alla sera del giorno
12.09.2018
Numerose possono essere le variazioni su un tema musicale. Partendo da poche note d’ouverture, un musicista virtuoso lascia sgorgare da sé un fiume incontenibile di suoni, dando libero sfogo alla creatività, al virtuosismo e al suo genio artistico. Assolutamente non è dote di tutti, ma solo di quei pochi musicisti che, di fronte allo stimolo iniziale di risicati accenni melodici, iniziano a modificare le prime battute della partitura, fino a non riuscire più a contenere la forza impressionante della loro cascata musicale.
Quante persone fanno lo stesso nella loro vita. Di fronte a un’esperienza base, ripetuta allo stesso modo un’infinità di volte, con il serio rischio di arrivare ad appiattire le mille possibilità espressive della propria potenzialità soggettiva, alcuni si lanciano nel virtuosismo del loro vissuto, restando costantemente aperti a cogliere nuovi stimoli e nuove opportunità dalle mille occasioni della vita.
Non tutto è buono, certo, non tutto contribuirà alla crescita interiore e a quel meticoloso lavoro di miglioramento e di perfezionamento delle prorie dimensioni personali. Eppure sta proprio lì l’azzardo, cioè il coraggio di chiedere alla vita di non risicare l’offerta di chance di cuore e di mente, di incontri e di abbracci, di scoperte e di relazioni che rivelino ai più sensibili la bellezza di una vita a colori.
Non è facile, Signore, conoscere con consolante certezza se le variazioni infinte sul tema di noi stessi sono davvero in corrispondenza con il sogno e con l’idea che Tu ti sei fatto di noi. Talvolta siamo una delusione per Te o, se non proprio così, sicuramente fonte di ansia e di preoccupazione.
Benché ricevuta da Te in dono, non sempre sappiamo gestire ed orientare a Te la libertà che quotidianamente ci ritroviamo tra le mani. C’è sicuramente in noi, nelle incalcolabili sfaccettature della nostra avventura personale, una bona dose d’improvvisazione; e a Te spesso non resta altro da fare se non di restare in attesa di una nostra momentanea battuta d’arresto.
Il modo estroso con cui gestiamo i nostri cuori e le nostre menti, i sentimenti e le emozioni, le relazioni e il nostro stesso incedere nel tempo, ai tuoi occhi ci fa risultare innamorati sì della bellezza della vita, ma molto spesso anche persi di nostro fra troppi amanti.
Con la tua amorevole pazienza educaci Tu, Signore, al rispetto di noi stessi, così come Tu hai pensato e voluto ciascuno di noi, non certo per accontentarci della monotonia del mondo, ma per non staccare mai la nostra vita dall’abbraccio del tuo amore.