alla sera del giorno
04.09.2018
Magari fosse come quando da bambini, con gli occhi rapiti ed estasiati dalla fantasia dei colori contenuti nelle varie vaschette di gelato, una vaschetta accanto all’altra, un gusto ed un colore ben distinti e protetti tra loro, eravamo tutti pronti a scegliere e a indicare con sicurezza d’indice, ad assaggiare e a degustare il preparo ad arte di sapori.
Magari la vita fosse semplice come un gelato, sempre così, squisita, una fantasia di colori e di sapori a gusto frutta o crema, pronta ad essere a sua volta assaporata ad ogni passo del nostro cammino. Sì, magari fosse così... anche se nella concretezza e nella realtà delle cose di ogni giorno sono più le volte in cui restiamo con l’amaro e l’aspro in bocca. Del dolce e dell’amabile cremosità della vita talvolta ne conserviamo solo il ricordo, il desiderio, a tratti la voglia matta, quasi sempre la nostalgia di giorni in cui ancora non avevamo conosciuto l’arroganza disgustosa del Male.
Ben più preziosa di un invitante gelato, la vita avanza i suoi diritti di gustosità; e più di ogni altro quello di essere lavorata ad arte perché da essa possa venire alla luce del mondo il bello, il buono, il giusto, il meraviglioso che essa racchiude e custodisce nonostante tutto. Un lavoro di paziente fiducia nella forza ricostruttiva del Bene; un lavoro di creativa ridefinizione del positivo rispetto ai graffi del negativo, un positivo che sempre ha l’ultima e definitiva parola su ogni tipo di vissuto personale; un lavoro di coraggiosa separazione del Bene dal Male, dentro noi stessi pur sempre coesistenti, il tutto per orientare via via ogni dimensione del nostro esistere interiore ed esteriore.
L’arte di gustare la vita non è solo l’astuto sforzo di tenere separate e sottovuoto tra loro le diverse dimensioni del proprio esistere, un dono, un talento dissociato dagli altri doni e talenti personali; semmai è l’arte di miscelare tra loro i più diversi tratti della propria originale personalità. È una bottega d’arte e di sapori la vita, in cui ciascuno si esercita via via nell’abilità e nell’ingegnosità, fuori dal comune, di creare secondo il proprio spirito quella originalissima composizione di talentuose dimensioni del proprio vivere. E il bello è che questo apprendistato dell’arte di vivere è alla portata di tutti, avendo ciascuno l’innata capacità di contrastare la rischiosa tentazione sia della separazione sia della frantumazione della propria integrità esistenziale.
Solo se non credessimo pienamente in Te, saremmo portati a dirti, Signore, “magari fossi Tu ad armonizzare e a riconciliare tra loro i mille aspetti della nostra vita personale”; ma proprio perché siamo fermamente convinti del tuo appassionato coinvolgimento nelle nostre storie personali, affinché tutti giungiamo alla saporosità delle nostre esistenze, ecco che non esitiamo a chiederti di insegnarci ogni giorno ad assumerci le nostre responsabilità di figli e di figlie, per non smettere mai di fondere tra loro le gustosità presenti nelle nostre storie personali, fino a trovare in Te il gusto massimo per il meraviglioso di noi stessi e del mondo intero.