lunedì 3 settembre 2018

Ovunque, in viaggio con se stessi

alla sera del giorno
03.09.2018

Spesso si sente dire che più che la mèta lungo il proprio viaggio è importante sapere con chi si sta condividendo la fatica e la gioia del cammino. Altri affermano che è del tutto inutile prefiggersi il raggiungimento di un traguardo, quando alla fine sono invece gli imprevisti della vita a determinare il luogo di approdo della propria navigazione, spesso di fortuna. Non manca anche chi invita i suoi ascoltatori a prendere la vita così come essa viene, senza troppi pensieri, senza tuffarsi in inutili preoccupazioni, senza l’affanno per superflue precauzione, sicuramente rifuggendo la banale illusione di quanti pensano di potere pianificare prima la parabola ascendente e discendente del proprio viaggio.
A fronteggiare costoro ci sono altri, invece, che per nessun motivo rinunciano al loro diverso modo di vedere le cose, di considerare il valore e la qualità del cammino della vita e, facendo leva sulla multiforme bellezza di panorami e di relazioni che rendono, passo dopo passo, unico e incomparabile il cammino di un uomo e di una donna, essi inverano il loro viaggio alla luce del valore e dell’esperienza irrinunciabili della serenità della mente e dell’armonia del cuore.
Come dare torto a questi ultimi? Come non essere d’accordo con loro che, cioè, è importante, vitale, a volte addirittura urgente, avere una buona relazione con se stessi, con il proprio mondo interiore, indipendentemente là dove i piedi stanno calpestando i sentieri infiniti del mondo. Del resto, più che esterno il viaggio è dentro; più che avvolto attorno da eventi atmosferici di diversa interpretazione, è dentro il cuore e la mente che si gioca la calma saggezza, o la rincorsa impazzita, delle stagioni del proprio esistere.
Non sei forse Tu, Signore, colui che più di tutti noi ha tracciato di luce il suo cammino? Hai intersecato Tu le nostre strade, legandole indissolubilmente alla tua e, così facendo, ci hai legati anche tra noi, rendendo il tuo viaggio quel dono condiviso di senso e di speranza di cui abbiamo tutti bisogno.
Ed è tale la gioia di seguire te, di stare con te, di sentirti al nostro fianco, Signore, che per noi non è più importante dove stiamo andando, con quali scenari all’orizzonte, con quali ricordi nel cuore o speranze rimaste a metà dei nostri respiri.
Camminare dentro il sentiero della tua misericordia ci fa sentire ancora una volta in pace con noi stessi, con il passato irrimediabilmente alle spalle, con la brezza di questo presente, con l’emozionante certezza che all’alba del nuovo giorno riprenderemo il nostro viaggio per avvicinarci un poco, un tratto ancora di più, alla casa del tuo amore. E il poco che raggiungeremo domani già riempie di senso e di bellezza la fatica dell’oggi.