alla sera del giorno
25.09.2018
Sospesi a metà, tra pensieri e sospiri, tra battiti di cuore e carezze di mano. Sospesi lo siamo per tanti motivi, molti per nostra scelta, altre volte per nostra reazione all’accadere delle cose, a quello che gli altri ci lanciano contro, a ciò che della vita nostra e altrui inevitabilmente ci cade addosso.
Sospesi lo siamo anche perché la nostra storia personale è strapiena di imprevisti, di situazioni che non arrivano mai al loro concludersi e che restano ai bordi dei nostri sentieri come opere d’arte incomplete. È un po’ come per la melodia virtuosa di un prezioso spartito musicale, che si attarda a raggiungere il suo accordo finale e, nel frammento di un istante di silenzio, accentua la vibrazione del nostro ascolto, lo stupore per una processione di note che non giungono ancora al loro requiem.
Sospensione e sospiri vanno di pari passo, lungo l’incedere del nostro esistere, compagnie accanto, lungo il nostro stesso transitare da una coordinata all’altra del mondo, dentro il vissuto di una città di relazioni. A volte ci troviamo a confrontarci con tutto ciò che a nord di noi stessi ci attende e ad esso ci attrae, altre volte è il sud della vita ad attirare la nostra attenzione, a rubare orientamenti precedenti, oscillazioni di pensieri e di emozioni, progressi e sospensioni di sentimenti, via via, responsabilmente lontani. E non mancano i nostri smarrimenti tra est ed ovest, confusioni di percorso e di scelte di vita, fatte o ancora da fare, pur sentendo palpitare nel nostro cuore e alle tempie della nostra mente e il desiderio di possedere per davvero i paesaggi che ci hanno toccato l’anima.
E se da una parte la costipazione dell’anima nostra ci spinge ad inoltrarci per sentieri di smarrimento, lugubre esperienza di stimolo, che tutti ci accomuna nella distruzione in noi di ogni nostra bellezza, viceversa proprio il respiro di un’anima consegnataci in prestito ci fa alzare lo sguardo ancora per un istante, in cerca di quel lieve, quasi impercettibile raggio di luce, unico segno di orientamento verso l’Oltre di noi stessi.
Noi vogliamo, Signore, esternarci in Te.
Sogniamo che Tu ci dica che siamo proprio noi l’oggetto dei tuoi desideri infiniti, della tua voglia appassionata di cercare, di incontrare, di ascoltare, di dialogare, di abbracciare, di perdonare e di amare qualcuno, cioè noi; e sentiamo che è per noi importante essere gli altri rispetto a Te; Tu e noi, noi e Te, in un serrato ripeterci gli uni agli altri che in gioco c’è la vita, il valore ci ciascuno, il giuramento di un amore infinito ed eterno, il dono di se stessi fino all’ultimo respiro. Tu lo hai già fatto un giorno per noi e noi ora lo stiamo facendo per Te, in Te.
Sogniamo, Signore, di sentire dalla tua voce che Tu ci ripeta parole di cuore, che i tuoi occhi riflettano sui nostri volti lo scintillio del tuo orgoglioso stupore per noi, e tutto il resto non avrà senso, non esisterà, fino a quando non inizieremo noi a trasmettere a Te solo tutto il calore, l’amore, la capacità, la creatività del nostro fuggevole esistere.
Ed ogni nostro sogno avrà un luogo dove nascere e crescere, dove realizzarsi e maturarsi, e per noi questo è possibile, Signore, solo dentro l’unico paesaggio che ci ha toccato l’anima, il tuo amore.