giovedì 27 settembre 2018

Ritrovare Te nell’ora che il sole declina

alla sera del giorno
27.09.2018

Avere mille anime dentro non vuol dire avere mille facce fuori, mille alternabili modi per entrare in relazione con gli altri, in contatto con il mondo attorno. Di facce ne bastano poche per recitare parti diverse nella vita, ma di anime ne abbiamo bisogno mille e mille altre ancora, perché in ogni anima vi è un sorso, un respiro di eternità in più.
Nel baratro del cuore, oltre che a perdere il sentiero del senso della nostra avventura personale, possiamo giungere a smarrire totalmente noi stessi, il passato che già abbiamo solcato, il presente che ora ci vede sudati sotto il peso delle nostre fatiche quotidiane, e rimetterci anche il futuro, cioè tutto quello che domani avrebbe potuto essere di noi.
È vero, nel baratro possiamo giungere a vedere lo sgretolamento dell’intera nostra vita, ma anche ritrovare il coraggio di un’estrema riscossa, quella di risalire le pareti dei nostri abbattimenti, delle nostre scivolose delusioni, del nostro lasciarci andare all’abbraccio sinistro delle tenebre del mondo.
Nonostante le infinite difficoltà, c’è pur sempre in noi uno spazio, intimo a noi stessi, dentro il quale, ogni volta che lo vogliamo, abbiamo modo di ritrovare il senso del nostro esistere, un luogo dove prenderci cura delle mille ferite del viaggio, dove riuscire a consegnare alla memoria del cuore le persone che ci hanno donato un pezzo del loro stesso cuore. Sì, nonostante tutto, è solo dentro noi stessi che c’è ancora quell’angolo di vita dove possiamo sostare ed essere nella gioia, pur con le lacrime agli occhi, uno spazio dove fare musica e volerci bene ancora, insieme ancora per altri cento passi.
E come ci emoziona il cuore, o Signore, vedere Te, nell’ora che il sole declina sulla nostra vita, quando il crepuscolo incede con le sue ombre sulla storia che abbiamo cercato di portare avanti così, come siamo stati capaci; vedere Te che come una madre si china a sera su ciascuno dei suoi figli.
Sei Tu, Signore, il solo che ha il coraggio di rintracciare il nudo e il piccolo essere umano che in noi ancora anela a Te. Tu ti getti nel bel mezzo delle macerie dei nostri vissuti, tra le rovine delle nostre azioni insensate; vai ben oltre i nostri errori e non ti spaventano i graffi del male ora visibili sui nostri volti.
Tu cerchi in noi, Signore, i respiri ancora caldi delle nostre anime, te ne prendi cura, li riabbracci perché finalmente ritrovati, perché di Te in noi è tutto ciò che resta, l’ultimo sorriso, il più bello.