giovedì 13 settembre 2018

Semplicemente per farsi del bene

alla sera del giorno
13.09.2018

È cosa ardita ripensare al tutto di se stessi, allo sgocciolio dei ricordi, all’eco dei cigolii interiori là dove è venuta meno la solidità della propria persona. Un senso di mancamento potrebbe accompagnare l’inaspettata presa di coscienza di cose che furono un tempo e quel che di esse è rimasto dentro la loro ombra allungata in questo presente.
Vi è sostanziale differenza tra il pensare e il ripensare. Il primo, il pensare, è il modo a noi contemporaneo di intuire e di costruire il senso ultimo del proprio esistere. Pensare è sempre gravido di futuro, in cui i sogni si trasformano gradualmente in progetti, tutti da portare a compimento. Qui la carica del domani smove l’ottimismo creativo del momento presente.
Ma differente avventura è il verbo ripensare, dove l’intuizione nel presente e il lancio di se stessi nel futuro lasciano il posto al tempo della verifica e della valutazione di ciò che di noi si è andato vivendo e facendo.
Nell’atto del ripensare entrano in gioco capacità di se stessi, ciascuna da esercitare con oculata saggezza, mentre la vita scorre nel presente e nel domani, e lo sguardo si proietta su tutto ciò che ha animato il viaggio della vita, le situazioni attraversate, le persone incontrate e lasciate ciascuna al proprio sentiero. È cosa necessaria nel ripensare non fare a meno di richiamare alla memoria, di riconsiderare ancora una volta ciò che è stato, di usare misericordia con se stessi e con gli altri, là dove vi è bisogno di un ponte di riconciliazione e di pace con il proprio vissuto e con il vissuto, ancora più delicato, delle altre persone.
Quanta fatica, Signore, attirare i cuori che sogniamo di portare a Te; schiudere dinanzi ai loro occhi l’accenno di un sentiero di senso ritrovato, di armonico abbraccio con la bellezza del tuo essere salvezza e misericordia per tutti.
Finalmente solo con Te, Signore, è possibile farsi del bene, ciascuno a se stesso, ciascuno agli altri, gli altri agli altri ancora, quando ciò che è stato di noi tutti ritrova in tutti il gusto della compassione universale.
Non è fuga dal mondo quello che cerchiamo a sera, neppure un posto dove poter nasconderci a riparo degli uomini, ma è tentativo di arrivare a capo del tempo che Tu ci dai da vivere, nel continuo anelito che al termine della notte vi sia per tuti lo schiudersi di un’alba nuova nella luce del tuo amore.