venerdì 7 settembre 2018

La coscienza nostra all’ora delle stelle

alla sera del giorno
07.09.2018

Quello che c’è di malato nel mondo quasi sempre è un riflesso di quello che c’è di malato in noi stessi. Quante cose attorno a noi non vanno bene, ma solo perché già in noi esse accusano la lontananza dei nostri passi dalla via del Bene. Non che il mondo abbia colpa dei nostri mali, ma sicuramente i nostri mali interiori influiscono sul cammino della storia del mondo e dell’umanità che in esso nasce, cresce e muore.
A mano a mano che gli anni passano, quando la nostra vita è più affamata di concretezza che di sogni, ci accorgiamo che non riusciamo più a stupirci di tutto ciò che ci avvolge o che ritroviamo nelle profondità di noi stessi. Sia in bene sia in male sembra che abbiamo subito una sorte di anestesia paralizzante di quelle che sono le nostre dimensioni vitali e l’anelito di sopravvivenza spirituale che definisce la nostra parabola esistenziale.
Nonostante il nostro avverso sentire, nel tempo di un frullo d’ali vorremmo liberarci da ogni forma di negatività esteriore ed interiore. Per non restare più morti di crepuscolo, ma sognatori di un’alba di rigenerante resurrezione della mente e del cuore, è scelta di coraggio quella di superare noi stessi e i nostri limiti. L’alternativa resterebbe irrimediabilmente la rassegnazione, l’abbandono ai capricci del destino, solo dolore e, per di più, consumato in fretta.
Più di tutti noi, solo Tu, Signore, conosci il mistero del male che ci attraversa e che, talvolta, caparbiamente avanza la pretesa di abitarci a lungo. Cori interminabili, salmodiando il nostro vissuto e la nostra appassionata speranza di Te e del tuo amore, orientano verso il Bene il nostro anelito di vita e di pace, di armonia e di serenità profonda. La tua parola scioglie in noi quei nodi che legano e che paralizzano le multiformi espressioni del nostro esistere; ed è essa, la tua parola, a restituirci alla gioia della speranza, della fiducia e del tuo amore.
Non basta la voce della coscienza all’ora delle stelle, per riscoprirci innamorati della vita; a sera abbiamo bisogno dell’eco della tua voce, per ritrovare respiri di pace, per orientare lo sguardo, il cammino e il senso ultimo del nostro esistere. Benedici Tu, Signore, questo nostro anelare a Te, unica certezza di luce nel silenzio ultimo della notte.