di comuni emozioni e passioni, la voglia di lasciarsi guidare dal proprio cuore e non più dai pensieri degli ultimi narcisisti di passaggio... e, per chi è abitato dal tuo amore, tutto diventa occasione per ritrovarsi oggi e mai più perdersi.

sabato 27 gennaio 2018

E a sera l’ultimo pensiero va a tutti loro

alla sera del giorno
27.01.2018

A volte non è vero che a sera l’ultimo pensiero sia tutto per noi stessi, per la nostra storia, per le mille cose che ci stanno dentro, per tutto quello che stiamo per lasciarci alle spalle o per quello che ancora ci attenderà domani, al risveglio dei prossimi raggi di sole.
A volte il pensiero va ben oltre la nostra pelle, ben oltre il punto dove siamo e da dove iniziamo a lasciarci andare noi, giù e dentro il silenzio della notte.
Prima di abbandonarci alla quiete del giorno, come quando le gocce stanche si tuffano irresistibilmente nell’immenso respiro del silenzio, ancora un tintinnio di memoria guida lentamente i nostri pensieri; e le vibrazioni del cuore raggiungono i colori, i volti, le mani, la linea dei corpi e le voci delle persone più intime a noi stessi.
È nell’atto di avvolgere tutti, chi ancora è nostro compagno di strada, chi è già andato un passo oltre il velo della vita e della morte; è nel desiderio di riabbracciare ciascuno; è nella voglia di risentire sulla nostra pelle il calore delle persone che potrebbero essere ancora qui; è in quel preciso istante che tu, Signore, raccogli i nostri pensieri e ti rendi presente a ciascuno.
Certo, sulla soglia della notte i nostri pensieri viaggiano ancora, ma sei tu, Signore, a sospingerli alla porta della vita di tutti coloro che custodiamo nel cuore, perché tutti ci possiamo finalmente ritrovare uniti in te, oltre le ferite del viaggio, nella delicatezza di un abbraccio che non avrà mai fine.

venerdì 26 gennaio 2018

Aggràppati alla tua stella!

alla sera del giorno
26.01.2018

Dentro un sospiro ci sta il mondo, come dentro uno spartito musicale una cascata di note trascina con sé tutte le emozioni e le vibrazioni della vita.
Se poi chiudiamo gli occhi, quasi per forzare in noi il tramonto del sole, il nostro desiderio di quiete e di pace s’illumina a sera.
È grande la voglia di raccogliere in un solo abbraccio le dimensioni infinite del nostro esistere e del nostro morire. Con le dovute distanze, con le inevitabili paure, è un po’ come quando sulla cima dei monti le croci abbracciano l’infinito attorno loro, e silenziosamente disegnano per noi la vastità degli orizzonti che possiamo contemplare e dentro i quali ciascuno può ritrovare il tutto di sé, il tutto delle sue persone care.
Estasiato anche tu, Signore, per la bellezza del tramonto che hai inventato un giorno sul cammino di ogni persona, guardi, osservi, ammiri come ciascuno cerca e trova il luogo del suo riposo, come silenziosamente si raccoglie là nel punto da cui potrà ammirare il suo angolo di cielo.
E mentre a sera il sole scende nelle pieghe della terra, i nostri sguardi si elevano all’altezza delle stelle, per cercare tra esse il senso del nostro restare qui, per innalzare proprio a te, Signore, un pensiero e una preghiera. E a tutti tu rispondi: “Aggràppati alla tua stella!”. E come sempre, il resto lo farà la magia del Cielo.

giovedì 25 gennaio 2018

Le lasciamo tutte sui comodini della notte

alla sera del giorno
25.01.2018

Ci servono! Eccome se ci servono. Anche se potremmo, non ne possiamo fare proprio a meno, poiché fanno parte di noi e delle tante sfumature sofferte della nostra vita.
Diverse tra loro, a causa dei momenti diversi, delle situazioni diverse, con le persone anch’esse diverse le une dalle altre, per gli appuntamenti importanti e chic, per le occasioni formali e d’etichetta, oppure per le ore normali di ogni giorno. Differenti anche per materiale, spessore e forma; calzate a pennello, secondo le misure proprie di ciascuno; intonate alle esperienze liete, festose e spensierate della vita, oppure ai giorni tristi, dolorosi e sofferti di molte persone.
Abbiamo imparato a conviverci, a destreggiarci nell’uso a due mani, nell’arte di alternare e sostituire le prime con le seconde, nel nasconderle velocemente alla vista di chi si stupirebbe di vedere un’immagine diversa di noi. Se da una parte, se grazie ad esse, ai più nascondono chi siamo, viceversa a noi proprio esse ci dicono interiormente cosa non siamo, cosa avremmo potuto essere di meglio per noi stessi e per gli altri, cosa non dovremmo essere mai più, per nessun’altro.
E a luci spente, persi tra i veli del buio della notte, ecco che in silenzio le togliamo dai nostri volti, dai nostri pensieri, dai nostri cuori e stanchi le appoggiamo sui comodini della notte. Un attimo di tregua con la nostra verità, tenute a poca distanza dalle nostre mani, pronte ad essere rapidamente calzate un istante dopo il risveglio.
E tu che fai, Signore? Guardi, e pazientemente consideri quest’assurdo gioco, questo sciocco teatro dell’esistere: vite altre, storie non nostre, verità nascoste…
In punta di piedi, senza svegliarci, lasciandoci anzi riposare per la nostra fatica di attori di più personaggi, ti fai vicino a ciascuno, prendi in mano maschera dopo maschera. Le guardi, le giri e le rigiri tra le tue mani e, senza resistere, incominci a colorarle una ad una con disegni e sfumature che solo tu sai fare.
Solo alla luce del nuovo mattino scopriremo che, alla ripresa della danza delle nostre maschere, su di essi vi è ora il segno del tuo passaggio, il tocco della tua misericordia, un invito a riconoscerci tutti bisognosi di perdono, di mutua e fraterna comprensione. Anche dietro le maschere, giorno e notte, sempre, restiamo tuoi, o Signore, e, nella forza di un amore capace di riconciliazione, ritorniamo ad essere noi stessi e, per gli altri, compagni di vita.

mercoledì 24 gennaio 2018

Le consolazioni abitano in un altro cielo

alla sera del giorno
24.01.2018

È solo alla fine del giorno, quando ci ritroviamo già infagottati dentro la coperta del silenzio, preludio alla notte che oramai bussa alla porta dei primi istanti di meritato riposo, che ci accorgiamo di come un mistero di immenso amore ci stia accompagnando, ci circonda, ci avvolge ad ogni passo e respiro della nostra vita.
Se a sera siamo soliti volgere indietro il nostro capo per rileggere velocemente il senso del cammino compiuto, le sfumature in esso del bene e del male, per considerare quali traguardi abbiamo raggiunto, per quali passaggi abbiamo allungato il passo, dove ci siamo scoraggiati, da quale punto in poi abbiamo invece stretto i denti senza smettere di camminare… ebbene, a sera c’è una conta da fare, non dei nostri meriti personali, non delle nostre originali capacità, ma dei doni a noi giunti dal Cielo; un pensiero onesto di positività da fare in coscienza proprio là dove al contrario ci saremmo lasciati andare alle tinte grigie della nostra negatività.
Ebbene, a sera giungi tu, Signore, accanto a ciascuno di noi. Vicino ti fai, vicino ti siedi, da vicino ascolti e, facendoti sempre più vicino, a ciascuno sussurri delicatamente parole di consolazione, là dove sentiamo tutti il bisogno profondo di sanare le nostre ferite, là dove abbiamo necessità di bilanciare i graffi del male con le carezze del bene.
E come ogni sera, anche questa volta le tue consolazioni ci insegnano a contare le stelle del cielo, di un altro cielo, quello del tuo Regno d’amore, qui, ora, tra le nostre mani.

martedì 23 gennaio 2018

Ognuno ha il suo mare dentro il cuore

alla sera del giorno
23.01.2018

Nei paesaggi infiniti dentro i nostri cuori c’è posto per ogni piccolezza e per ogni vastità dell’intero creato. In formato e con misure bonsai ogni frammento dell’esistere trova in noi possibilità di custodia e di cura. Così è del mare dentro il cuore di ciascuno. È esso a cullare e a trasportare tutto quello che nella loro vita in transito le persone hanno raccolto giorno dopo giorno.
Non è la tempesta a impaurirci, neppure ad incantarci sono i caldi raggi del sole. Ondeggiare a sera nella dolcezza delle increspature dell’acqua è qualcosa che ha a che fare con la ninnananna di Dio, con la forza di un profumo di mare capace di trasportarci con sé nel suo viaggio verso l’infinito degli spazi attorno. Certo, alla lentezza del respiro i polmoni si allargano alla vita, così come la pelle della nostra interiorità si rinfresca agli schizzi dell’acqua insaporita di senso.
Ma non c’è alcun mare in noi se non navigato da te, Signore. Solo tu solchi le nostre onde, cammini sulle acque dei nostri mari interiori, dentro i nostri cuori. Solo tu hai ancora voce per gridare alle forze dei venti avversi di ritrovare la quiete del loro esistere. E nelle acque del mare interiore di ciascuno, oltre il velo del riverbero delle acque, tu infili la tua mano, per fare scorrere gocce di vita e di luce dal tuo palmo alle tue dita, come se tu stessi accarezzando e arando le onde dei nostri mari per creare in essi un solco pronto ad accogliere la consistenza del nostro esistere.
E solcato dal tuo tocco, il nostro mare interiore diventa fecondo di Te.

lunedì 22 gennaio 2018

Come un fiume sotterraneo

alla sera del giorno
22.01.2018

A volte scorre lento, altre volte a velocità sostenuta, impetuoso nel suo incedere per direzioni tutte in discesa; così si avvia verso spazi bisognosi di pienezza e di vitalità, come la vastità dei luoghi che contengono il mare.
Anche l’amore è paragonabile al costante corso di un fiume; e da esso ogni giorno impara le leggi del movimento e del trasporto, della variabilità delle stagioni, questa volta della vita, e della propria resistenza agli assalti avversi.
Ma la corrente dell’amore non sempre è visibile, misurabile, toccabile. C’è un mistero che viaggia a livello delle profondità nascoste della vita di ciascuna persona. Sotterranee diventano le emozioni, le vibrazioni più intime; sottotraccia i pensieri e i desideri delle menti e dei cuori; riservati i traslochi delle passioni più vere di ciascuno verso la persona che stabilmente abita il suo cuore, verso tutti quelli che viaggiano dentro le dimensioni del nostro sentire e del nostro vedere i profumi e le sfumature dell’amore.
Nelle segrete vie della vita, là dove molti respiri del cuore sono celati agli occhi dei più, l’amore anela a raggi di luce, sogna il riverbero in sé dei colori e delle forme della vita delle persone immensamente amate; e silenziosamente lo stesso amore raggiunge delicatamente e invisibilmente tutti e ciascuno.

Tu cammini, Signore, sulle acque dei nostri fiumi sotterranei. Lo sai fare solo tu, per raggiungere le sponde della nostra esistenza e traghettare di qua e di là i colori della tua fantasia. Come un fiume sotterraneo tu ci insegni a raggiungere le pieghe più nascoste della vita altrui e con l’amore governare non solo noi stessi, e gli altri compagni di navigazione, ma il mondo intero. E nelle acque del tuo amore finalmente restiamo tutti a galla.

domenica 21 gennaio 2018

La speranza detta le regole

alla sera del giorno
21.01.2018

Voltare pagina nel libro della vita non vuole dire dimenticarsi dei momenti, delle esperienze, degli eventi passati, dei pezzi di quella storia che è e che resterà per sempre la propria storia personale.
Si volta pagina per due necessità: necessità di chiudere un capitolo ormai giunto al suo punto finale; necessità di iniziare un capitolo di vita del tutto nuovo. Tuttavia, le frasi che andranno a vergare la nuova pagina porteranno nei loro profondi respiri la memoria di un vissuto del tutto unico, singolare e particolare, quanto mai irripetibile; alla fine resterà tutto quello che poco prima è stato vissuto e fatto proprio.
Uscendo dall’incalzante tentazione di credere che non esista alcun rimedio positivo ai propri errori, la possibilità di una crescita e di un’ulteriore maturazione, un oltre al muro contro cui ci sentiamo condannati alla disperazione, a fronteggiare il negativo in noi c’è l’offerta di una via per la vita, un sentiero di speranza e di riscatto dalle catene del male.
Indicaci tu, Signore, l’inizio di questo sentiero di fiducia e di speranza, la direzione di un nuovo cammino in umanità, là dove le regole che ci suggerisci ad ogni nostro passo diventano la luce con la quale impariamo a discernere il passato e il presente, la luce con la quale iniziamo ad orientare il futuro.
Ed ecco che la nostra speranza in te detta in noi regole di vita, di gioia e di riconciliazione con te, con noi stessi e con il mondo intero.

sabato 20 gennaio 2018

Ogni spirito cerca il suo riposo

alla sera del giorno
20.01.2018

Trasportati a sera dalla vibrazione dei nostri pensieri, dall’onda delle emozioni più vere per quello che abbiamo vissuto e per ciò che siamo stati dentro i ticchettii dei secondi del giorno che si va spegnendo, consapevoli di quello che resta della nostra vita alle porte della notte, i nostri respiri cercano la quiete di un riposo.
Se all’alba di un nuovo mattino eravamo disposti a riprendere la vita là dove l’avevamo lasciata al tramonto del giorno passato, alle prime ombre della sera avvertiamo il bisogno di un giaciglio di vita, un guanciale di speranza, un abbraccio di tenerezza dentro cui lasciarci andare, un luogo dove consegnare le ultime vibrazioni del nostro esistere.
Se ogni spirito cerca il suo riposo, c’è un riposo che noi desideriamo trovare in te, Signore, non solo per dirti di custodire tu la preziosità delle nostre storie personali, ma per gustare la bellezza di non sentirci mai soli, mai separati da te, neppure nelle ore indifese della notte.
Riposare sul palmo delle tue mani, lasciarci andare al riposo nello Spirito, altro non è per noi, Signore, che sognare la fantasia dei tuoi sogni, trovare nel calore delle tue mani quell’energia di Cielo per riprendere all’ora del risveglio il nostro cammino, un nuovo tratto di quell’unico viaggio che ci è dato di vivere, la vita quaggiù, la vita lassù.

venerdì 19 gennaio 2018

Oltre le pieghe del tempo

alla sera del giorno
19.01.2018

Bastasse togliersi i vestiti del giorno e infilarsi un pigiama per ritrovare sulla pelle la delicatezza della propria vita, la tranquillità di una carezza.
C’è invece un lavoro molto più meticoloso da fare, un viaggio dentro le pieghe del tempo, alla ricerca di un senso ultimo e vero ai passi compiuti in una direzione e nel suo inevitabile opposto. E in quell’angolo di tempo, proprio lì, la fatica è quella di rimettere ordine ancora una volta alle cose accadute, alle emozioni confuse, ai graffi ingiustamente subiti e, purtroppo, a quelli stupidamente dati.
A sera non basta cercare un angolo dentro se stessi per chiudere fuori il mondo dai propri occhi, dalla curiosità delle orecchie, ognuno gettando fuori ciò che dentro suo non è oggi e non è mai stato da sempre. A sera c’è bisogno di una coperta di affetto e di amicizia, di misericordia per gli errori commessi, di conforto per le sconfitte subite, d’incoraggiamento per le future battaglie.
A sera c’è bisogno di te, Signore, non certo come di un maggiordomo o di un jolly, che riassetti ogni cosa o ci faccia vincere la partita della vita. C’è bisogno di te per la rassicurazione che tu sei, Signore del tempo e delle nostre storie, delle pieghe e delle piaghe della nostra avventura, delle energie profonde che neppure sappiamo di avere, così come dei respiri di fiducia che speriamo profumino di te.
Oltre le pieghe del tempo a sera c’è bisogno di una sola nota alla quale aggrapparci tutti a credito del tuo amore. E nell’attesa ci ripetiamo l’un l’altro “Perché no?”.

giovedì 18 gennaio 2018

Il fresco incanto della prima sera

alla sera del giorno
18.01.2018

Lenti, i primi dopo gli altri, sono i passi che incedono stanchi dentro le prime ore della notte.
Affaticati, e in cerca poco più avanti del sentiero della serenità profonda, sono gli sguardi che guidano il nostro cammino verso il silenzio che tutto raccoglie dentro di sé.
E mentre via via la nostra sera si accorda all’unisono con la sera del mondo, un’eco di noi continua il suo rimbalzo tra le pareti alte e basse della nostra vita.

C’è un luogo, però, dove a sera vanno a dormine i colori e i suoni, le parole e i rumori dell’universo intero; e noi con essi, in un orizzonte dove non c’è più nessuno sveglio se non la memoria delle persone che hanno attraversato questa giornata.
La tua voce a sera, Signore, ci cammina dentro e sussurra a ciascuno parole di delicata armonia. Alle orecchie dei nostri cuori tu non manchi di ripetere ancora una volta: “Con l'amore nel tuo cuore, come l'unica canzone che sai, non esiste una bellezza come quella a cui appartieni. Alzati, seguimi, ti condurrò a casa”.
E dentro il silenzio, ora ricolmo di te, Signore, già nelle prime ore di questa notte tu ci cammini accanto: sei sempre tu ad abitare la nostra notte.

mercoledì 17 gennaio 2018

La sostenibile pesantezza dell'essere

alla sera del giorno
17.01.2018

A volte la vita non è solo pesante; a volte è insostenibile reggere il ritmo dei pensieri e delle emozioni che tumultuano in essa. Che sia per colpa nostra o per l’altrui disgrazia, il peso dei pensieri diventa un peso dentro gli angoli del cuore, fatica che tutti proviamo a tirare un semplice respiro di sollievo e così proseguire e così continuare il nostro viaggio.
Talvolta c’è una forza nelle vicende della vita che non tira avanti o indietro, bensì ci tira giù, alla profondità delle nostre radici esistenziali, là dove un giorno tutto ha avuto il suo primo inizio, là dove alla fine ogni problema può imboccare la sua buona soluzione, la sua sperata emersione a nuove possibilità di luce e, quindi, di vita.
Ci sei tu, Signore, ad attenderci al pavimento delle nostre pesantezze. Ci attendi lì perché tu sai benissimo che più in basso di quel punto non possiamo scendere. Ci attendi lì, nel punto dove non esiste più un oltre di smarrimento, ma un risorgere via via a nuove dimensioni di vita.
Affaticati da noi stessi, oppressi dai nostri problemi, per tanti motivi, per un rosaio di pesantezze, tu ci vedi stanchi, sfiduciati, sfiancati, Signore, nel nostro fuggevole esistere. Eppure sei sempre tu a suonare per ciascuno di noi una melodia di consolazione, l’avvolgente tuo invito alla fiducia in qualcosa di diverso, di nuovo, di vivo, tu, ristoro e sollievo per tutti. E mentre alimenti in noi quella forza capace di sostenere ad ogni passo la pesantezza dell’esistenza, sei tu, Signore, a insegnarci a camminare sotto il tuo cielo, lassù dove sono ben sane le radici della nostra gioia.

martedì 16 gennaio 2018

La rivincita è possibile

alla sera del giorno
16.01.2018

Basta a sera una frazione di secondo per accorgerci che moltissimi di noi vivono dentro un mondo di scatole, spesso avendo a che fare con relazioni tossiche, mutue dipendenze, senza alla fine sapere bene dove ci si è venuti veramente a trovare.
Le cose trascinano, le persone trascinano, le situazioni trascinano là dove all’inizio non avremmo mai immaginato di andare e di ritrovarci a sera. Quante volte abbiamo a che fare con avventure e con esperienze di vita che non avremmo mai scelto se solo avessimo intuito per tempo che il finale sarebbe stato poi del tutto diverso da come ci era sembrato. Sfortune della vita? Non penso, piuttosto, la normalità di un cammino come tanti altri.
È nelle nostre case, nei nostri palazzi, dentro le nostre persone e le nostre attività, dentro tutto ciò che stiamo abitando in prima persona che sentiamo spesso il bisogno di trovare la via d’uscita dai problemi più gravi.
Tu ci insegni, Signore, che la rivincita è possibile, sempre, ogni volta, solo quando siamo disposti a fare un atto grande di coraggio e di affidamento: fidarci di te e del nostro cuore. La fiducia in una luce oltre le tenebre del momento presente schiude i nostri sguardi a tre sentieri colorati dall’amore, dal tuo amore, Signore: la via del perdono di se stessi e degli altri senza provare risentimenti; la via del volersi bene sempre e in qualsiasi frangente della propria vita e la via che ad ogni passo ci insegna a respirare la vita bella che ancora è possibile assaporare alle luci di un nuovo mattino.

lunedì 15 gennaio 2018

I nemici del re che abitano in noi

alla sera del giorno
15.01.2018

Non è malvagia come idea, quella di paragonare l’io personale di ciascuno di noi alla figura e al ruolo di un re, che dall’interno del suo palazzo governa il mondo dentro e il mondo attorno. È cosa normale che al re tutti prestino ascolto, ossequio, doverosa obbedienza, riconoscendo a lui il primato sui sudditi del suo regno.
Non avviene così anche nelle profondità di noi stessi, là dove c’è una voce che ci dice cosa è bene e cosa è male per noi stessi e per le mille situazioni attorno? E come avviene in ogni regno, la più grande difficoltà per il nostro re interiore non è quella di comandare, bensì quella di fronteggiare, contrastare e vincere l’assalto interiore dei suoi nemici, quelli che più di ogni altra forza avversa sono sempre contro le nostre capacità e criticano e tentano di frenare e si sforzano di bloccare la creatività, il volo dell’anima e il respiro dei nostri pensieri.
Non basta neppure giungere alle porte della sera per trovare nelle ore della notte una tregua, un meritato riposo, perché se non da te, Signore, da chi possiamo avere quella pace interiore, quella tranquillità dell’anima che solo tu ci doni con generosità prossimità?
Certo, in noi abita la figura di un re alle prese con la diuturna forza avversa dei suoi nemici, ma poco più sopra, nella volta stellata del Cielo ci sei tu, o Signore, e le immense schiere della tua divinità paternità. È da lì, dalla gloria celeste che il nostro io, il nostro re interiore, attende l’arrivo di un soccorso di salvezza, uno sperato assedio d’amore, uno squillo di risurrezione per un impeto di riscossa, affinché tutti possiamo ritrovare in noi il vigore per vincere ancora una volta i nostri nemici interiori e ritrovare soprattutto il sorriso della Vita alla brezza di un nuovo mattino.

domenica 14 gennaio 2018

Se sei capace di farla parlare, non tace più

alla sera del giorno
14.01.2018

Pare cosa da poco ma, invece, non è proprio così. C’è una forza di parola dentro il mistero della vita, che appena appena le si lascia tempo e facoltà di esprimersi, un fiume di significati e di sensi, parole in entrata e in uscita, si mettono in movimento dentro e attorno a noi.
A volte è alle prese con l’imprevisto di un mare in tempesta, a volte con la brezza leggera di una sera di poesia; ma prima del giungere di una nuova notte la vita diventa un racconto di forze e di debolezze più che mai vere, le proprie, di cose chiare e di situazioni misteriose tutte ancora da dipanare.
Ma c’è una sapienza, Signore, non solo ricca di giorni, tutti contati e messi in ordine uno dopo l’altro, una sapienza che è riflesso della tua luce ora presente in ciascuno di noi. È essa a illuminare il senso di quello che abbiamo vissuto lungo la via del bene o nel male abbiamo sperimentato per sentieri di allucinante smarrimento.
Ma se la lasciamo parlare, la voce della sapienza ci parla di Te, Signore, e pazientemente riapre in noi nuovi orizzonti di coscienza, nuovi cammini di senso, un senso più chiaro del mistero grande del tuo amore per la loquacità del nostro esistere.
È vero, a sera tutto tace, ma alla fin fine ogni cosa ci parla di Te.

sabato 13 gennaio 2018

Consegnare ai bambini la bellezza dei giorni

alla sera del giorno
13.01.2018

Ancora capita di ascoltare le loro voci nel vento, quando sotto il nostro cielo li sentiamo rincorrere il sorriso della loro libertà. Nei loro volteggi e nei loro salti di allegra compagnia entrano in gioco non solo i nostri cuori e le nostre anime, ma quel qualcosa di noi che solo loro sanno accarezzare: i nostri sogni, la terra su cui camminano i loro piedini.
I bambini sono così, rispetto a noi con un filo di energia sempre in più, una nota di positiva possibilità più dei nostri ultimi rimasugli di vigore, un salto ancora a fronte della nostra impaziente attesa della fine dei loro giochi.
Ci sciogliamo al loro abbraccio, o Signore, poiché sono loro i nostri cuori, il tempo di un dono che sentiamo essere l’arma con cui affrontare il futuro dei giorni.
E se alla sera chiudiamo i nostri occhi, stanchi delle ore del giorno e affaticati per gli infiniti istanti di sguardi preoccupati per loro, loro sono là, dentro i nostri pensieri avvolgenti, dentro ciò che noi immaginiamo oggi essere un domani la loro via e ciò che in loro rimarrà di noi, per sempre anche dopo di noi.
Nel tuo abbraccio, Signore, tu ci spieghi che i bambini non abitano le nostre cose, ma i nostri cuori, le nostre anime, perché per sempre saranno loro i nostri respiri, fino a quando la luce del nostro ultimo giorno non si colorerà del colore dei loro occhi.

venerdì 12 gennaio 2018

Tempi duri oggi per i romantici?

alla sera del giorno
12.01.2018

Forse sì, ma nulla d’impossibile!
Che sia più difficile rivelare alle altre persone i propri sentimenti, l’onda delle emozioni più intime che avvertiamo fluttuare in noi, beh sì, forse questo è più difficile rispetto al passato.
Di fronte agli occhi soppesanti degli altri, c’è oggi una specie di segreta paura, il timore di fare brutta figura, di vedersi non capiti, non accettati, quasi quasi derisi o considerati deboli e fragili di cuore. Siamo pur sempre romantici, ma dentro un viaggio aggrovigliato di sentieri di solitudine.
Eppure, non si vive che nella gioia di sentirsi avvolti dall’affetto degli altri, in modo del tutto possibile, dall’affetto di alcune persone in particolare. Che si tratti di padre, madre, fratello, sorella, figlio… tutti hanno uno spasmodico bisogno di un mentore del cuore, un educatore della propria arte di amare e di essere amati.
Senza nulla togliere a chi ci vuole bene, a chi ci ha accompagnato già per la via romantica del cuore, chi meglio di te, Signore, è l’educatore più illuminato dei nostri affetti. Nel saliscendi delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti sei Tu il solo capace di indicarci quel filo rosso, il filo del cuore, per annodare alla parabola della nostra vita le persone che si avvincono a noi.
Siamo romantici, certo, perché abbiamo imparato da Te, Signore, alla scuola delle tue braccia la misura dell’amore e il calore avvolgente dei nostri cuori.

mercoledì 10 gennaio 2018

Illuminati con i sogni della notte

alla sera del giorno
10.01.2018

È questa la forza stupefacente di un sogno: illuminare la notte in cui ci lasciamo andare all’imprevisto di ore che possiamo tranquillamente attraversare ad occhi chiusi.
Si sogna solo quando si vede una possibilità di luce e di pace oltre il muro delle difficoltà e dello sconforto più buio.
Dentro i sogni ci sono miriadi di possibilità e di nuove energie vitali; una forza della vita che sa inoltrarsi per sentieri sconosciuti ma, pur sempre, aperti a tutto ciò che di bene e di bello si ha già il desiderio di abitare per lunghi giorni.
Condivisi, dentro cammini di amicizia e di fraternità umana, i sogni degli uni si illuminano della luce dei sogni degli altri, in un intreccio di fasci luminosi di storie personali e di reciproci affetti.
Se non tu, Signore, da chi possiamo sperare di vedere illuminati i nostri sogni? Là dove tu arrivi, là dove tu lasci il luccichio del tuo passaggio dentro di noi, proprio là troviamo la benedizione della tua luce, del tuo sostegno, del tuo amore. Nella nostra notte tu ci cerchi, Signore, con in mano la tua luce di fecondità ed ogni nostro sogno di vita si illumina di Te.

martedì 9 gennaio 2018

E dietro ci sei Tu

alla sera del giorno
09.01.2018

Sono due e si distinguono per la loro posizione: una più grande sopra, l’altra, in posizione inferiore, leggermente più piccola.
Al loro toccarsi, fuori resta il mondo, dentro inizia un viaggio negli infiniti volteggi dei propri pensieri. Non è il buio a fermare il loro abbraccio; neppure il respiro ancora rumoroso e ansimante del mondo fuori.
Il coraggio di due palpebre è quello di separare le dimensioni del vivere: interiorità da esteriorità, il dentro dal fuori, l’io a se stessi dall’io agli altri… Un coraggio invincibile, che è capace di schiudere ciascuno oltre il chiuso delle sue palpebre a dimensioni tutte personali di intimissimi respiri di pace. È la sera dei pensieri e delle vibrazioni del cuore.
Dietro le palpebre ci sono io e mi appari Tu, Signore, con il tuo lento incedere verso me. Avvolto dal calore della tua luce, nel tuo delicato sfiorare la pelle dei miei pensieri, delle mie emozioni e dei miei sentimenti, il mondo custodito dal velo delle mie palpebre s’illumina di Te; e la tua presenza in me diventa vibrazione di cuore.
Seguire il cuore non mi porta altro che al centro di me stesso, là dove c’è la delicatezza di un abbraccio, il mio, il tuo, dietro palpebre dolcemente schiuse, le mie, nell’Infinito di Te.

lunedì 8 gennaio 2018

La sapienza di Dio chiusa nel cuore della donna giusta

alla sera del giorno
08.01.2018

Mhm, quando si tocca la sfera del nostro maschile e del nostro femminile in relazione con la santità di Dio le cose si complicano non poco, i discorsi si fanno difficili, se non impossibili da pensare e da dire.
Eppure, non possiamo parlare del nostro modo di relazionarci con Dio senza partire dal nostro stesso modo di essere e di vivere nel mondo, senza avere prima una ragionevole consapevolezza del maschile e del femminile che coesistono in ciascuno.
Lo è stato anche per una giovane ragazza di Nazareth, quando nel suo rendersi disponibile e accogliente della santità di Dio, in lei la volontà divina si è rivestita dell’avventura della carne umana.
Non è forse così anche all’interno della qualità delle relazioni tra persone, storie reciproche aperte alla fecondità della bellezza di Dio? È lì, o Signore, che inserisci la tua sapienza; è lì che chiedi a ciascuno di volgere il suo sguardo e di contemplare come nel cuore della donna giusta sia possibile custodire ancora la fecondità della tua bellezza.
Contemplare il dono della vita, che nel chiuso benedetto di ogni donna inizia ad essere nel mondo, è invito alla contemplazione meravigliata di come i tuoi pensieri trovino in noi fecondità di eternità.

domenica 7 gennaio 2018

Nell’anima la luce

alla sera del giorno
07.01.2018

Non è vero che al tramonto del sole anche in noi il sole tramonti inevitabilmente e, così spegnendosi, ci consegni alle pieghe della notte.
C’è, invece, un meraviglioso mistero permanente di luce in noi, un filo all’orizzonte dei nostri pensieri e delle nostre emozioni di alba sempre nuova, un filo di luce che nel buio del mondo umano è sua gioia risplendere via via sempre di più.
La differenza della luce rispetto al dilagare delle ombre della sera sta proprio nella forza del nuovo che avanza in ogni angolo della nostra storia e che, malgrado le tante intemperia della vita, ora inizia qua, ora là, in luoghi inaspettati di vita nuova: e la luce diventa disegno.
È quando è sera che si iniziano a contare le luci delle stelle in cielo, le luci dell’eterno divenire dentro il cielo che è dentro ciascuno di noi. Non ci può fare paura la notte, l’assenza dell’umana luce, perché c’è una luce diversa nell’anima, dono di Colui che tutto avvolge nel manto del passato, del presente e del futuro di senso.
Alle porte della sera sei sempre tu, Signore, a passarci accanto, e con pazienza raddrizzare gli stoppini dei nostri lumi, ad accendere con la tua la nostra fiamma, a non lasciarci soli, anche se poi tu ci cammini un passo avanti, ma consegni alle nostre anime la luce per un nuovo cammino. Con te dentro il cuore la luce di un’alba nuova già ci abita l’anima.

sabato 6 gennaio 2018

Vinceremo Dio con il nostro fedele amore

alla sera del giorno
06.01.2018

Le vere battaglie, le più difficili da affrontare e da vincere nella vita, sono quelle dentro noi stessi, infuocate negli angoli più intimi della nostra personalità.
Certo, tutti ci accendiamo per un ideale di vita e non manchiamo di rispondere coi fatti a un dovere di giustizia, di aiuto e di prossimità concreta verso chi a noi tende le sue mani.
Ma ciò che più ci afferra le viscere della mente e del cuore è il bisogno impellente di imparare a gestire anzitutto il nostro io interiore; dare cornice alle emozioni e alle reazioni; indicare una direzione positiva ai sentimenti e alle mozioni più intime, e in noi nascoste agli occhi del mondo.
Ma la battaglia con noi stessi è anche la battaglia con Dio, con tutto ciò che ci porta lontano dalla verità e dal benessere integrale della nostra storia personale. Un duello che ha inizio ogni giorno negli angoli del cuore e che affronta paure, sogni, incertezze, passioni, confusioni in ogni dove.
E alla fine, Signore, la battaglia sarà con te, faccia a faccia, senza risparmio di colpi, non certo per domarti o per ridurti a nostra schiavitù, ma per dimostrarti che superando i nostri limiti personali proprio noi siamo degni di te, della tua gloria, della tua paternità. Incuranti delle ferite della vita, restandoti fedeli, con il nostro amore vinceremo il tuo cuore, e tutto sarà occasione di gioia per fare l'ultimo salto di vita nella tua eternità.

venerdì 5 gennaio 2018

Guardando con attrazione d’anima

alla sera del giorno
05.01.2018

Che cosa resta sullo schermo colorato degli occhi di una persona innamorata se non il bello di un sorriso, un gesto delicato d’amore, la concretezza di un viaggio percorso nella gioia della condivisione?
Certo, gli occhi sono fatti per vedere, per guardare, per investigare oltre lo scontato di ogni giorno. Ma ogni sguardo si apre alla legge dell’attrazione, di se stessi verso l’altro, dell’altra persona verso il proprio cuore.
Guardare è lasciarsi prendere per mano dal bello, dalla passione di un abbraccio, da un mondo interiore sempre in divenire, in trasformazione, per le infinite emozioni di umano valore. E guardare diventa l’inizio di un possibile racconto, tutto da custodire nella memoria del cuore.
Lo hai fatto per primo tu, Signore: guardarci con l’attrazione del tuo animo per noi. Con pazienza lo insegni a tutti noi: ritrovare il gusto di avere sguardi fecondi che, seppure graffiati dalla vita, non smettano di credere all’amore del tuo cuore.

giovedì 4 gennaio 2018

Ognuno con la propria differenza

alla sera del giorno
04.01.2018

La bellezza sta proprio qui: ripensare alle onde del giorno. Quello che ritorna come eco alle porte della sera è il bisogno di diventare maggiormente consapevoli delle differenze che si incontrano nella vita delle persone che ci camminano accanto.
Che si tratti di persone con le loro originali sfumature e storie, le une diverse dalle altre; che si tratti di situazioni e di avventure di vita le più simili o contrastanti fra loro, in ciascuna persona esistono e coabitano differenze profonde, nel bene e nel male, angeli e demoni, mostri oppure eroi del cuore.
Per tutti, credenti e non credenti, ogni giorno la vera sfida diventa quella di reggere non tanto la diversità tra le persone, ma la conflittualità tra il male e il bene, tra il negativo e il positivo, presenti ed altalenanti in ciascun uomo e in ciascuna donna.
Armonizzare le differenze, armonizzare le originalità di tutti è possibile, incredibilmente possibile, solo quando tu, Signore, illumini in misura sempre più larga l’orizzonte di senso e di pace di ognuno di noi; quando tu entri nei processi di maturazione di ciascuna persona, per illuminare, attraverso di essa, i sentieri di perfezione dell’umanità intera.
Reggere insieme a te la conflittualità dentro e attorno a noi stessi, ci infonde il coraggio di trasformare la nostra storia personale in un dono condivisibile di amabile originalità, quella del tuo amore, qui, ora e per sempre.